sabato 10 novembre 2012

Villa Romana. Sandali e una misteriosa donna di nome Treptona, nuove scoperte nel sito Unesco

I calzari a infradito a mosaico scoperti
alla Villa Romana
Una misteriosa donna chiamata “Triptona”, citata in un’iscrizione musiva inedita del IV secolo dopo Cristo, l’immagine di due sandali con infradito, un modello tipicamente usato in età imperiale romana, nuovi pavimenti decorati con tessere bianche e motivi a scacchiera. Sono solo alcuni dei nuovi mosaici scoperti dagli archeologi dell’università Sapienza di Roma alla Villa Romana del Casale, emersi nelle ultime settimane, in un nuovo edificio termale di epoca romana che sta portando alla luce altri inattesi tesori. Il professor Patrizio Pensabene, docente di Archeologia classica nell’ateneo della capitale, alla guida da nove anni di altrettante campagne di scavo all’interno del sito Unesco, presenterà i risultati dell’ultima attività scientifica questa mattina al convegno internazionale sulla Villa Romana, in programma per quattro giorni a Palazzo Trigona, fino al 10 novembre. Al centro degli interventi dei relatori “La Villa restaurata e i nuovi studi sull’edilizia residenziale tardoantica”. La scoperta più curiosa, al centro di un nuovo pavimento dell’edificio termale, è quella... di un’iscrizione ben conservata, realizzata con tessere bianche di mosaico su campo quadrato rosso. Si legge “Treptona bibas”, una sorta di acclamazione, in cui “bibas” sta per “vivas”, ossia “che tu viva”. “Treptona, che tu viva”: chi era la donna alla quale era rivolto questo inno simbolico? Troppo presto per fare ipotesi. “Il mosaico mostra anche evidenti segni di restauri antichi, sia nella bordura che nel tappeto musivo”, dice il professor Pensabene. Ad accompagnare in tutti questi anni la sua avventura archeologica nella dimora romana il professor Paolo Barresi ed uno stuolo di studenti-archeologi provenienti da diverse università della Spagna e d’Europa. I pavimenti a mosaico della Villa Romana hanno rappresentato per secoli uno spaccato “fotografico” delle tradizioni e degli usi coevi alla costruzione della lussuosa villa imperiale. I sandali scoperti centimetro dopo centimetro durante gli scavi nelle scorse settimane ne sono un esempio. In una delle decorazioni musive appena portate alla luce nel pavimento delle nuove terme appaiono dentro una cornice di forma quadrata due calzari con infradito, una tipologia di mosaico questa, ampiamente diffusa nelle terme romane di età imperiale. Tutta da approfondire, poi, la scoperta di un sistema di colonne monolitiche in marmo, ne sono state già trovate tre, con altrettanti capitelli. “Rimane da definire il carattere di quest’area, che potrebbe però far pensare ad un ingresso monumentale alla Villa Romana”, spiega il professor Pensabene. Individuati poi altri due capitelli marmorei di età imperiale, uno ionico e uno corinzio. Erano reimpiegati in un muro aggiunto tra il V e VI secolo dopo Cristo, sul lato nord, quando l’edificio non era più in uso come terme. Lo stesso edificio termale era stato riutilizzato in età islamica come quartiere artigianale. E tantissimo c’è ancora da scavare e scoprire, serviranno anni di paziente lavoro. Lavori condotti dall’ateneo romano in collaborazione con la Soprintendenza di Enna e il Parco Archeologico. Fra non molto i nuovi mosaici scoperti porranno il problema della loro copertura a fini conservativi. Insomma l’imponente dimora imperiale era più grande di quella che eravamo abituati a conoscere sulle guide turistiche. Roberto Palermo (Giornale di Sicilia - Edizione 7 novembre 2012)
 

Dai rovi al museo

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Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

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Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

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In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

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Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

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Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo