venerdì 5 settembre 2008

La Guardia di Finanza su delega della Procura ennese apre inchiesta sul "tesoretto" della Villa Romana. L'indagine parte dall'esposto di 5 consiglieri

PIAZZA ARMERINA. Finisce sotto inchiesta il capitolo 5000 del bilancio comunale e l’uso dei proventi della Villa Romana del Casale, per il 30 per cento spettanti alle casse comunali. La Procura della Repubblica di Enna avrebbe aperto un fascicolo in seguito all’esposto di cinque consiglieri comunali risalente al gennaio di quest’anno. Due ispettori della Guardia di Finanza, ieri mattina, su delega della Procura del Tribunale di Enna, si sono recati presso gli uffici comunali dell’atrio Fundrò per ascoltare alcuni esponenti politici. Le Fiamme Gialle hanno sentito come persone informate dei fatti gli autori dell’esposto, raccogliendo sommarie informazioni. Ad essere ascoltati, dalle 11 alle 13, al secondo piano della delegazione comunale dell’atrio Fundrò, i due consiglieri Giuseppe Capizzi e Giuseppe Falcone, e i due assessori Teodoro Ribilotta e Lillo Cimino, quest’ultimi due ai tempi dell’esposto consiglieri comunali, tutti firmatari del documento che ha fatto scattare l’indagine. E dovrà essere sentito anche il quinto firmatario dell’esposto, l’allora consigliere Salvatore Manuella, impossibilitato per precedenti impegni ieri mattina a raggiungere gli ex colleghi al palazzo comunale. I quattro avrebbero, secondo indiscrezioni, confermato il contenuto dell’esposto, inviato tanto alla Procura della Repubblica di Enna quanto alla Procura Generale della Corte dei Conti di Palermo. Sotto la lente di ingrandimento della magistratura le delibere di giunta comunale del 2007 con le quali il Comune, con il nulla osta del Museo regionale archeologico Villa Imperiale del Casale, attinse al capitolo 5000 per finanziare tutta una serie di iniziative culturali, musicali e sportive tra il maggio e il settembre del 2007. “Iniziative ed attività che nulla hanno a che vedere con la manutenzione e la promozione della Villa Romana del Casale”, hanno affermato i consiglieri nell’esposto dello scorso gennaio. Proprio la polizia giudiziaria ha chiesto ai quattro di riferire eventuali circostanze utili ai fini delle indagini, ulteriori rispetto a quelle accennate nell’esposto. Consiglieri e assessori avrebbero indicato agli inquirenti le delibere sulle quali hanno chiesto un approfondimento giudiziario sull’uso dei fondi della Villa: quella su una gara podistica, sull’Infiorata e su un concerto di musica leggera. Bocche cucite e massimo riserbo da parte dei due ispettori a conclusione delle due ore di audizione. Una prima fase “esplorativa” dell’indagine nella quale non sarebbero presenti iscritti nel registro degli indagati. E nei prossimi giorni altri autorevoli esponenti politici potrebbero essere ascoltati sulla vicenda, sempre come persone informate sui fatti. Le modalità di spesa del “tesoretto” della Villa Romana, come spesso viene definito, hanno sempre alimentato dure prese di posizione. La vicenda legata all’uso dei fondi, però, per la prima volta si sposta dal piano della polemica politica, anche rovente, a quello dell’indagine giudiziaria. La stessa Procura Generale presso la Corte dei Conti verrà informata dell’indagine e dei suoi eventuali sviluppi dall’autorità giudiziaria ennese, con la possibilità di apertura di un fascicolo di indagine suppletivo concentrato sulle sole eventuali responsabilità contabili legate alla vicenda. Dal Giornale di Sicilia - Edizione del 5 settembre 2008

“Non abbiamo fatto che ribadire alla polizia giudiziaria quanto abbiamo asserito nell’esposto depositato alla Procura, secondo noi alcune spese hanno rappresentato un uso illegittimo dei soldi della Villa Romana”, spiega Giuseppe Falcone, all’uscita del palazzo comunale, subito dopo essere stato ascoltato dalle Fiamme Gialle come persona informata sui fatti. “Ad esempio nel 2007 per una gara podistica sono stati spesi più di 30 mila euro di fondi con il 30 per cento degli incassi della Villa, quest’anno solo poco più di mille euro”, aggiunge Falcone.“Ho confermato agli ispettori della Guardia di Finanza quanto scritto nella denuncia, il capitolo 5000 mila non andava usato in quel modo”, afferma un altro firmatario dell’esposto, Lillo Cimino

Villa Romana. Delibere e Tesoretto
Le delibere di spesa del 2007 con i soldi della Villa e la pipì dei turisti

Con il “tesoretto” della Villa Romana nel 2007 si sono finanziati 95 mila euro l’estate armerina, 32 mila euro la gara podistica, 53 mila euro l’Infiorata, 30 mila euro l’accordo con la rivista Kalos, 40 mila euro circa le spese vive per il concerto di Lucio Dalla. In tutto circa 250 mila euro. Utilizzo legittimo o illegittimo dei fondi della Villa? Saranno i magistrati, adesso, a deciderlo, valutando la presenza o meno di fatti penalmente rilevanti. A far esplodere la polemica politica, però, in quei mesi, tra il maggio e il settembre dekll'anno scorso, fu il fatto che nel frattempo i servizi igienici chimici alla Villa Romana continuarono a non arrivare, se non ad agosto inoltrato, quando già molti turisti si erano “arrangiati” in altro modo durante i precedenti mesi estivi. Insomma l’accusa politica rivolta alla giunta fu quella di pensare più alle “feste” che alle esigenze concrete dei turisti.Gli introiti della Villa del 2007 e le tre fette di tortaLa fetta di torta degli incassi mediamente spettante alle casse comunali ogni anno si aggira sui 400 mila euro. I dati 2007 hanno fatto registrare un incasso totale alla biglietteria del sito archeologico di 1 milione e 357 mila euro. Tre le fette della torta: il 55 per cento, pari a 746 mila euro, spettante alla Regione, il 15 per cento, pari a 203 mila euro, all’ufficio dell’Alto Commissario per la Villa Romana, e il 30 per cento, pari a 407 mila euro, spettante appunto al Comune
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Dai rovi al museo

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Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

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Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

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In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

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Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

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Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo