venerdì 31 ottobre 2008

L'Osservatorio Sanitario Permanente incontra il vescovo Pennisi sulle ultime novità relative a declassamento e possibile chiusura di fatto del Chiello

Di Sebastiano Arena

Stasera 30 ottobre 2008 una delegazione dell’Osservatorio Sanitario Permanente (OSP), è stata ricevuta dal Vescovo della Diocesi Mons. Michele Pennisi per parlare di sanità. Erano presenti i medici Sergio Rossitto (che è stato l’ispiratore dell’incontro), Ninni Ciancio, Giuseppe Fanzone, Gino Ramunno e Sebi Arena. La riunione, che si è protratta per circa due ore, ha portato ad un necessario approfondimento della attuale problematica che investe la Sicilia e soprattutto la nostra provincia ed è stata ispirata alla massima cordialità e al dialogo sereno pur nella evidente preoccupazione per il destino degli ospedali dell’ennese e di quelli della diocesi. Il Vescovo, nell’accogliere l’appello indirizzatogli dagli operatori sanitari presenti, ha informato di tutte le iniziative intraprese nei confronti degli esponenti sanitari della Usl di Enna e del Governo regionale, comprese quelle ispirate dalla Conferenza episcopale siciliana. L’Osservatorio ha informato S.E. dello status della lotta cittadina contraria all’attuazione dello schema di decreto Russo e pure al SIOEN di Francesco Iudica che è l’ipotesi di rimodulazione dei quattro ospedali ennesi elaborato dal Direttore della Usl 4. Su quest’ultimo “parto creativo” si è incentrata la massima preoccupazione poiché risulta chiaro che la sua attuazione significherebbe la fine dell’ospedale di Piazza Armerina il quale sarebbe ridotto ad un mero luogo di accoglienza sanitaria con qualche ambulatorio e un reparto di lungodegenza. Il piano SIOEN di Iudica è stato esaminato nelle sue sfaccettature così come è stato illustrato ai Sindaci e all’OSP dal suo autore, ma è apparso subito chiaro che servirà a smantellare l’ospedale nella sua peculiarità di luogo di cura per acuti con la perdita inestimabile di diversi reparti di degenza come la Cardiologia, l’Ostetricia e la Pediatria, mentre gli altri reparti come la Chirurgia, l’Ortopedia e l’Urologia sarebbero relegati ad una operatività di piccola e media complessità mediante una gestione del malato di tipo Five Week Surgery, sistema assolutamente irrealizzabile dove non ci sia anche la presenza di un normale reparto di chirurgia. E’ stato chiarito, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che tutta la iattura del nostro ospedale nasce dalla caparbia e decisionista volontà della regione di effettuare un grosso e drastico taglio dei posti-letto ospedalieri in Sicilia, sia pubblici che privati, e soprattutto dall’iniquo trattamento riservato alla provincia di Enna rispetto ai grossi poli sanitari occidentale e orientale. Da qui l’appello affinché venga rivisto l’indice di “2,1 posti-letto x mille abitanti” assegnato alla nostra provincia e del diritto di averlo innalzato almeno al 3 x 100 in modo da avere a disposizione il numero di 540 posti-letto necessari ad una decente sanità e tali da salvare anche l’ospedale di Piazza. Mons. Pennisi ha mostrato grande solidarietà allo sforzo che la comunità sta facendo per salvare l’ospedale ed ha ricordato, anche con un suo documento, che, pur riconoscendo la necessità di combattere gli sprechi, la sanità deve essere al servizio dell’uomo e per questo è necessario coniugare cura e sollecitudine umana, scienza ed assistenza, diritto alla salute e solidarietà, ricerca ed etica. Ha ribadito inoltre che una riforma sanitaria è fatta anche di potenziamento dei servizi di emergenza e di pronto soccorso oltre che di quelli che riguardano l’assistenza domiciliare e di lungodegenza. Ma ha chiarito che la sanità deve ispirarsi al primato della persona umana e non della malattia in sé, all’unicità e irripetibilità del soggetto. Tali concetti espressi dall’illustre presule e recepiti e condivisi dai presenti non poteva che orientare ancor più verso la ricerca di un dialogo con le autorità sanitarie che a tutt’oggi non è stato e di cui non s’intravede la possibilità che avvenga. Infatti la direzione dell’Usl, come longa manus dei vicerè della capitale, sta dimostrando di voler usare il mero imperio non raccogliendo minimamente gli accorati appelli delle comunità, dei comitati e delle altre istituzioni provinciali e comunali. La delegazione ha informato il Vescovo delle iniziative fin qui prese dalle istituzioni locali e delle prossime che via via si prenderanno affinché si possa far recedere le autorità sanitarie e soprattutto la politica di palazzo dei Normanni – quasi una deriva autoritaria - da posizioni ingiuste e antisociali come finora sta accadendo.

L'ufficio tecnico comunale ha consegnato alla Regione il progetto per le opere di urbanizzazione dell'area artigianale di contrada Bellia

Comunicato amministrazione comunle
Mercoledì, con due giorni di anticipo rispetto alla scadenza prevista, i funzionari dell’UTC hanno consegnato alla regione il rpogetto delle opere di urbanizzazione dell’area artigianale di contrada Bellia.
Il progetto parteciperà al bando pubblicato l’estate scorsa sulla Gazzetta Regionale e rimarrà in ogni caso in graduatoria anche per successivi interventi nel quadro del nuovo POR.
“Devo esprimere un caloroso grazie a tutti coloro che nell’Ufficio Tecnico si sono prodigati perché si potesse presentare al meglio il nostro progetto – commenta il Sindaco – e deve esprimere la più viva soddisfazione per il grande successo tra gli imprenditori.”
“Il bando – continua – richiedeva almeno 20 dichiarazione di interesse da parte delle imprese. A noi ne sono arrivate 83, più di tre per ognuno dei lotti disponibili, che sono 27”.
Le 83 domande sono state presentate soprattutto da attività legate all’automobile (20 tra carrozzieri e meccanici, 3 lavaggi, 2 elettrauti, due aziende di noleggio pullmann, 2 componentistica), all’edilizia (8 aziende e 14 laboratori), all’alimentare (8 aziende), all’agricoltura (3 aziende), al riciclo materiali (2 aziende) e ad altri settori vari (19 aziende, tra cui orologeria, impiantistica, tipografia).
“Un tale successo – dichiara il Sindaco – potrebbe anche aprire le porte a diverse soluzioni che riguardano la costruzione dei capannoni: si potrebbe chiedere i finanziamento attraverso i bandi POR, ma si potrebe anche costituire un consorzio tra gli imprenditori più motivati per procedere alla realizzazione dell’area. Ma il segnale più interessante – conclude – sta proprio nella risposta in sé degli imprenditori: se vogliono investire, vuol dire che credono nel futuro e questo, di per sé, è garanzia il miglioramento delle condizioni di vita nella nostra città.”

giovedì 30 ottobre 2008

Città ostaggio dei problemi finanziari di Sicilia Ambiente e dell'Ato Rifiuti. A gennaio salta il tappo.

PIAZZA ARMERINA. La nostra città è ormai ostaggio dei problemi finanziari di Sicilia Ambiente e dell'Ato Rifiuti. Le casse comunali stanno liquidando 35 mila euro per svincolare per altri 4 mesi due autocompattatori e un'autospazzatrice, rimaste ferma da settimane. In una nota dello scorso 23 ottobre, a firma di Rosario Agozzino, presidente di Sicilia Ambiente, inviata all'amministrazione comunale, si legge: "...dopo aver contattato la società G. Fleet, abbiamo dovuto constatare che il fermo dei mezzi in questione non è dovuto solamente al mancato pagamento dell'assicurazione R. C., pagamento avente scadenza quadrimestrale, ma anche al mancato pagamento della rata di noleggio dei mezzi, pari complessivamente a circa 85 mila euro. La società G. Fleet ha accettato un accordo secondo il quale la stessa sarebbe disposta a svincolare l'utilizzo dei mezzi dietro pagamento di 35 mila euro". E così con i nostri soldi ci sobbarchiamo anche il pagamento del noleggio dei mezzi alla società G. Fleet. Dall'ottobre del 2007 il Comune ha anticipato 1 milione e 127 mila euro per stipendi ai lavoratori, carburante e manutenzione dei mezzi. Avanti in questo modo non si potrà andare. A gennaio rischia di saltare il tappo. I mini Ato su base territoriale non decollano, la Regione sta "trattenendo" circa 400 mila euro di somme del "Fondo per le autonomie", considerando il comune come "debitore" po quota per l'anticipazione di 3 milioni di euro concessa all'Ato ennese. La Ragioneria parla di rischio del patto di stabilità, problemi potenziali per lo stesso pagamento del personale comunale ed è partito un ricorso al Tar contro il provvedimento dell'assessore regionale Scoma. Ogni mese tra stipendi dei netturbini e carburanti dei mezzi occorrono almeno 70 mila euro. Tra qualche mese, quando il comune armerino avrà rischiato il fondo delle anticipazioni possibili, esploderà di nuovo l'emergenza rifiuti in città. http://robertpalermo.blogspot.com

COsterà quasi 3 milioni di euro il parcheggio seminterrato di Piazza Falcone Borsellino. Serve mutuo comunale da 700 mila euro.

Per avviare la gara d’appalto dei parcheggi seminterrati di piazza Falcone Borsellino le casse comunali dovranno contrarre un mutuo di 700 mila euro. Somma che si aggiungerà ai 2 milioni di euro di fondi statali già previsti per realizzare l’opera. Questo quanto emerso dalla relazione dell’ingegnere capo, Mario Duminuco, responsabile del settore Lavori pubblici, fatta alla commissione consiliare Programmazione e bilancio, presieduta dal consigliere Fabio Monasteri. “Oggi che siamo pronti per l’esperimento della gara di appalto, occorre procedere all’aggiornamento dei prezzi del progetto al nuovo prezziario regionale”, ha spiegato Duminuco al presidente Monasteri e ai consiglieri Giuseppe Venezia, Giuseppe Capizzi e Giuseppe Falcone. Un aggiornamento che costerà alle casse comunali altri 500 mila euro che si aggiungeranno ai 200 mila euro già previsti per il mutuo con la Cassa Depositi e prestiti. E questo perché, come sottolineato alla commissione, “il prezzo che più incide per la realizzazione dell’opera è il cemento armato che ha subito un aumento notevole”. Ed ecco che il mutuo, così, lievita a 700 mila euro. “Già al momento in cui è stato approvato il progetto esecutivo non era prevista la pavimentazione del parcheggio internamente ed esternamente ed il Comune interveniva con somme proprie al completamento del contributo dello Stato con 200 mila euro attraverso il mutuo”, afferma Duminuco. “La commissione prende atto della relazione e si riserva di esprimere l’eventuale parere nel momento in cui sarà richiesto dall’amministrazione”, affermano i consiglieri alla fine della discussione, così come emerge dal verbale della seduta. Insomma tutto rinviato. E si tratta dell’ennesima volta negli ultimi cinque anni. Ufficio tecnico e studio di progettazione dovranno calibrare il progetto al nuovo tariffario. Quindi la proposta dell’amministrazione comunale dovrà passare dalle commissioni consiliari competenti, prima fra tutte la commissione Lavori pubblici. Quindi il passaggio in aula per l’approvazione del mutuo “lievitato” a 700 mila euro. A quel punto, se non ci saranno altre sorprese, si potrà procedere alla gara d’appalto, non gestita, però, direttamente dagli uffici comunali, ma dall’Urega, l’ufficio regionale per le gare d’appalto, sezione di Enna. In pratica la partenza dei lavori, se mai inizierà il cantiere, viene differita di almeno altri otto mesi. I fondi della ex legge Tognoli in attesa di essere spesi ammontano a poco più di due milioni di euro, oltre al mutuo di 700 mila euro ora necessario. All’interno del partito Democratico, il cui gruppo consiliare è maggioranza in aula, alcuni consiglieri nutrirebbero qualche perplessità sulla necessità dell’opera pubblica. Sia sotto il profilo del sistema complessivo dei parcheggi in città, sia sotto quello dell’impatto ambientale e architettonico dell’infrastruttura. E proprio su quest’ultimo punto il primo cittadino Carmelo Nigrelli aveva manifestato qualche dubbio. La pratica “parcheggi”, però, è ormai ad una fase troppo avanzata. Se non va avanti a farsi avanti sarà la Corte dei Conti. Le spese di progettazione di questi dieci anni vanno comunque pagate tutte, anche ad opera non realizzata. Dal Giornale di Sicilia del 27 ottobre 2008 http://robertpalermo.blogspot.com

mercoledì 29 ottobre 2008

"La città non è populista, è Iudica che si è sottratto al confronto in consiglio comunale". Ordine del giorno della conferenza dei capigruppo

PIAZZA ARMERINA. "Ai consiglieri comunali sembra strano che il dottor Iudica definisca populista, non razionale, ed emozionale, chi lavora a difesa dell'ospedale (osservatorio permanente ospedaliero, comitato cittadino per la salute, sindaco, giunta, consiglieri comunali, partiti politici, associazioni, cittadini), dimenticando di essersi sottratto al confronto con il consiglio comunale, nonostante fosse stato invitato più volte". Così in modo unanime la conferenza dei capigruppo consiliari in un ordine del giorno approvato il 27 ottobre. La presa di posizione dei capigruppo segue un articolo su La Sicilia, a firma di Agostino Sella, nella quale molte delle parole del manager non sono state gradite. Sullo scippo del "punto nascita" i consiglieri ricordano al direttore generale dell'Ausl che "anche pochi minuti di strada in un territorio impervio possono risultare fatali alla partoriente ed al nascituro". http://robertpalermo.blogspot.com/

martedì 28 ottobre 2008

Declassamento Chiello. Ethel Consiglio: "Cittadini e malati pagano gli sprechi fatti da altri". Aloi: "Piano di Rientro solo ragionieristico"

di Esmeralda Rizzo
Ethel Consiglio, componente della Direzione nazionale del Pd, interviene a proposito del Piano di rientro, che mette a rischio chiusura tre ospedali in provincia di Enna, penalizzando fortemente le aree interne della Sicilia e il diritto, costituzionalmente sancito, alla salute. “Invece che affrontare i veri nodi che hanno portato al deficit del sistema sanitario regionale, -dichiara Ethel Consiglio - il governo Lombardo pensa di far pagare ai cittadini e ai malati gli sprechi che si sono compiuti. La sanità siciliana dal 2001 ad oggi ha prodotto ingenti disavanzi senza crescere in termini di qualità diffusa, affermando un’idea di sanità che ha visto in questi anni l’ingerenza invasiva della politica, che invece dovrebbe stare fuori quando si tratta di servizi essenziali, come, appunto, quello sanitario”. Il Piano di rientro, per essere un’opportunità positiva, avrebbe dovuto offrire un complesso organico di criteri e di misure per il risanamento e la razionalizzazione della sanità siciliana, non un’arbitraria e irrazionale sfilza di tagli. “La scelta è stata invece di calare la scure sulla medicina ospedaliera senza aver prima creato le strutture di medicina del territorio - aggiunge ancora la Consiglio - e senza aver instaurato tavoli di concertazione”. Basti pensare che il Piano di Rientro che era stato concordato da Cuffaro con il Governo Prodi prevedeva un taglio di 2.400 posti letto. Il Piano concordato da Lombardo con Berlusconi ne prevede più del doppio: 5.700!
“Ritengo che la sanità siciliana vada cambiata profondamente e non semplicemente tagliata, - continua e va al cuore del problema - infatti occorre un Piano Sanitario serio, che in Sicilia non si approva dal 2000, che coniughi la riduzione della spesa con la tutela del diritto alla salute. Attuando strategie per un’efficace integrazione socio-sanitaria, preliminare a qualunque ipotesi di taglio dei presidi ospedalieri che, in realtà completamente prive di servizi territoriali, esproprierebbero i cittadini dei livelli essenziali di assistenza. Significa, ancora, riduzione delle liste d’attesa, che rendano i siciliani finalmente “Cittadini con la C maiuscola”, senza costringerli a ricorrere all’amicizia politica anche per effettuare un esame routinario o, peggio, richiesto per ragioni di patologia. O, ancora, potenziare e rendere veramente efficaci reparti essenziali come per esempio quello di oncologia, che inspiegabilmente continua a non essere dotato della radioterapia, ormai essenziale in quasi tutti i trattamenti oncologici”.
“Io credo – conclude Ethel Consiglio – che in materia di sanità parlare di “razionalizzazione e riordino” della spesa, non può e non deve significare tagli ai servizi, in una Regione in cui questi sono già carenti, ma piuttosto, riduzione degli sprechi veri e soprattutto l'avvio di una rivoluzione culturale di fondo che, ribadisco, porti fuori dalla sanità la politica, che in questi anni ha prodotto solo danni e disservizi”.

Difensore civico Pino Aloi
La vicenda che in questi mesi angoscia la Città di Piazza Armerina e di cui i giornali parlano è la chiusura dell’Ospedale “Chiello”.
Non è ammissibile che un piano ospedaliero piuttosto che rispondere alle esigenze del territorio e della salute dei cittadini, venga articolato su base ragionieristica. Anziché contenere, o meglio tagliare, gli sprechi della carta sanitaria vengano di contro penalizzati gli operatori del servizio socio-sanitario e quindi l’utenza.
Pensiamo a quanti che per usufruire di un servizio sanitario saranno costretti a spostarsi presso altre strutture con conseguenti disagi economici, logistici e difficoltà sia per il malato sia per coloro che dovranno assisterlo nell’iter ospedaliero.
E’ inaccettabile che si proceda a tagli indiscriminati operati ai danni delle comunità interne dell’isola dove già la desertificazione con l’emigrazione cresce ogni giorno. Purtroppo non siamo nuovi a situazioni simili cioè essere depauperati di una risorsa occupazionale, economica, finanziaria e sociale.
Il coro di protesta elevato dalle forze politiche, istituzionali e sindacali, con riunioni e dibattiti hanno portato a conoscenza tutti i cittadini della perdita della struttura ospedaliera invitandoli a mobilitarsi affinché il provvedimento di ridimensionamento ospedaliero non venga attuato dalla Regione Siciliana.
Per la salvaguardia dell’Ospedale, dopo quanto è stato manifestato e ribadito, nell’ambito della riorganizzazione della sanità, bisogna passare dalla protesta alla proposta suggerendo delle soluzioni che possano servire a migliorare la nostra struttura ospedaliera affinchè la stessa possa erogare servizi sanitari di qualità.

lunedì 27 ottobre 2008

San Giuseppe. "Chi non vuole l'anticipazione finanziaria lo dica subito", dice Bascetta. Pappalardo: "Pronto a firmare". Venerdì incontro.

PIAZZA ARMERINA. “Ci era stato dato l’impegno che l’anticipazione finanziaria sarebbe scattata in tre o quattro settimane, sono passate quasi dieci settimane dall’accordo d’agosto e la firma all’operazione bancaria ancora non si vede, da martedì comincia l’assemblea permanente dei dipendenti al Comune”. Nuove proteste in vista per i dipendenti della Casa di Riposo San Giuseppe dopo la mancata corresponsione delle 13 mensilità arretrate. Ad annunciare la nuova protesta il sindacato Cobas, con una nota, a causa dei “ritardi inspiegabili nella ratifica del mutuo bancario che avrebbe dovuto essere acceso presso la banca Carige, per potere venire incontro alle esigenze di sopravvivenza dei lavoratori”. In tutto circa 700 mila euro di nuova liquidità per le casse dell’istituto assistenziale che porterebbero nelle tasche dei lavoratori almeno 7 buste paga arretrate. Una vera e propria boccata d’ossigeno dopo anni di proteste, sit in e scioperi. “Non avendo avuto, alla data odierna, nessun cenno in merito, il sindacato proclama lo stato di agitazione dei lavoratori della Casa di Riposo e indice un’assemblea permanente presso i locali del Comune, a partire dalle ore 8 del 28 ottobre”, spiega Luigi Bascetta, coordinatore provinciale dei Cobas. Insomma sindacati e lavoratori, adesso, non si fidano più e chiedono alla banca, ai vertici della Casa di Riposo e alla stessa amministrazione comunale di uscire allo scoperto e chiarire cosa sta succedendo. “Se qualcuno non vuole firmare questo accordo lo dica in modo chiaro, ci porteremo alle 8 di martedì all’atrio Fundrò e apriremo un’assemblea permanente, chiediamo spiegazioni in tempi brevissimi e non ci sposteremo dai locali comunali fino a quando non otterremo la firma dell’anticipazione finanziaria”, aggiunge Bascetta, il quale da mesi sta seguendo con i dipendenti l’evoluzione della pratica. In base all’accordo “d’agosto” la Casa di Riposo cedeva alla banca Carige i 15 mila euro di crediti per le rette degli ospiti vantate ogni mese dall’istituto nei confronti del Comune. E l’istituto di credito effettuava l’anticipazione finanziaria di 700 mila euro, potendo contare sull’entrata certa dalle casse comunali. http://robertpalermo.blogspot.com/

“Non ho alcun problema, sono disposto fin da subito a firmare l’anticipazione finanziaria con la banca Carige”. A dichiararlo Pino Pappalardo, commissario della Casa di Riposo “San Giuseppe”, raggiunto telefonicamente. Il dirigente dell’istituto assistenziale ha confermato che prenderà parte al vertice in programma venerdì presso l’istituto di credito, alla presenza del sindaco Carmelo Nigrelli e dei responsabili della banca di piazza Garibaldi.

Piazza Armerina, città di scippi storici, invidie e vendette.

di Sebastiano Arena

Piazza Armerina, una cittadina che nel suo cammino storico ha avuto grandi fortune e molte invidie, subisce ancora una volta il triste destino di una classe politica dominante che la punisce e si vendica. é una specie di eterna maledizione che non riuscirà mai a scrollarsi di dosso poiché i difetti dei suoi abitanti sono innumerevoli e dannosi, mentre i pregi, che sono pure numerosi, non emergono e anzi suscitano rancore e rivalità nei paesi vicini e nei luoghi del potere provinciale e regionale. Questi giudizi sembrano apparentemente pregiudizi, ma alcuni fatti starebbero a dimostrare che sono veritieri. Chi, poi, avrebbe la forza di difendere la città, non lo fa e spesso gioca a far credere che lo fa. Quanto invece sono ammirevoli i politici di altri luoghi che, nel momento della necessità e dell’emergenza, testimoniano la loro appartenenza col sacrificio a volte eroico. Da noi rimane la vigliaccheria camuffata di “scuma”.
Non è il caso di rispolverare ab ovo le disgrazie di questa città, poiché è risaputo che l’arabo-normanna ‘Blâtsah fu pure distrutta per la sua dabbenaggine, nella seconda metà del sec. XII. Senza scorrere il rosario della sua storia interessante, ma infelice, voglio accennare soltanto alle vicende più recenti.
1812: Piazza, che aveva un posto nel Parlamento Siciliano, si fece rappresentare da un nobile palermitano che sconosceva la città che, dunque, fu scippata della provincia che invece fu attribuita a Caltanissetta.
1926: avvenne il 2° scippo della provincia. Piazza era, coi suoi 38.000 abitanti, fino al 1926, capoluogo di Circondario nella provincia di Caltanissetta e, stando al criterio di scelta del regime fascista di far diventare province i capoluoghi di Circondario, Piazza doveva essere scelta. Ma il fascismo, a cui la città era invisa a causa del suo vescovo Mario Sturzo (fratello maggiore di Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare) e dunque dichiarata sovversiva, fu sacrificata a favore di Enna, abitanti 30.000. Piazza venne sistematicamente spogliata di servizi e uffici a favore del nuovo capoluogo. I piazzesi non mossero un dito, neppure quando nel 1943, in contrada Soldano gli Starrabba ospitarono per alcuni mesi il Maggiore Poletti, capo dell’Amministrazione alleata in Sicilia, a cui i cittadini posero la questione della provincia, ma non lo fecero più di tanto. Eppure Poletti fece diventare provincia la città di Caserta, anch’essa considerata sovversiva dal Duce. I rapporti si fecero astiosi tra Piazza ed Enna e ancora i piazzesi ne avvertono la memoria nonostante il ricambio generazionale.
1994: ritorno alla carica per far chiudere l’ospedale cominciandolo a decurtarlo di posti-letto da 225 a 153. Il Piano sanitario regionale del tempo prevedeva che il Presidente della provincia prendesse contatti coi sindaci i quali, essendo i responsabili della salute pubblica dei Comuni, preparassero le modifiche del piano e le facessero pervenire alla sede provinciale. Non un solo esponente della sanità o un solo tecnico venne contattato, né una organizzazione sanitaria e il Sindaco del tempo si limitò ad attendere gli eventi. All'ospedale di Piazza venne indetta un'assemblea di tutte le organizzazioni sindacali sanitarie e di tutti i primari che esaminarono con preoccupazione e con scrupolo la problematica e diedero indicazioni sulla linea da seguire nella lotta per la salvezza dell'ospedale. Il Comitato, appositamente creato, diramò diversi comunicati-stampa che richiamassero l'opinione pubblica sul problema. A ciò seguì un Consiglio Comunale appositamente convocato che approvò all'unanimità un documento unitario nel quale si dichiarava la contrarietà del Consiglio Comunale e della cittadinanza alla diminuzione dei posti-letto e alla eliminazione dei Servizi di Cardiologia - Urologia - Nefrologia - Centro Trasfusionale - Otorinolaringoiatria. Il Sindaco del tempo trasmise subito questo documento al Presidente della Provincia. Il Colpo di scena avvenne a questo punto: l' Assessore Comunale alla Sanità uscì dal cilindro un progetto trasversale e affermò che questo rappresentava la proposta che l'Amministrazione comunale presentava alla Provincia. Il cosiddetto "progetto dell' Amministrazione" in pratica proponeva l'accorpamento dell' ospedale di Piazza con quello di Enna in modo da farne un' azienda unica, cioè trasformava il "Chiello" in una specie di succursale dell'ospedale di Enna.
Fortunatamente si levò un coro di protesta dalla cittadinanza, dagli operatori sanitari e da tutti i consiglieri comunali, affinché il Sindaco si mettesse a capo del dissenso con proposte serie e credibili e, dopo una serie di azioni di lotta condotte in città, presso l’Usl e davanti all’Assessorato di Palermo, il pericolo della chiusura fu scongiurato anche se i posti-letto furono ridotti.
2007: un nuovo Piano sanitario proposto dall’assessore regionale Lagalla, teso a razionalizzare la spesa e far rientrare la sanità siciliana dal deficit pauroso in cui è piombata, prevedeva la decurtazione in tutta l’Isola di circa 2800 posti-letto. Anche in quell’occasione avvenne la mobilitazione di tutta la Sicilia contro il Piano che, di fatto, mortificava tutta la sanità pubblica e privata. Anche in quell’occasione si comprese come l’ospedale di Piazza corresse il concreto pericolo di chiudere a causa della decurtazione del numero minimo dei posti-letto. Fu constatato come l’ospedale progressivamente e costantemente veniva abbandonato a se stesso e ad una lenta ed inesorabile agonia. Era la strategia vincente di cui ancora se ne subiscono le conseguenze: gli ascensori non venivano riparati, le telecamere e il servizio di sorveglianza venne smantellato, il bar chiuso, tutti i numerosi ingressi al nosocomio rimanevano aperti notte e giorno e in balia dei malintenzionati e dei vandali, ogni richiesta elementare veniva disattesa. Già un anno addietro i progetti per il cosiddetto risparmio di gestione prevedevano che, se un medico andava in quiescenza, non veniva sostituito e capitava pure che un secondo medico in interdizione per malattia non veniva sostituito. Capitava pure che dall’oggi al domani, un medico da un reparto veniva trasferito ad un altro senza alcun preavviso. Capitava pure che il risparmio venisse caricato sulle spalle dei cittadini anziani o meno abbienti ai quali era ridotta la fornitura degli ausili e presidi. Si creò nel nostro ospedale un’atmosfera di prevaricazione usata a colpi di ordini di servizio iniqui e illogici e di cui non si rispondeva a nessuno. Veniva usata la semplice e feroce logica di sfiancare i dipendenti, soprattutto medici ed infermieri, che invece di poter lavorare con dignità e con la necessaria serenità che il loro lavoro esige, finivano con l’essere stressati, mortificati e delusi, consapevoli di non svolgere come volevano quel lavoro etico che è la professione sanitaria. Tuttavia, dopo le solite e sfiancanti lotte, con la costituzione dell’Osservatorio Permanente Ospedaliero, un Comitato cittadino e con l’appoggio del Consiglio comunale, si ebbero alcuni mesi di tregua.
2008. A Palermo fu sostituito l’assessore Lagalla con l’assessore Massimo Russo, un magistrato prestato alla politica, il quale, sulla scorta del piano Lagalla volle dimostrare ai tecnici ministeriali quanto virtuosa e volenterosa fosse la nostra Isola al fine di risanare il suo deficit. Così fece preparare un nuovo progetto di rimodulazione della rete ospedaliera ancora più restrittivo e penalizzante, che prevede una riduzione di 5.702 posti letto anziché 2.800 come programmato inizialmente nel piano. Il resto è storia nota. Per la provincia di Enna sono previsti soltanto 365 posti-letto a fronte dei 718 assegnati, l’unificazione dei 4 nosocomi in due ospedali (Nicosia ed Enna), la sospensione dei due ospedali per acuti di Piazza e Leonforte , la creazione di due presidi territoriali di assistenza a Piazza e Leonforte.
A Piazza in particolare è stato effettuato lo scippo maggiore: si e no avrà una quarantina di posti-letto per fare Medicina generale e Lungodegenza, Dialisi; la Chirurgia e l’Urologia saranno degradate a Five Week Surgery, vi sarà qualche ambulatorio, un centro di accoglienza mascherato da Pronto Soccorso, alcuni servizi territoriali. Perderà la Cardiologia, l’Otorinolaringoiatria, la Pediatria, l’Ostetricia e l’Ortopedia, il Centro trasfusionale e altri servizi che saranno centralizzati. No so se è poco! Lo scippo a lungo meditato giunge al suo perfezionamento.
Piazza Armerina, che ha difeso coi denti in questi anni il suo ospedale, stavolta non soccombe sotto le picconate di Enna, ma sotto quelle ben più potenti di Caltagirone. Potenza della politica! Vi ricordate che quel gentiluomo di assessore comunale Innocenzo Di Carlo che alcune settimane addietro invitò al Consiglio i sindaci del bacino d’utenza del nostro distretto? Ebbene, quelli erano i sindaci di Mirabella, S. Michele di Ganzaria e San Cono, centri del distretto sanitario di Caltagirone, ma che utilizzavano molto il nostro ospedale. Non si presentarono e si capisce il perché. L’ospedale di Caltagirone ora può respirare, giustizia è fatta! Finalmente Piazza, che con la sua posizione geografica lungo l’asse Caltagirone-Enna toglie il disturbo per far posto agli avvoltoi che divideranno le sue spoglie. Viva le Quattro Erre dell’assessore Russo sbandierate ai quattro venti: responsabilità, regole, rigore e risultati! Peccato che le prime tre le abbia eluse in partenza. Il destino della quarta è prevedibile: una discreta sanità concentrata nell’ambito dei grandi centri metropolitani. Per l’altra Sicilia solo danni e delusioni.

domenica 26 ottobre 2008

Copertura Villa Romana. Non ci saranno trasporti eccezionali.


PIAZZA ARMERINA. "Non ci saranno trasporti eccezionali per trasferire all'interno dell'area archeologica i pezzi della copertura che si stanno realizzando a Favara". A dichiararlo un braccio destro dell'architetto Guido Meli, progettista della Villa Romana. Ed allora dobbiamo riconoscerlo tutti con estrema chiarezza: la decisione di trasferire per un certo periodo i titolari delle bancarelle all'interno dell'attuale parcheggio della Villa Romana è stata un'assurdità dietro la quale esiste una regia occulta. Qualcuno ancora oggi deve spiegare, fatti alla mano, quanti e quali trasporti eccezionali siano stati fatti lungo il tratto di sp 90 in cui abitualmente si trovano gli stand. http://robertpalermo.blogspot.com/

venerdì 24 ottobre 2008

Di nuovo crisi per la San Giuseppe, l'anticpazione finanziaria ancora non arriva e scatta nuova ondata di proteste a partire dal 28 ottobre.

PIAZZA ARMERINA. "Ritardi inspiegabili nella ratifica del mutuo bancario che avrebbe dovuto essere acceso presso la Banca Carige per potere venire incontro alle esigenze di sopravvivenza dei lavoratori". Così Luigi Bascetta annuncia l'assemblea permanente a partire dalle 8 del 28 ottobre per i lavoratori della Casa di Riposo San Giuseppe, ancora con 13 stipendi arretrati ed in attesa di una soluzione "bancaria" alla crisi che non è finora mai arrivata, nonostante l'accordo d'agosto siglato alla Sala delle Luci con il sindaco Carmelo Nigrelli. "Non avendo avuto, alla data odierna, nessun cenno in merito, proclama lo stato di agitazione dei lavoratori della Casa di Riposo “San Giuseppe” e indice un’assemblea permanente presso i locali del Comune a partire dalle ore 08.00 del 28 ottobre 2008", dice Bascetta. http://robertopalermo.blogspot.com/


E INTANTO GLI EX REDDITO MINIMO CHIEDONO DIMISSIONI DELLA GIUNTA NIGRELLI. "CI HANNO DELUSO, NON CI HANNO APPOGGIATO NELLA LOTTA DI QUESTI GIORNI".
Da tre giorni e tre notti hanno occupato i corridoi del palazzo comunale, in attesa di una notizia che arrivi dall’assemblea regionale. I lavoratori dei cantieri di servizio dal primo ottobre sono rimasti senza lavoro e senza indennità. Ed hanno deciso di dire basta, minacciando azioni eclatanti pur di vedere conservato il loro posto di lavoro. Ieri mattina si respirava un clima molto teso all’interno del palazzo comunale. Uomini e donne dell’ex reddito minimo d’inserimento non sembrano fidarsi più della politica e dei politici. “Di qui non ci muoveremo fino a quando non avremo risposte concrete sulla copertura finanziaria dall’assemblea regionale”, spiegano. Disposti su due file di sedia, lungo il corridoio del secondo piano del palazzo dell’atrio Fundrò, molti di loro hanno attraversato la notte nei locali comunali. Clima diventato incandescente con l’amministrazione comunale, accusata dai rappresentanti sindacali di non appoggiare con azioni concrete questo momento difficile di lotta. “Chiediamo le immediate dimissioni di tutta la giunta comunale, a partire dal sindaco Carmelo Nigrelli e dall’assessore alla Solidarietà sociale Lina Grillo, non ci è stato dato nessun contributo neanche per acquistare il cibo in questi giorni di assemblea permanente tra i corridoi comunali”, spiegano in modo congiunto i lavoratori Vincenzo La Russa per la Cgil e Samuele Romano per i Cobas. “Siamo in condizioni di grande difficoltà economica, solo il responsabile dei Cobas, Luigi Bascetta, e quello della Cgil, Emanuele Velardita, hanno tirato fuori dalle loro tasche 50 euro ciascuno per consentirci di affrontare qualche spesa della protesta in corso”, afferma Romano. “Per non parlare dei bagni comunali, tenuti chiusi, qua ci sono donne e madri che hanno il diritto di poter usufruire dei servizi igienici, non siamo bestie”, urla La Russa, subito dopo aver notato la comparsa sulla porta dei bagni di un cartello: “Non utilizzare il bagno, condizioni igienico-sanitarie inesistenti”. Ma quando il bagno verrà aperto le condizioni igienico-sanitarie saranno, invece, assolutamente buone. Una fatto che ha scatenato l’ulteriore rabbia dei lavoratori. Insomma gli ex reddito minimo chiedono un appoggio morale concreto e non a parole. I due rappresentanti sindacali si sono recati a protestare anche dal segretario generale Carolina Ferro. Ed hanno continuato a protestare anche con altri assessori comunali presenti tra gli uffici comunali. E intanto si attenda che possa passare un emendamento di due milioni di euro, da discutere in commissione regionale Bilancio, per la copertura finanziaria degli ultimi mesi del 2008. L’emendamento, poi, dovrebbe passare in discussione all’assemblea regionale per la discussione ed eventuale approvazione. Dal Giornale di Sicilia - Edizione del 24 ottobre

mercoledì 22 ottobre 2008

A proposito di Chiello. Rifiuti sanitari pericolosi accumulati al piano terra. Contenitori fradici, divelti e liquidi in alcuni casi fuoriusciti.

PIAZZA ARMERINA. Scatole aperte, altre rese fradice dal versamento di liquidi interni, in parte finiti anche sul pavimento. Rifiuti sanitari pericolosi depositati in gran quantità nei magazzini dell’ospedale Chiello, in attesa di essere trasferiti da una ditta specializzata. Si tratta di almeno 150 “contenitori monouso per rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo”, come si legge sulle scatole di carta da 60 litri. E le scatole si trovano a pochi metri dal piccolo ascensore di servizio, il numero 12, utilizzato dagli ausiliari come portavivande ai vari reparti del presidio sanitario. Una situazione che sta facendo preoccupare una parte del personale che ogni giorno si trova a contatto con l’area. Testimoni riferiscono una situazione ancora più critica nei giorni scorsi, quando viene descritta la presenza di un numero ancora maggiore di contenitori, con il deposito quasi del tutto riempito, come non avviene normalmente, e la presenza di una piccola parte di liquidi sanitari sul pavimento e sulle stesse scatole. Contenitori anche molto recenti, nei quali vengono rinchiusi dai sanitari dei vari reparti il materiale utilizzato per l’ordinaria attività quotidiana. Ad esempio, su una scatola, recante la data del 14 ottobre, si può leggere, nella voce “reparto” la dicitura “blocco operatorio”. Sugli stessi contenitori bianchi e gialli si legge un avvertimento specifico su un lato: “Materie infettanti – in caso di danneggiamento o di perdita avvertire immediatamente l’autorità sanitaria”. E molti contenitori monouso di carta si presentano fradici e bagnati dai liquidi interni, o ancora divelti. Le perdite, in pratica, in alcuni casi ci sono già state, come confermano alcuni testimoni, e vi è il rischio che ve ne siano altre. Un’area per fortuna non frequentata dall’utenza, in un’area non troppo lontana dalle cucine dell’ospedale. Accanto ai contenitori di carta si trovano quelli di plastica, i quali danno maggiori garanzie in termini di sicurezza. Il deposito si trova al pano terra e presenta un ingresso da un cortile interno al presidio sanitario, utilizzato spesso da alcuni dipendenti dell’Ausl 4 di Enna. Nei giorni scorsi un primo carico sarebbe stato effettuato da una ditta specializzata, prelevando una parte dei rifiuti sanitari. Giornale di Sicilia - Edizione 20 ottobre http://robertpalermo.blogspot.com/

56000 euro in tre settimane dal contributo-anticipazione volontario di 100 euro sulla Tia 2008. Leggera delusione.

PIAZZA ARMERINA. Ammontano a 56 mila euro i soldi finora incassati dal Comune con il meccanismo del versamento volontario e spontaneo di parte della tariffa sui rifiuti del 2008. E questo a circa tre settimane dall’avvio della sperimentazione del sistema. La somma finora riscossa non sembra entusiasmare molto gli addetti ai lavori. A pagare, finora, è stato meno del 10 per cento dei contribuenti piazzesi, raggiunti a casa tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre dalle lettere spedite a tappeto dagli uffici comunali. http://robertpalermo.blogspot.com

La fiera del bestiame salterà anche a ottobre. Occorrono altri 200 mila euro per sistemare l'ex Siace. Forse a gennaio. Si chiamerà Fiera di Piazza.

PIAZZA ARMERINA. Occorreranno altri 200 mila euro per completare l’adeguamento dell’area ex Siace e consentire la riapertura della fiera del bestiame, ferma da ormai un anno. La cifra esatta verrà fuori dal computo metrico ancora in corso all’ufficio tecnico. Somme cospicue, per ora non previste in bilancio. Per questo sarà necessaria una variazione di bilancio del consiglio comunale. Il grosso della somma dovrà servire a realizzare all’interno dell’ex cartiera di contrada Bellia una tettoia in ferro per il ricovero dei cavalli. La fiera salterà anche per il mese di ottobre, nonostante i programmi iniziali dell’assessorato al Commercio prevedevano la riapertura a fine settembre. E a questo punto non è certo che tutto sia pronto per la fine di novembre. Non escluso, anzi probabile, che tutto potrà essere pronto solo a gennaio. Una novità riguarda, inoltre, il nuovo nome che verrà attribuito all’appuntamento zootecnico. Non più “Fiera Cavalli Sicilia”, ma “Fiera di Piazza”, rispolverando alcuni appunti dello storico Chiarandà sulla tradizione dell’evento e le sue origini che sembrerebbero aver suggerito la nuova dizione. http://robertpalermo.blogspot.com

lunedì 20 ottobre 2008

Negli ultimi 12 mesi anticipati dal Comune all'Ato Rifiuti 1 milione e 127 mila euro. E adesso tre mezzi sono rimasti senza assicurazione.

Ecco in modo analitico, mese per mese, voce per voce, quanto è stato anticipato negli ultimi 12 mesi dalle casse comunali all'Ato Rifiuti per il pagamento di stipendi del personale armerino, carburante e manutenzione mezzi:




Il 14 ottobre scorso una nota inviata da Sicilia Ambiente all'amministrazione comunale ha comunicato l'avvenuta scadenza delle assicurazioni per due autocompattatori e un'autospazzatrice. L'elenco è stato inviato dagli uffici comunali all'assessore regionale alle Autonomie locali, Francesco Scoma, per convincerlo a non "trattenere" i 426 mila euro di Fondi per l'autonomia" che sarebbero dovuti arrivare alla città dei mosaici (vedi precedente articolo sul seguente link http://robertpalermo.blogspot.com/2008/10/ato-rifiuti-nuovo-ricorso-al-tar-del.html)
Sull'edizione odierna del Giornale di Sicilia (21 ottobre), intanto, potrete leggere i primi dati sulle somme incamerate dalle casse comunali attraverso il contributo-anticipazione volontario dei cittadini e delle imprese sulla Tia 2008. http://robertpalermo.blogspot.com/



"Chi nel centrosinistra non vuole i parcheggi seminterrati lo dica subito e in modo chiaro alla città". Rosario Paternicò, Pdl.


PIAZZA ARMERINA. “Se qualcuno nel centrosinistra e nell’amministrazione comunale non vuole fare più i parcheggi seminterrati di piazza Falcone Borsellino da 2 milioni euro esca allo scoperto e lo dica espressamente”. Il presidente della commissione consiliare Lavori pubblici, Rosario Paternicò, esponente del Popolo delle Libertà, ricorda come l’opera pubblica è destinata a portare occupazione in città ed è in gestazione da un decennio. “Sembra incredibile, ma ogni volta che ci avviciniamo alla partenza dei lavori qualcuno esce fuori dal cilindro una nuova sorpresa, un nuovo improvviso e inaspettato intoppo, non ultimo la necessità di dover prevedere altri 500 mila euro da aggiungere al finanziamento pubblico previsto da tempo”, dice Paternicò, il quale ricorda come “questi problemi quando il consiglio comunale si espresse positivamente sull’esecuzione dell’opera non erano stati prospettati da nessuno”. http://robertpalermo.blogspot.com/

Ato Rifiuti. Nuovo ricorso al Tar del Comune contro provvedimento taglia fondi dell'assessore regionale Scoma. Scimone: "Patto stabilità a rischio"

PIAZZA ARMERINA. L’amministrazione comunale decide di fare ricorso al Tar di Catania contro un provvedimento “taglia fondi” dell’assessorato regionale alla Famiglia e alle Autonomie locali. In ballo ci sono 426 mila euro di soldi del “Fondo delle Autonomie”, assegnati alla città dei mosaici, ma trattenuti dall’assessorato regionale per recuperare i 3 milioni di euro di anticipazione straordinaria liquidata dalle casse regionale all’Ato Rifiuti di Enna per far fronte alla grave crisi finanziaria in atto e alla paralisi del servizio di raccolta dei rifiuti. E siccome il comune armerino è uno dei soci dell’Ato ennese, spiegano dalla regione Siciliana, deve tirare fuori la sua parte. “L’anticipazione è stata effettuata in favore della società d’ambito Ato, di cui è socio azionista il comune armerino, in favore del quale si è determinato indubbiamente un arricchimento in termini di servizi di raccolta e conferimento dei rifiuti”, spiega Francesco Scoma, l’assessore regionale alla Famiglia e alle Autonomie locali nel provvedimento inviato agli uffici armerini. Ma l’amministrazione comunale non ci sta e ha deciso di impugnare il provvedimento, chidendone l’annullamento, e nel frattempo in via urgente la sospensione dell’efficacia. Con una delibera il governo locale ha dato incarico all’avvocato amministrativista Pietro De Luca. Un provvedimento, quello regionale, che “metterebbe in pericolo l’equilibrio del bilancio comunale e sicuramente provocherà lo sforamento del patto di stabilità interno”, come spiega il servizio Finanziario nella proposta di delibera che accompagna la delibera di giunta. La via giudiziaria viene considerata l’unico strumento possibile “per non procurare gravi ed irreparabili danni finanziari all’ente”. Gli uffici comunali hanno anche scritto all’assessore Scoma, sottolineando come il Comune vanti un credito di diverse migliaia di euro proprio dall’Ato, a seguito di diverse anticipazioni effettuate per il pagamento del personale, del carburante e della manutenzione dei mezzi. “Il Comune ha anticipato all’Ato Rifiuti di Enna dall’ottobre del 2007 ad oggi la somma complessiva di 1 milione e 127 mila euro”, spiega la giunta. Dal Giornale di Sicilia - Edizione del 17 dicembre http://robertpalermo.blogspot.com

venerdì 17 ottobre 2008

Ponte Donghai da 32 chilometri in 1263 giorni, Croce rotatoria per Mirabella 540 giorni senza assegnazione del restauro.




PIAZZA ARMERINA. Per costruire vicino a Shanghai il ponte di Donghai, 32 chilometri sul mare con 8 corsie, il ponte in mezzo al mare più lungo del pianeta, i cinesi hanno impiegato 1263 giorni (poco più di tre anni) (fonte "La Deriva" di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo). Solo per assegnare il lavoro di restauro della Croce in pietra della rotatoria per Mirabella Imbaccari, importo 6 mila euro circa, sono passati già 540 giorni, circa 18 mesi, un anno e mezzo. Ci sono i soldi e il progettino. Ma di assegnazione del restauro ancora non si parla. Chissà quanto passerà, poi, per l'esecuzione dei lavori. Il commento alla libertà di ognuno. http://robertpalermo.blogspot.com/

Inchiesta penale sul pozzo comunale di contrada Castani, acque a rischio inquinamento. Ordine di chiusura

PIAZZA ARMERINA. Sotto inchiesta della magistratura il pozzo comunale di contrada Castani per l’alto rischio di inquinamento delle falde acquifere. Un pozzo costruito sul territorio della città dei mosaici, ma in un’area molto vicina al comune di Valguarnera. L’ufficio tecnico comunale armerino, con propria ordinanza, inviata al gestore Acquaenna e al comune valguarnerese, ha disposto la chiusura della fonte in seguito ad una relazione depositata dai tecnici dell’Ausl 4 di Enna. Il provvedimento, il quale dovrà essere ottemperato entro e non oltre 90 giorni di tempo, è scattato “per il mancato adeguamento alle prescrizioni inerenti gli interventi di carattere igienico-sanitario”. Un’ordinanza già acquisita dagli uomini del distaccamento del Corpo Forestale della città dei mosaici, i quali da tempo avrebbero ricevuto la delega alle indagini da parte della Procura delle Repubblica del Tribunale di Enna. L’ufficio tecnico attenderà i 90 giorni di tempo, poi, di fronte ad un’eventuale mancata chiusura del pozzo potrebbero scattare i sigilli in modo coattivo da parte dei vigili urbani. Sotto inchiesta potrebbero finire i proprietari di numerose abitazioni esistenti vicino al pozzo comunale. Secondo indiscrezioni, confermate dall’ufficio tecnico, non sarebbe stata rispettata da alcuni abitanti della zona la fascia di rispetto dei pozzi che prevede il divieto di realizzazione di altre strutture che possano intaccare il sottosuolo nel raggio di 200 metri. Ed invece pare che proprio all’interno del raggio di 200 metri siano stati realizzati i pozzi neri per il deflusso delle “acque nere”, quelle di scarico dei servizi igienici. Una certa quantità di “acque nere”, attraverso la dispersione nel sottosuolo, avrebbe avvicinato le falde acquifere. http://robertpalermo.blogspot.com

mercoledì 15 ottobre 2008

1220 firme in 36 ore per il Chiello, ma solo 5 cittadini al consiglio comunale straordinario. La politica su "strada" batte quella sulle "poltrone"?

PIAZZA ARMERINA. Salvataggio ospedale Chiello. "Al gazebo predisposto in Piazza Generale Cascino in sole 36 ore sono state raccolte 1220 firme, un vero record". A comunicarlo l'Italia dei Valori con riferimento alla raccolta di firme di sabato e domenica. "Una straordinaria partecipazione che ha smentito clamorosamente quanti affermavano che la cittadinanza era indifferente, apatica e rassegnata", dice Aldo Murella, segretario provinciale dell'Idv. Ma allora per quale motivo la stessa città era assente in consiglio comunale martedì sera? Forse perchè i cittadini si fidano sempre di meno della politica istituzionale, quella fatta dentro le stanze del potere. http://robertpalermo.blogspot.com

Gagliano: "Obiettivi aziendali raggiunti e la task force regionale sulla Sanità come premio ci fa diventare ospedale di campagna"

PIAZZA ARMERINA. "Negli ultimi anni gli obiettivi aziendali sono stati raggiunti, l'indice del 75 per cento di occupazione dei posti letto, l'appropriatezza dei ricoveri, il miglioramento dell'indice di qualità degli interventi chirurgici, la riduzione della spesa sanitaria ecc". "A cosa è valso fare tutto questo se adesso il nostro ospedale è in pericolo?". "Tutto ciò ha fatto sì che il nostro direttore generale (Francesco Iudica, ndb) entrasse a far parte della task force regionale sanitaria che come premio per la città di Piazza Armerina pensa di fare diventare il nostro ospedale "un ospedale di campagna"". Così in un documento del capogruppo delPopolo delle Libertà, Carmelo Gagliano, letto in consiglio comunale sui rischi di declassamento e chiusura del Chiello. http://robertpalermo.blogspot.com

"Si al recupero dei crediti sulle bollette acqua, no alla furbizia del Comune verso i più deboli"

PIAZZA ARMERINA. “Recuperare i crediti vantati dalle casse comunali va bene, ma fare i furbi verso le classi più svantaggiate no”. A Giuseppe Mattia, il candidato sindaco sconfitto da Nigrelli per 70 voti alle ultime elezioni, attuale coordinatore dell’Mpa, le notifiche arrivate dai legali comunali ai cittadini sul recupero delle bollette acqua non pagate per gli anni pregressi non vanno giù. Almeno in molti casi segnalati da comuni cittadini che si sono dovuti rivolgere ad un consulente. “Il Comune continua il recupero crediti delle bollette acqua non pagate, anche per gli anni dal 95 in poi, ma per i crediti che risalgono a più di cinque anni fa, e quindi per le bollette non pagate fino al 2002, i cittadini possono usufruire della prescrizione e quindi hanno il diritto di non pagare”, dice Mattia. http://robertpalermo.blogspot.com

Chiusura Chiello. Assemblea straordinaria dell'Osp. Ricorso al Tar e sit in a Palermo per protesta.

1 Comunicato dell'Osp, l'osservatorio sanitario permanente
2 L'intervento del consigliere Eduardo Lotario in consiglio comunale

1 Assemblea straordinaria dell’Osservatorio Sanitario Permanente dell’Ospedale “M. Chiello” di Piazza Armerina.

Assemblea straordinaria all’Ospedaliero “Chiello” di Piazza Armerina sui gravi problemi suscitati dal “Piano di Rientro Regionale”. Il dibattito tra i numerosi intervenuti è stato oltremodo acceso viste le gravi conseguenze derivanti dalla caparbia volontà di rimodulare la sanità siciliana ai meri tagli aritmetici dei posti-letto. Infatti la percentuale di posti-lettodi di circa il 2 per mille assegnati alla nostra provincia mal si confanno alla effettiva richiesta sanitaria della popolazione.
Il coordinatore dell’OSP dott. Sebastiano Arena ha esplicato il piano di rientro e le ragioni che hanno messo in allarme gli operatori, ma ancor più larghe fasce di popolazione che si troverebbero esposte alla carenza di trattamento delle patologie acute ed emergenti col rischio reale di dover forzatamente rinunciare all’emergenza in tempo reale come avviene fino ad ora. Il dott. Arena ha chiarito, se ce fosse bisogno, che il metodo utilizzato dalla regione è palesemente iniquo in quanto non terrebbe conto della reale richiesta sanitaria della popolazione del bacino d’utenza provinciale e piazzese in particolare. Il dott. Arena ha fatto notare la chiara iniquità presente nel Piano di Rientro poiché il taglio dei posti-letto ospedalieri mortifica una provincia ormai agli ultimi posti nel reddito nazionale e quella che non possiede alcun centro sanitario privato né alcun centro sanitario di eccellenza. Ha fatto rilevare che una riforma della sanità è necessaria e anzi indispensabile, ma i tagli possono arrivare prima di averla programmata. Invece si verifica il contrario: prima i tagli aritmetici e poi i cosiddetti sogni … in una regione dove vige da sempre la sfiducia. D’altronde, dice Arena, risulta chiaro cosa è successo nei centri metropolitani di maggiore popolazione dove, a un’offerta sanitaria ottimale, sono stati salvati i Policlinici, gli IRCSS e quant’altro in modo che la popolazione non soffrirà affatto dalla rimodulazione della rete ospedaliera e dei servizi.
Ha preso la parola il dott. Roberto Pace che ha sottolineato che, data la decisione regionale di tagliare di oltre il 49% dei posti-letto in provincia si creerà la tragica situazione di non poter far fronte, nell’unico ospedale di Enna ipotizzato per acuti, alla richiesta di ricoveri, poiché già adesso l’ospedale di Enna è in difficoltà. Il dott. Roberto Pace ha evidenziato che ogni anno a Piazza vengono effettuati circa 9.000 ricoveri con bassissimo indice di inappropriatezza e con indice di occupazione di posti-letto superiori al 70%, evidenziando pure che se l’ospedale è altamente utilizzato più che altrove, la ragione sta nel fatto che i bassi redditi della popolazione uniti alla scarsa risposta dei servizi territoriali, lo fanno ergere a luogo della salute necessario e ideale.
Il consigliere comunale Gagliano, ha preso le distanze dalle decisioni dell’Assessore-magistrato Russo, il quale, non avrebbe le competenze per farlo e anzi, specialmente dopo il voto di Giunta regionale sul decreto stesso, passato per il rotto della cuffia, avrebbe dovuto dimettersi.
L’Assessore comunale alla Sanità dott. Innocenzo Di Carlo, chiudendo i lavori, ha comunicato agli intervenuti ciò che si sta facendo come lotta al decreto comunicando che il Consiglio comunale di Piazza, già riunito venerdì scorso con la partecipazione dei sindaci del Distretto e della Provincia, ha deciso di espletare riunione permanente e addirittura domani sera in seduta pubblica in Piazza falcone e Borsellino, dove saranno presenti in massa i camici bianchi. La lotta avrà come obiettivo di far alzare la percentuale dei posti-letto in provincia al 3,5 per mille che consentiranno di migliorare l’offerta sanitaria adeguandoli ai bisogni della popolazione. Il dott. Innocenzo Di Carlo ha fatto un cenno ai nuovi bisogni: entro i prossimi due-tre anni a Piazza Armerina e Aidone vi sarà un transito turistico enorme a causa dell’arrivo da Malibu della famosa Venere di Morgantina e della fruizione della Villa romana del Casale finalmente aperta e restaurata, per cui la richiesta sanitaria che tutt’ora è tendenzialmente alta sarà destinata a crescere. Ha preannunciato altre forme di lotta possibili come ad esempio un sit-in della popolazione a Palermo davanti ai palazzi della Regione. Sono stati stimolati dal pubblico presente altri interventi votati a coinvolgere istituzioni e uomini politici affinché all’Assemblea Regionale facciano valere le ragioni delle nostre popolazioni. Ipotesi future, non appena la legislazione del settore sarà certa, sono il ricorso della consulta dei sindaci al Tar o addirittura alla Corte costituzionale.

2 INTERVENTO AL CONSILGLIO COMUNALE DEL 14/10/2008 DEL CONSIGLIERE PD LOTARIO EDUARDO

Sig. Presidente, Signori consiglieri, Sig. Sindaco di Piazza Armerina, Sigg. Sindaci di Aidone, Leonforte, Valguarnera, Sigg. Sig. delegato del Comune di Pietraperzia, Sigg. Sindacalisti presenti siamo all’epilogo di una tragedia annunciata: il piano di rientro dal deficit sulla spesa sanitaria della Regione Siciliana è stato approvato con riserva dal Governo nazionale e già è stata manifestata grande soddisfazione dal Governo regionale.

Siamo soddisfatti anche noi per quanto riguarda il via libera alla prima trance di 800 mln di euro relativi al mutuo cui la Regione Siciliana dovrà attingere, che serve a soddisfare le esigenze di liquidità per chiudere il contenzioso in corso tra la Regione e i fornitori da una parte e tra la regione e le spese legali e gli interessi passivi maturati alla data di stipula dello stesso.

Sono pure sicuro della soddisfazione di coloro che nell’ultimo periodo hanno dato segnali di interesse sulle sorti del nostro ospedale attraverso le pagine provinciali della stampa e mi riferisco a formazioni politiche non presenti in Consiglio Comunale e ad associazioni cittadine, ormai presenti stabilmente nell’attento percorso praticato dal Comitato cittadino per la salute e dall’osservatorio permanente ospedaliero e dagli organi istituzionali comunali sulla problematica relativa al rientro dal deficit per la spesa sanitaria in Sicilia.

Fatta questa necessaria premessa per onore di cronaca, nutro invece più d’una perplessità sul piano di fattibilità, che in base alle direttive da emanare entro l’anno da parte dell’Assemblea regionale, saranno affidate ai Direttori generali o forse ai commissari ( quale sarà il male minore ? ) tutte quelle determinazioni che porteranno alla riduzione dei posti letto per acuti negli ospedali della provincia ed una contemporanea riduzione di quel Personale che - raggiunti i limiti di età - non saranno sostituiti, sia essi appartenenti al ruolo dirigente che del comparto.

Entrando nel merito del piano di rientro, lo studio della domanda di salute dei cittadini siciliani, fatto in via preliminare dalla Commissione di esperti ( oltre 50 ), guidati dalla Consulente dott.ssa Gabriella Paolocci e dall’Assessore Regionale alla Sanità in persona, ha messo in evidenza una peculiarità dei cittadini della provincia di Enna.
Noi non lo sapevamo - penso che neanche i cittadini della nostra provincia lo sapevano -.

Infatti pare che nella nostra provincia per particolari caratteristiche genetiche della popolazione ci si ammali di malattie in forma acuta con una incidenza di molto inferiore a quella per esempio delle aree metropolitane ed è per questo che la Commissione di esperti ha formulato una riduzione di circa il 50 % nella nostra provincia dei posti letto per acuti a fronte del 30% circa delle aree delle grandi città.

Sembra una battuta , ma invece è la cruda realtà!

In effetti con una lettura attenta del piano di rientro presentato al Governo nazionale dalla Regione appare evidente la sperequazione subita dalla Provincia di Enna ( ma debbo dire anche di Caltanissetta, Agrigento e Trapani ), che può trovare una spiegazione logica solo ipotizzando un errore di calcolo!

Quale sarà la ricaduta sui tre ospedali della ASL 4, che incorporerà l’Azienda ospedaliera di Enna?

Tralasciando di fare riferimento ai crudi numeri ripetutamente rappresentati anche sulle pagine della stampa provinciale dei due quotidiani più letti dalla nostra comunità, in pratica - se non interverranno variazioni sostanziali nel corso dell’approvazione all’Assemblea regionale e questo sarà il compito dei rappresentanti provinciali nella deputazione regionale ! ) rimarranno in vita solo due ospedali - di cui uno ridimensionato - probabilmente uno a nord e uno a sud della provincia con le caratteristiche dell’ospedale per acuti come siamo abituati a considerare, cioè di un ospedale che soddisfi le esigenze dell’urgenza e dell’emergenza, oltre le esigenze dell’ordinario appropriato.

E a proposito di non appropriatezza o rischio di non appropriatezza – mi scuso coi non addetti ai lavori - c’è da dire che il Governo regionale punta molto sulla riduzione dei ricoveri impropri, cioè di quei ricoveri che non vengono considerati strettamente necessari e che sono stati individuati nelle specifiche diagnosi dall’Assessorato e contestati ai vari ospedali della Regione, per giustificare in parte la riduzione dei posti letto per acuti nella nostra Provincia.
Il problema nasce se consideriamo il dato che presso l’Ospedale di Piazza Armerina non ci sono ricoveri inappropriati o se ci sono si possono contare in tutto sulle dita di una mano o al massimo di due mani.

Non ho notizie dirette sugli altri due ospedali della provincia, né conosco, neanche indirettamente, i dati dell’Azienda ospedaliera di Enna, dove pare che i ricoveri impropri di quest’ultima siano abbastanza elevati.

Quindi il piano prevede due ospedali per acuti - uno a nord e l’altro a sud della provincia - e gli altri due declassati a stabilimenti ( li chiama così il piano di rientro ) che si occuperanno uno di lungo-degenza ( e l’altro ?).

La riabilitazione sarà di competenza di una struttura privata presente nella nostra provincia e convenzionata col SSN che avrà una dote di oltre cento posti in più, rispetto agli attuali e rispondenti per il vero alle effettive esigenze di riabilitazione e di gestione dei portatori di handicap.

La riduzione dei posti letto, la contemporanea mancata sostituzione di personale che va in pensione, gli accorpamenti ecc. tutti insieme determinano un ridimensionamento dell’organizzazione e dell’offerta di salute dei nostri ospedali, che si traduce in una effettiva riduzione dei costi sulla rete ospedaliera che il piano di rientro ha quantificato fino al pareggio.

Questo è vero solo sulla carta, perché i costi di gestione dei servizi - dalle strutture architettoniche, alla pulizia, al riscaldamento, al personale - rimangono fissi, perché fortunatamente il personale a contratto a tempo indeterminato non può essere mandato a casa sic et simpliciter, ma caso mai convertito nelle competenze che dovrà acquisire e che hanno anche queste un costo.

Personalmente - ma penso anche dalla maggior parte di coloro i quali mi stanno ascoltando - ritengo questo un piano solo di rientro dal deficit accumulato in anni di scriteriata gestione clientelare della Sanità siciliana nelle aree metropolitane, dove ha potuto imperare anche la Sanità privata convenzionata, che ha contribuito pesantemente a determinare il buco finanziario nella spesa sanitaria della regione Siciliana.

Perché a fronte della riduzione dei posti letto e relativa riduzione dei costi scientificamente elaborata dalla commissione di esperti e atta a favorire ancora le aree metropolitane, non viene offerta alla nostra collettività un corrispettivo territoriale capace di soddisfare la domanda di salute , in atto garantita dalla organizzazione della rete ospedaliera della Provincia di Enna, mancando una adeguata organizzazione territoriale che è ferma alla fase di istituzione e non attivata.

Ci siamo chiesti come mai l’Assistenza Domiciliare Integrata non è mai partita nella nostra provincia?

E poi quali sono i servizi territoriali - per essere classificati tali dovrebbero avere una stratificazione capillare sul territorio - che si occupino veramente di prevenzione delle malattie, non solo quelle metaboliche e penso all’obesità, al diabete, ma anche all’ipertensione, o quali i servizi capaci di dare risposte ai soggetti affetti da Alzheimer, da Parkinson, da sclerosi a placche o multipla e che dire dei soggetti affetti da psicosi sulle spalle delle povere famiglie oppure ancora servizi capaci di attuare un vero percorso di educazione alla salute, affidata ancora solo alla buona volontà del singolo o di associazioni di volontariato.

Cosa fa il piano cosiddetto di riordino della rete ospedaliera e dei servizi territoriali?

Semplicemente istituisce sulla carta i Presidi Territoriali di Assistenza, naturalmente con una sigla la “PTA”, garantendo i Livelli Essenziali di Assistenza con un’altra sigla già vigente i “ LEA “ e i livelli Essenziali di Assistenza socio-sanitaria e sociale “ LIVEAS “, specificandone i compiti attraverso il ricorso alle:
1. UTAP ( Unità Territoriali di Assistenza Primaria) che consiste nella funzione di continuità assistenziale notturna e/o a chiamata e come supporto alla lungo assistenza, in cui sarà coinvolta la medicina di base.
2. ADI integrata (toh chi si rivede!) e di 2° livello ( malati terminali )
3. Diagnostica specialistica, con ambulatori attrezzati anche per la piccola chirurgia d’emergenza; ( in questo caso bisogna capire e definire il piccolo intervento d’urgenza )
4. L’istituzione - per conversione dei posti letto- di RSA ( residenze sanitarie assistite ), che si occuperebbero di riabilitazione, di patologie croniche, Alzheimer ecc.
Tutto bello nelle intenzioni, ma riflettiamo un attimo sul concetto di servizio territoriale sanitario.
Si tratta di un sistema organizzativo che dapprima deve essere istituito, poi deve essere individuata la struttura ospitante ( ma questo non è difficile, tanto ci sono due stabilimenti! ) e successivamente attivato e poi ancora gestito. Per la gestione è necessario il ricorso a risorse non solo strumentali, ma anche di personale che in atto ha una formazione ospedaliera e che deve necessariamente essere ri-formato a competenze di assistenza territoriale.
Ma per avere a disposizione le risorse per la gestione dei servizi è necessario il ricorso a risorse economiche che ne permettano il finanziamento e nel nostro piano non sono indicati i costi, né ci è dato sapere se esiste o è in preparazione un allegato.
Il tutto condito con l’assoluta mancanza di indizi o confidenze che possano permettere un presa di coscienza per lo meno da parte degli addetti ai lavori.
Alla luce di quanto detto, nella mia qualità di consigliere comunale del gruppo unico del PD, di componente del Comitato cittadino per la salute e dell’osservatorio permanente ospedaliero, condivido il documento di analisi e di proposte a firma dell’osservatorio permanente ospedaliero, che servirà nelle premesse alle azioni che questo Consiglio Comunale intraprenderà a difesa della struttura per garantire alla collettività il diritto alla salute nell’ordinario e nelle urgenze-emergenze.

Consegno questo documento scritto perché faccia parte integrante del verbale del Consiglio comunale odierno, nella consapevolezza che i cittadini della Provincia di Enna sicuramente non hanno avuto nel piano un trattamento uguale a quello delle aree metropolitane.

Piazza Armerina 14 ottobre 2008

Eduardo Lotario

Risonanza Magnetica, il consiglio verso 100/150 mila euro di contributo straordinario per l'acquisto.

PIAZZA ARMERINA. I consiglieri comunali di centrodestra e centrosinistra sembrano intenzionati a inserire dai 100 ai 150 mila euro per l'acquisto della Risonanza Magnetica, promosso dal Comitato Pro tac. Ma ci vorranno altri 150 mila euro solo per la sua installazione in ospedale e i soldi li dovrebbe tirare fuori l'Ausl 4 di Enna. Ma ve lo immaginate l'Ausl che tira fuori queste somme quando l'ospedale armerino sembra ormai profumare di incenso e crisantemi? http://robertpalermo.blogspot.com

martedì 14 ottobre 2008

Tesoretto Villa. Fiamme Gialle per due ore al Comune per acquisire tutte le delibere di spesa del 2007.

PIAZZA ARMERINA. Fiamme Gialle per due ore presso gli uffici comunali, ieri mattina, nell’ambito dell’inchiesta sull’uso dei fondi della Villa Romana del Casale. Gli agenti della Guardia di Finanza si sono presentati alle 10.30 al secondo piano della delegazione comunale dell’atrio Fundrò, ed hanno acquisito tutte le delibere di spesa della giunta comunale approvate nel 2007, con le quali sono state utilizzate le somme del capitolo 5000, quello che raccoglie il 30 per cento degli incassi del sito archeologico, per legge spettanti alle casse comunali, ma con un vincolo di spesa specifico destinato ai servizi dell’area archeologica. Ascoltati alcuni dirigenti comunali, ma in modo informale, come persone informate sui fatti. Gli inquirenti vogliono capire se e quante somme sono state spese discostandosi dal dettato della convenzione che regola le modalità di spesa del “tesoretto” della Villa Romana del Casale. In particolare ci si concentra su alcuni atti amministrativi effettuati per finanziare tutta una serie di iniziative culturali, musicali e sportive tra il maggio e il settembre del 2007. La Procura della Repubblica di Enna ha aperto un fascicolo in seguito all’esposto di cinque consiglieri comunali risalente al gennaio di quest’anno. Esposto inviato anche alla Procura della Corte dei Conti. Sotto la lente di ingrandimento della magistratura le delibere con tutti i relativi allegati, compresi i nulla osta del Museo regionale archeologico Villa Imperiale del Casale alle proposte di spesa dell’amministrazione comunale. http://robertpalermo.blogspot.com/

L'indagine era partita a fine agosto con l'audizione, come perone informate sui fatti, dei cinqie consiglieri comunali firmatari dell'esposto all'inizio del 2008. Nel link sotto l'inizio dell'indagine e le delibere sotto indagine con le spese relative:
http://robertpalermo.blogspot.com/2008/09/la-guardia-di-finanza-su-delega-della.html

sabato 11 ottobre 2008

"I Luoghi della Cultura". Il Comune acquista immobile da 245 mila euro in via Garibaldi, un ripiego rispetto a Palazzo Zuccarello




PIAZZA ARMERINA. L’amministrazione comunale autorizza l’acquisto di un edificio di tre piani di 534 metri quadri, in via Garibaldi 7, per 245 mila euro. Un acquisto “riparatore”, per non rischiare di subire azioni legali da parte della società che sta eseguendo i lavori di riqualificazione del centro urbano sulla base del progetto “I luoghi della cultura”. Il progetto finanziato dalle casse regionali prevedeva la ristrutturazione di tre edifici. La ditta aggiudicataria ha già eseguito i lavori sulla pinacoteca e la biblioteca, due dei tre edifici. Per un terzo, palazzo Zuccarello, in piazza Castello, occorreva prima, come è naturale, l’acquisto dell’immobile da parte del Comune dai proprietari privati. L’edificio, infatti, era stato inserito nel progetto di riqualificazione pur non facendo parte del patrimonio comunale. Ma l’acquisto non solo non è stato mai portato a compimento, ma è saltato del tutto negli ultimi mesi. Tra parte pubblica e proprietari privati, infatti, non è stato trovato alcun accordo sul prezzo. Un intoppo che ha allungato di molto i tempi di ultimazione del cantiere. E per non avere problemi con la Regione Siciliana e con la ditta aggiudicataria dei lavori occorreva chiudere subito un altro acquisto e procedere ad una perizia di variante del progetto originario. Tecnici comunali e della ditta esecutrice dei lavori nelle scorse settimane avevano effettuato i nuovi sopralluoghi. Il nuovo edificio, per il quale è stato dato il via libera all’acquisizione con delibera di giunta, ricade nel centro storico, anche se, come emerge dalla relazione dell’ufficio tecnico comunale, non risulta vincolato dalla Soprintendenza ai Beni culturali come bene di interesse storico-artistico. L’immobile è composto da un primo piano da 235 metri quadri, un secondo piano da 168 metri quadri ed un terzo da 131 metri quadri, oltre a 80 metri quadri di locali accessori. Il nuovo edificio, il terzo del progetto “I luoghi della cultura”, dovrà adesso essere ristrutturato, in attesa della firma del contratto definitivo di compravendita con i comproprietari Tigano-Costa e del completamento della variante da parte dell’ufficio tecnico comunale. Dal Giornale di Sicilia - Edizione 8 ottobre http://robertpalermo.blogspot.com/
Settembre 2005: viene assegnata la gara
Il consorzio Kairos di Siracusa vince il sorteggio e si aggiudica per 587 mila euro i lavori di riqualificazione del centro storico. L’impresa aveva presentato lo stesso ribasso della Co.an.to. di Partinico, pari al 24,19 per cento, per cui era stato necessario per l’ufficio Gare procedere al sorteggio fra le due offerte identiche. Si partiva da una base d’asta di 799 mila euro. In tutto 39 le offerte e 2 le ditte escluse in fase di gara. “Piazza Armerina, centro storico: i luoghi della cultura”, questo il nome del piano di rilancio del patrimonio architettonico presentato dall’ufficio Tecnico comunale e finanziato dalla Regione Siciliana. Tre le strutture coinvolte dalla ristrutturazione. L’ala settentrionale dell’ex convento di Trinità, risalente al XVII secolo, palazzo Starrabba, residenza nobiliare del XIX secolo, e l’ex collegio seicentesco dei Gesuiti, sede della biblioteca comunale. Saranno rispettivamente destinati a sede della pinacoteca comunale, palazzo della Cultura e biblioteca ed archivio comunale. Per l’ex collegio dei Gesuiti si procederà alla sistemazione del chiostro, dell’atrio e della piazzetta antistante l’ingresso principale. L’intervento su Palazzo Zuccarello, invece, prevede l’eliminazione del controsoffitto in canne e gesso, la sostituzione con solai in legno ed acciaio, il consolidamento dei muri perimetrali e la realizzazione dei pavimenti con mattoni in gres porcellanato. Sostituiti anche impianto elettrico, riscaldamento e corpi illuminanti. Per l’ex convento di Trinità, infine, nuovo sistema antintrusione, pavimenti da rifare e moderni corpi illuminanti. All’impresa vincitrice della gara dovranno bastare 15 mesi per portare a compimento la ristrutturazione dei tre siti.
Ed invece sono passati più di tre anni e non è ancora finita.

giovedì 9 ottobre 2008

Emanuele Velardita, Cgil, a titolo personale: "La politica deve subito far scattare i controlli su quanto successo nei concorsi interni"

PIAZZA ARMERINA. Arrivano nuove reazioni negative ai concorsi interni alla macchina comunale. A chiedere un intervento della politica ed un'attività di controllo su quanto accaduto nel corso degli esami anche il segretario confederale della Cgil, Emanuele Velardita, il quale dichiara a titolo personale: "La notizia secondo la quale un assessore avrebbe manifestato forti perplessità ed un veto alla delibera di presa d'atto dei concorsi, se vera e confermata, farebbe emergere una posizione condivisibile". "Ho assistito personalmente agli esami al teatro Garibaldi e ritengo che la commissione abbia usato un metro di conduzione degli orali non sempre lineare, opinabile, credo che si debbano attivare dei controlli, così come chiesto dai Cobas". http://robertpalermo.blogspot.com/

L'indiscrezione pubblicata dal collega Guglielmo Bongiovanni:
Un assessore di Nigrelli blocca l'iter delle progressioni verticali. La notizia ha dell’incredibile: pare che un’assessore della giunta di governo Nigrelli abbia posto il veto sulla presa d’atto della delibera dei concorsi interni che hanno assegnato a 28 dipendenti le progressioni verticali.

L'iniziativa di Bascetta, coordinatore preovinciale dei Cobas:
“Chiediamo la verifica di tutti gli atti gestionali e amministrativi dei concorsi interni, sotto il profilo della loro legittimità, e per questo ci rivolgeremo alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica”. Il vigile urbano Luigi Bascetta, coordinatore provinciale dei Cobas, ha già raccolto le prime venti firme da parte di altrettanti dipendenti di ruolo della macchina comunale.

E ci sarebbero già alcuni dipendenti pronti a fare ricorso al Tar
Dal blog di Agostino Sella
Gagliano. "Stiamo perdendo i soldi del parcheggio di Piazza Europa".

Piazza Armerina. “Se non si farà la richiesta ufficiale di finanziamento entro l’11 ottobre perderemo i quattrini per la realizzazione del parcheggio in piazza Falcone e Borsellino”. Carmelo Gagliano, capogruppo del Partito delle Libertà nel consiglio comunale piazzese lancia un segnale d’allarme all’amministrazione comunale guidata da Carmelo Nigrelli. “Abbiamo lavorato tanto per potare avanti il parcheggio dell’ex piazza Europa ed ora – dice Carmelo Gagliano – non si capisce per quale motivo questa amministrazione sta prendendo la cosa sotto gamba. Se entro l’11 non farà la richiesta ufficiale di finanziamento all’assessorato regionale possiamo dire addio ad oltre due milioni di euro. E’ un doppio peccato. Prima perché non riusciremo a fare la piazza eppoi – continua Gagliano – perché non daremo seguito alle possibilità lavorative che si verrebbero a creare”. Il nuovo parcheggio di piazza Falcone e Borsellino dovrebbe dare un volto nuovo all’intero centro della città. “Abbiamo già tutto pronto per un mutuo che il comune ha acceso – continua Gagliano – dovrebbero mancare altre 300 mila euro. Ma con l’enorme avanzo di amministrazione che il comune ha, potremmo trovare anche quelle somme. Sia io che il mio collega Rosario Paternicò, non abbiamo nessuna difficoltà a dare un contributo in consiglio comunale per risolvere la questione in tal senso. L’avanzo deve essere speso prioritariamente per gli investimenti e quindi, non ci sarebbe migliore occasione per utilizzarlo adesso”. Poi Gagliano lancia una frecciatina al governo Nigrelli. “Temo che l’amministrazione comunale su questa questione dei parcheggi stia nicchiando - continua il capogruppo del partito delle libertà in consiglio comunale. Se il parcheggio di piazza Falcone e Borsellino non rientra nei piani dell’amministrazione Nigrelli il sindaco lo dica con chiarezza e senza peli sulla lingua. Devo anche dire – dice Gagliano – che il parcheggio farebbe nuova una parte della città molto utilizzata sia dalle persone che durante l’estate con le manifestazione concertistiche di agosto. Tra l’altro – continua Gagliano – voglio anche ricordare che adesso il mercato settimanale della città che si svolge periodicamente ogni giovedì si trasferirà definitivamente nell’area adiacente lo stadio di calcio Sant’Ippolito. Ed allora – conclude Gagliano – che Nigrelli ed i suoi assessori si diano una mossa a sistemare le carte per la richiesta perché il tempo sta per scadere. E se scadrà perderemo 4 miliardi delle vecchie lire che qualcuno avrà sulla coscienza”.
Agostino Sella


Quella dei parcheggi seminterrati sta diventando una telenovela che ad ogni puntata non si sa se fa più piangere o ridere. La giunta Nigrelli ha il dovere civico di decidere e assumersi la responsabilità di far sapere pubblicamente se è contro o a favore di questa opera pubblica. I soldi ci sono, il progetto pure, il consiglio comunale ha dato il via libera e la gara potrebbe partire in qualsiasi momento. Chi è contrario lo dica e motivi il perchè. Ma una classe politica seria ha il dovere di prendere decisioni definitive. Qui si va avanti da dieci anni. (Roberto Palermo)
Votate il sondaggio.

Ospedale Chiello. Murella, Idv: "Popolazione rivedrà il consenso elettorale a quei politici ostili verso la città"

PIAZZA ARMERINA. "A chi si illude di chiudere l’ospedale, trasferire reparti o portarsi via le attrezzature come quelle pagate direttamente o attraverso le tasse dai cittadini ha fatto male i suoi conti, la popolazione reagirà in maniera appropriata all’atto criminale che subirà. Primo tra tutto rivedrà il consenso elettorale dato a tutti quei politici che oggi si dimostrano ostili verso la città come dichiarato dall’esponente del Mpa che se dipendesse da lui il Chiello sarebbe da chiudere". A dichiararlo Aldo Murella il 7 ottobre. http://robertpalermo.blogspot.com

Concorsi interni. Bascetta: "Chiediamo a Corte dei Conti e Procura della Repubblica di Enna di controllare"

PIAZZA ARMERINA. “Chiediamo la verifica di tutti gli atti gestionali e amministrativi dei concorsi interni, sotto il profilo della loro legittimità, e per questo ci rivolgeremo alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica”. Il vigile urbano Luigi Bascetta, coordinatore provinciale dei Cobas, ha già raccolto le prime venti firme da parte di altrettanti dipendenti di ruolo della macchina comunale e intende ottenere una verifica sulle procedure utilizzate per le cosiddette “progressioni verticali”, i concorsi interni che consentono un avanzamento di carriera interno al personale comunale. “Tutti gli atti concorsuali, tra l’altro, sono inficiati dal fatto che a monte degli atti propedeutici ai concorsi manca la nomina della delegazione trattante di parte pubblica, la quale risale solo allo scorso settembre”, afferma Bascetta. http://robertpalermo.blogspot.com/

Riporto un pezzo di Guglielmo Bongiovanni pubblicato su http://www.enzograssia.it relativo proprio alla vicenda dei concorsi interni:

Un assessore di Nigrelli blocca l'iter delle progressioni verticali
La notizia ha dell’incredibile: pare che un’assessore della giunta di governo Nigrelli abbia posto il veto sulla presa d’atto della delibera dei concorsi interni che hanno assegnato a 28 dipendenti le progressioni verticali. L’indiscrezione pur non essendoci stata confermata sembra essere fondata e ciò comporterebbe alcune conseguenze di un certo peso politico e amministrativo. Perché l’assessore non ha dato il via libera alla delibera delle progressioni verticali?
Cosa ci sta dietro questo atteggiamento assunto, a quanto pare, da un’assessore che ha parecchia influenza sulla giunta? Forse è un modo per tirare la corda sulle variazioni di bilancio e ottenere quanti più quattrini possibili? Oppure si da ragione a Bascetta che chiede l’intervento della Magistratura ordinaria e contabile perché ritiene nullo l’atto amministrativo che ha predisposto il bando è denunciato “fatti strani” che a suo parere si sono verificati dal 22 al 26 settembre presso il teatro Garibaldi? Probabilmente nel corso della mattinata riuscirà ad emergere qualcos’altro ma una cosa certa e che la vicenda dei concorsi interni non si chiude neanche dal punto di vista politico. Per la cronaca il ventisei settembre sono stati chiusi i concorsi interni e la commissione dopo alcuni giorni ha proclamato i vincitori, circa 28 dipendenti, che dovrebbero passare ad un inquadramento professionale superiore. Ieri arriva la notizia, da confermare, che un’assessore ha bloccato tutto l’iter. Questa azione va ad aggiungersi all’iniziativa di Bascetta che ha chiesto l’intervento della Corte dei Conti e della Magistratura ordinaria e a supporto della sua richiesta ha ottenuto la firma di più di 20 dipendenti che hanno partecipato ai concorsi è denunciato le “stranezze” che sono state compiute durante quella fatidica settimana. (Guglielmo Bongiovanni)

martedì 7 ottobre 2008

Pd, tesseramento, dimissioni, congresso e risultati ottenuti, alcuni grazie ai voti del centrodestra

PIAZZA ARMERINA. “Non si tratta di dimissioni, ma di scadenza del mio naturale mandato politico”. L’ormai ex segretario del partito Democratico, Concetto Prestifilippo, precisa in una nota la sua decisione comunicata al direttivo armerino del Pd. “Lo scorso mese di marzo mi è stato assegnato l’incarico di guidare il Pd armerino fino all’apertura del dibattito congressuale, impegno che ho onorato nel corso di questi mesi giungendo adesso alla sua naturale conclusione”, spiega Prestifilippo, il quale, poi, fa riferimento ai risultati ottenuti dai “democratici” in città. “Con il concorso di tanti, siamo adesso il primo partito cittadino, contiamo su un gruppo consiliare unico che ha la maggioranza in consiglio, abbiamo eletto il presidente del consiglio, approvato una variazione di bilancio di valore fondante. Senza dimenticare la vittoria alle ultime amministrative in assoluta controtendenza”, dice. Ma proprio sulla elezione del presidente e sulla variazione finanziaria, in realtà, il partito Democratico, anche se maggioranza sulla carta con i suoi 12 consiglieri su 20, in aula aveva avuto bisogno dei voti del centrodestra. Avviata, invece, la fase di tesseramento del partito, la quale si concluderà il 31 dicembre. Sulle comunicazioni di Prestifilippo potrebbero arrivare nei prossimi giorni nuove prese di posizione proprio da dentro il partito. Articolo tratto dal Giornale di Sicilia - Edizione del 5 ottobre 2008 http://robertpalermo.blogspot.com/

La riduzione delle buste paga dove è andata a finire?

Poverini questi consiglieri comunali!!! Si dovevanpo ridurre lo stipendio del 30 per cento e se lo sono scordati.

Ma com'è? Se lo sono scordati?.
Non avevano detto che dovevano fare un consiglio comunale per ridursi il loro emolumento del 30%.
Ma com'è? Prima dicono le cose e poi non lo fanno?
Ma com'è? Presidente Centonze? Prima il tuo partito dice le cose e poi non le fa? Il Pd ha perso il suo Mourinho, ma ha sempre 12 consiglieri comunali. La maggioranza assoluta...
Ma com'è Venezia, tu che sei il capo gruppo del PD, prima dite le cose eppoi non le mantenete?

Tratto dal blog di Agostino Sella http://agostinosella.blogspot.com/

lunedì 6 ottobre 2008

La giunta tenta di affidare per un mese a "Vita Nuova" gestione parcheggi Villa Romana? Ma convenzione non ancora firmata dalle parti e non operativa.

PIAZZA ARMERINA. Tentativo di affidamento con delibera della giunta Nigrelli (datata 30 settembre) della gestione del parcheggio da 100 posti della Villa Romana del Casale, lungo la strada provinciale 90, alla cooperativa Onlus "Vita Nuova", il cui amministratore unico è Carmelo Randazzo, 54 anni, ex consigliere provinciale dell'Mpa. Approvato dalla giunta lo schema di convenzione tra Comune e cooperativa, con l'autorizzazione al dirigente Francesco Galati del settore Affari sociali, a firmare la convenzione. Ma proprio la convenzione, ad oggi, 6 ottobre, non è stata ancora siglata dalle due parti. E senza la firma di parte pubblica e privata la gestione del parcheggio non sarà operativa. Alla fine la firma ci sarà? Il pagamento del ticket è fissato nello schema di convenzione in 0,70 centesimi all'ora, mentre il 30 per cento delle somme incassate settimanalmente vanno versate alle casse comunali. La richiesta di affidamento della gestione del parcheggio da parte di "Vita Nuova" risale allo scorso 27 giugno ed era indirizzata al commissario Nunzio Crimi. Nella richiesta si proponeva una tariffa di 2 euro ad autoveicolo ospitato e di 5 euro ad autobus ospitato, con l'obbligo di versare alle casse comunali il 5 per cento degli incassi lordi effettuati, e dichiarandosi disponibile ad anticipare una serie di spese per rendere fruibile il parcheggio. All'articolo 16 dello schema di convenzione approvato dalla giunta, tra l'altro, si spiega che la convenzione (non firmata dalle parti) andrebbe a scadere il 31 ottobre 2008, senza proroga o rinnovo. Un mese, oggettivamente troppo poco per poter programmare la gestione di un parcheggio. Allora l'impressione generale, sulla base delle posizioni distanti tra proposte della coop e controproposte del Comune, è che l'amministrazione Nigrelli abbia approvato lo schema di convenzione pur sapendo che a quelle condizioni non sarebbe stato mai firmato dalla coop, la quale aveva proposto altro. Che bisogno c'è di preparare un contratto se si sa che non sarà mai firmato? L'accordo doveva servire a creare occupazione anche a favore di persone svantaggiate, rientranti nelle cosiddette "fasce protette". Comunque le due parti non hanno ancora firmato nulla e in teoria potrebbero ancora farlo, non lo sappiamo. Si vedrà nei prossimi giorni. http://robertpalermo.blogspot.com/

domenica 5 ottobre 2008

Domani possibile nuova occupazione della Sala delle Luci del palazzo comunale

PIAZZA ARMERINA. Vincenzo La Russa, lavoratore cantieri di servizio: "Alla Prefettura abbiamo fatto presente che i sindacati non garantiscono più di poter contenere la rabbia dei lavoratori dei cantieri di servizio, rimasti senza stipendio e lavoro". Domani mattina possibile nuova occupazione della Sala delle Luci del palazzo comunale. http://robertpalermo.blogspot.com

Ordine del giorno del consiglio disatteso. La denuncia di Fioriglio e la richiesta di nuovo consiglio

PIAZZA ARMERINA. Spiega il consigliere Fioriglio in una nota: "Nella comunicazione affissa al cancello dell’acquedotto leggasi “Si informa la gentile utenza che, per motivi tecnico-amministrativi, la ricezione al pubblico è sospesa fino a data da destinarsi. Pertanto, per segnalazioni, reclami, informazioni su bollette e pratiche varie, vi preghiamo di recarvi presso i nostri uffici di Enna siti invia S.Agata, 65 ( da lunedì a venerdì dalle ore 8.15 alle ore 12,00) o di telefonare al ns. numero verde 800-010-850 ci scusiamo per il disagio”. "Tanto perché, a fronte di una delle raccomandazioni deliberate, quella di aprire uno sportello di ricezione al pubblico presso il Comune, alternativo all’ufficio di Contrada Bellia, assai disagevole per i cittadini, AcquaEnna ha disposto la chiusura sine die di detto recapito di C.da Bellia", dice ancora Fioriglio. Insomma si torni di nuovo in consiglio comunale e si chieda conto del mancato rispetto dell'ordine del giorno del consiglio. http://robertpalermo.blogspot.com

Appello per la Sanità del vescovo Pennisi: "Occorre dialogo sereno e costruttivo, non demagogia"

"In questi ultimi mesi sono stato invitato a prendere posizione per il ridimensionamento degli ospedali di vari comuni della mia diocesi: da Piazza Armerina a Niscemi, da Mazzarino a Gela e di altri servizi sanitari in altri comuni.
Sono stato informato di inefficienze e sprechi per i quali ci sono responsabilità condivise che riguardano sia i politici, come gli operatori sanitari come anche i cosiddetti "clienti" della sanità .
Auspico che questi problemi siano risolti non con manifestazioni demagogiche e improduttive ma con il dialogo sereno e costruttivo e il contributo di tutti al bene comune". Continua... http://robertpalermo.blogspot.com

venerdì 3 ottobre 2008

Concorsi interni al Comune. Bascetta chiede intervento magistratura ordinaria e contabile.

PIAZZA ARMERINA. Stilata la graduatoria pubblica dei vincitori di concorso alle progressioni verticali interne alla macchina comunale, ma i Cobas annunciano iniziative per chiedere un controllo di tutte le procedure di concorso espletate. Una riunione è stata convocata con un gruppo di dipendenti per questa mattina a partire dalle 10 alla sala consiliare di via Cavour. “Crediamo fermamente nel fatto che ci siano state delle anomalie di carattere procedurale e chiederemo con un documento l’intervento della magistratura ordinaria e contabile per un controllo complessivo di quanto successo”, afferma Luigi Bascetta, coordinatore provinciale dei Cobas. I nomi dei vincitori di concorso con la relativa graduatoria sono pubblicati all’albo pretorio comunale dell’atrio Fundrò. http://robertpalermo.blogspot.com

Il Chiello diventerà una "Casa della Salute"?

Rileggendo la bozza del decreto “Russo” sulla riorganizzazione sanitaria siciliana tento un preludio su ciò che accadrà dopo il 31 dicembre di quest’anno se non riusciremo a difendere il nostro ospedale convincendo le autorità regionali sulla necessità di salvarlo. Intanto sono consapevole che la blindatura dell’informazione sul piano predisposto dall’assessorato regionale è servita a farci disconoscere per tempo le intenzioni di questo Governo. Infatti l’anno scorso per lo stesso problema, gestito dall’assessore Lagalla, si mobilitarono tutte le forze attive siciliane atte a scongiurare i maggiori danni. Oggi invece si assiste al fatto che neppure gli esponenti politici provinciali hanno le idee chiare sul problema e solo adesso ne stanno prendendo coscienza cercando di correre ai ripari probabilmente troppo tardi. Infatti, se solo avessero capito per tempo la conseguenza del taglio feroce dei posti-letto, certamente avrebbero fatto ferro e fuoco ancor prima della presentazione della bozza a Roma il 25 settembre scorso. Sarebbe bastato informarsi con gli esponenti della “cucchiara” politica dominante a Palermo che da tempo conoscono i destini dei nosocomi siciliani. Ma qui nasce per Piazza un altro problema: chi abbiamo e soprattutto chi abbiamo avuto di esponenti politici capaci di incidere sulle scelte della Regione? Piazza ha una storia negativa al riguardo poiché i partiti nei Comuni rispondono nelle scelte sempre ai direttivi provinciali i quali a loro volta rispondono ai direttivi regionali. Nei casi difficili e impopolari questi esponenti non si parlano (o evitano di farlo) fra di loro poiché il gioco delle parti non prevede la soddisfazione globale di tutti gl’interessi, dunque si tergiversa, si temporeggia, si rinvia e s’indugia, ma non si affronta. Talvolta si fa finta di protestare e si chiude la bocca alla voce della periferia in mille modi. Si giunge perfino a millantare eroismi inesistenti. è così che è andata avanti da sempre la politica.
Dunque, dicevo del destino del nostro ospedale nell’ambito della rimodulazione della rete ospedaliera. Poiché deve essere previsto “il superamento della frammentazione e/o duplicazione delle struttura organizzative esistenti; la riqualificazione di parte delle strutture ospedaliere a bassa performance organizzativa in altra tipologia non ospedaliera; il potenziamento delle alte specialità atte a ridurre il fenomeno della migrazione sanitaria; l’introduzione di nuovi modelli organizzativi di erogazione dell’assistenza sanitaria”, hanno pensato di creare a Enna una sola USL che inglobi la ex Azienda ospedaliera ennese “Umberto I”, costituendo così un unico dipartimento ospedaliero e un unico dipartimento territoriale, riducendo il numero dei posti-letto e degli ospedali nell’USL con la cessazione delle funzioni di acuzie che saranno attive solo nel presidio principale. Sarà abolito il distretto di Piazza Armerina che attualmente è formato dalla popolazione di 49.523 abitanti e comprende le città di Piazza, Aidone, Barrafranca e Pietraperzia e di contro si assisterà alla creazione un Presidio Territoriale di Assistenza (PTA). Che cos’è? Il PTA sarà un presidio, possibilmente ubicato in una ex struttura ospedaliera, che sarà attivo nelle 24 ore e collegato coi comuni che ne faranno parte. Esso avrà un punto d’accesso e di prenotazione (l’attuale CUP), un servizio di accoglienza, servizi sanitari di base, servizi di valutazione multidisciplinare, cure primarie e supporto per lungodegenza, ambulatori di piccola chirurgia, posti-letto per degenza di bassa e media complessità clinica, riabilitazione e lungo assistenza per malati cronici e poi ancora servizi di Sert e Salute mentale. Insomma un luogo dove, eliminati i reparti attuali e i relativi posti-letto, saranno portati i servizi che attualmente sono ubicati nel territorio. Forse sarà quella che tante volte è stata definita pomposamente “Casa della salute”.
Attenzione però: secondo il Piano di rimodulazione vi sarà un presidio PTA ogni 80 – 120.000 abitanti! Nell’ipotesi che Piazza sarà sede di PTA avremmo bisogno di almeno 30.000 abitanti da aggiungere ai 49 mila del nostro distretto per poter avere riconosciuto il presidio. Credo che sarà difficile perfino che venga riconosciuto a Piazza questo ruolo in quanto la provincia di Enna, possedendo 184.950 abitanti potrebbe avere riconosciuti due PTA. La logica direbbe che uno dovrebbe essere creato nella parte sud della provincia e uno nella parte nord. La città di Enna con i suoi 28.000 abitanti accetterebbe di far parte del PTA piazzese? Ne dubito. Intanto entro il 7 ottobre prossimo venturo il decreto sarà trasmesso alla Giunta di Governo che lo invierà per la discussione all’Assemblea Regionale Siciliana. Lì ci sarà pianto e stridor di denti, ma solo per quei deputati presenti e disposti a vendere cara la pelle.
Sebastiano Arena
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Poveri noi!

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo