martedì 31 marzo 2009

Firmate da Nigrelli 10 ordinanze per il rientro degli evacuati di via D'Itria. "Non ricorrono condizioni di inagibilità"

“Non ricorrono condizioni di inagibilità”. Firmate dal sindaco Carmelo Nigrelli le dieci ordinanze di revoca dei provvedimenti di evacuazione delle abitazioni di via Itria, sgomberate nel gennaio 2008 in seguito al crollo di parte della chiesa di Santa Maria d’Itria. Una decisione con la quale si ordina di fatto all’ufficio Patrimonio di stralciare i contratti di affitto che hanno consentito in questi 13 mesi alle famiglie evacuate di poter avere un tetto a spese delle casse comunali. Via libera, quindi, al ritorno delle famiglie alle loro abitazioni. Ma proprio le famiglie annunciano la nomina di un loro perito di fiducia che possa fare luce sulla condizione dell’intero versante della discesa dell’Itria e delle abitazioni. L’unico vero crollo ha riguardato il valore commerciale dei loro immobili. In ogni caso il rientro avverrà in modo graduale in considerazione delle peculiarità ed esigenze dei vari nuclei familiari. Nelle ordinanze, stilate dalla Protezione civile, si legge come le indagine tecniche abbiano fatto emergere “una stabilità del versante ed una mancata e diretta correlazione tra il crollo del paramento murario della chiesa e le condizioni strutturali dei fabbricati interessati”. Le ordinanze di revoca sono state ufficialmente comunicate alle famiglie nel corso di un incontro, alla Sala delle Luci del palazzo comunale, tra i proprietari degli immobili e gli amministratori della città. Giornale di Sicilia - Edizione 28 marzo

lunedì 30 marzo 2009

Grillo scrive a Scoma: "Basta commissariamenti alla San Giuseppe". Sprecati 50 mila euro in meno di tre anni. "Si insedi il cda".

“Basta commissari straordinari regionali alla Casa di Riposo San Giuseppe, sono costati 50 mila euro negli ultimi 31 mesi alle casse dell’istituto, mentre il personale vanta crediti per 15 mensilità arretrate”. L’assessore comunale alle Politiche sociali, Lina Grillo, in una lettera inviata a Francesco Scoma, assessore regionale alle Autonomie locali, chiede l’immediata interruzione degli incarichi commissariali e l’insediamento del consiglio di amministrazione del centro. http://robertpalermo.blogspot.com

Riforma sanitaria. Osp: "La nostra città ha perso"

La “Legge di Riforma Sanitaria”, se così si può chiamare, è stata varata all’ARS, ma per il nostro ospedale nulla è cambiato, e chi si aspettava la restitutio ad integrum del Chiello, si sbagliava perché continua a subire il programma di Iudica pensato molti mesi fa e portato avanti con la caparbietà di sempre in nome di un presunto e mai dimostrato progetto di riorganizzazione della sanità ennese, dove avrebbe vinto il cittadino con i suoi bisogni e le sue speranze, ma in realtà, al cittadino si centuplicheranno le difficoltà. In questo senso abbiamo perso l’ultima battaglia di una guerra cominciata due anni addietro col piano Lagalla e appena conclusa con la sconfitta di Piazza Armerina col piano Russo. A nulla sono valsi i litigi tra i partiti politici della maggioranza, poiché, in nome di malcelati interessi elettoralistici e beghe da cortile, hanno ricompattato le forze sul filo di lana. Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur e Iudica ha sempre saputo che, comunque fossero andate le cose alla Regione, la sua opera poteva proseguire tranquilla a Piazza, così come è stato, deliberando cambiamenti nell’assetto organizzativo, comportandosi come se già fosse il direttore pure dell’Umberto I. Ha portato avanti, senza avere mai avuto il consenso dei sindacati, né quello dei comuni, il suo capolavoro SOIEN in ossequio a quei famosi allegati della prima “bozza Russo”, spalleggiato costantemente da quell’altra mente eccelsa della politica del momento Paolo Colianni (che continua blaterare, ai piazzesi che lo hanno votato, che nessun ospedale verrà chiuso, ma non spiega colpevolmente che il nosocomio di Piazza sarà ridotto a PTA e cioè a contenitore di ambulatori, cronicari e DH), ma pure garantito dal sommo parvenu vicerè di Sicilia.
In ogni caso, abbiamo perso! Ha perso la nostra città e il nostro bacino d’utenza che saranno costretti a ripiegare verso altri lidi per i bisogni di salute. Ha perso la conferenza dei sindaci, che, dopo un tentativo di sfiduciare Iudica, ha dovuto cedere ai giochi dei politici sempre più arroganti e incuranti dei bisogni delle rispettive cittadinanze. Ha perso la politica ennese che non ha saputo e potuto arginare la dilagante marea montante del potere del momento. Ha perso pure l’Osservatorio Sanitario Permanente, lisciato, ma pure osteggiato da forze non tanto occulte. Hanno perso i cittadini, nonostante i proclami scolpiti sugli architravi del palazzo dell’amministrazione Usl 4 di Enna: “Accogliamo sofferenze, costruiamo speranze”. Niente di più falso. Finora l’ospedale Chiello, pur con mille difficoltà di cui sono stati responsabili in primis i direttori di vario livello, ha, dignitosamente e per secoli, accolto sofferenze e costruito speranze, ma in risposta ha ricevuto solo noncuranza e misere rappresaglie. Da questo momento in poi, il glorioso Chiello, subirà l’onta del declassamento camuffato di innovazione, modernizzazione, razionalizzazione.
Questo è l’ultimo comunicato del nostro Osservatorio, poiché questi sono tempi di arroganza, di prepotenza e di sfrontatezza. Possiamo magramente consolarci con Seneca: Iniqua numquam regna perpetuo manent.

27 marzo 2009
Sebi Arena, Coordinatore

mercoledì 25 marzo 2009

Dissesto D'Itria/Canali. "Nelle nostre case non torniamo"

Le ordinanze comunali per il loro rientro a casa sono pronte da giorni sul tavolo del sindaco Carmelo Nigrelli. Ma di tornare nei propri appartamenti le famiglie un anno fa sgomberate dal quartiere Canali non vogliono sentirne parlare. Il prossimo 26 marzo gli abitanti delle vie Mendoza e d’Itria, costrette a lasciare le proprie case per ragioni di sicurezza e a tutela della loro incolumità nel gennaio 2008, in seguito al crollo di parte della chiesa di Santa Maria D’Itria, sono state convocate alla Sala delle Luci del palazzo comunale. L’amministrazione vuole spiegare loro cosa è cambiato in questo lasso di tempo. Ma in quindici mesi sul versante residenziale interessato dai rilievi tecnici e dallo sgombero non è stato effettuato alcun intervento di consolidamento e messa in sicurezza. “Devono spiegarci se in questi quindici mesi di tempo abbiamo solo scherzato, prima ci fanno lasciare le nostre case e viene chiesto lo stato di calamità, e adesso ci viene ordinato di tornare nelle stesse abitazioni senza che sia stato effettuato alcun intervento nella zona”, spiega Liborio Minolfi, portavoce del gruppo di dodici famiglie sgomberate nel 2008. “Ci presenteremo alla convocazione del primo cittadino, alla Sala delle Luci, con una posizione unitaria e compatta, quella di non voler tornare nelle nostre abitazioni, non ci sta bene”, aggiunge il signor Minolfi. Le dodici famiglie, dopo essere state sgomberate, da più di un anno vivono in altri appartamenti il cui canone di affitto è pagato dalle casse comunali con contratti di quattro anni. I cittadini del quartiere Canali da anni chiedono interventi di consolidamento statico del sottosuolo e la messa in sicurezza della zona. Gli uomini della Protezione civile e dell’ufficio Tecnico nelle settimane scorse avevano effettuato in ciascuna delle abitazioni una verifica dello stato di agibilità. Il controllo aveva dato esito positivo. I fessurimetri piazzati nelle crepe degli appartamenti sono tutti rimasti a “zero”, come si dice in gergo. In pratica le fessure non si sarebbero aggravate di un solo millimetro in 300 giorni. I tecnici hanno messo nero su bianco i rilievi effettuati e sono scattate le ordinanze per il rientro a casa. L’ufficio Patrimonio procederà alla presa d’atto della nuova situazione, attivando la rescissione dei contratti di affitto attualmente a carico delle casse comunali. Ma intanto in quindici mesi l’unico crollo vero è stato il valore commerciale degli appartamenti sgomberati nel quartiere. E c’è anche chi aveva acquistato casa poco tempo prima di subire lo sgombero. Dal Giornale di Sicilia - Edizione del 22 marzo 2009

sabato 21 marzo 2009

Concorso a Regioniere Capo. Nigrelli: "Il problema non esiste, si va avanti". Mattia: "Agiremo per vie legali"

"Il problema non esiste, il bando è legittimo e si va avanti". Questo in sintesi l'intervento in aula del sindaco Carmelo Nigrelli sulla richiesta di revoca in autotutela del bando di concorso avanzata da sette consiglieri del centrodestra. Il consigliere Falcone, lista Mattia Sindaco, nel suo intervento aveva parlato con riferimento alla procedura concorsuale di "operazione di dubbia moralità politica", di "macchia pesante" in chi ha preso parte a tutta la vicenda parlato di "silenzio colpevole o strategico da parte del sindaco Nigrelli". Duro l'attacco all'Mpa da parte del primo cittadino Nigrelli: "Non permetto a nessuno, soprattutto all'Mpa di parlare di moralità, l'Mpa è il primo partito in assoluto che ha raggiunto livelli mairaggiunti neanche nella prima Repubblica nell'occupazione dei posti". Venezia, capogruppo del Pd: "Non posso permettere che venga a parlare di moralità una parte politica con soggetti denunciati nel corso della campagna elettorale". Poi il voto con 10 voti contrari al ritiro del bando dal centrosinistra, 1 astensione e 6 voti favorevoli del centrodestra. Mattia, segretario dell'Mpa, tra i banchi dell'aula, a fine seduta commenta: "Ha prevalso la forza dei numeri, dell'arroganza e della presunzione, continueremo battaglia anche per vie legali sull'ingiustizia di questo concorso". Intanto in aula il consigliere Paternicò, Pdl, ha chiesto al presidente del consiglio comunale, Calogero Centonze, di dimettersi dal suo incarico, e non solo per la vicenda del concorso. Centonze non ha replicato.

venerdì 20 marzo 2009

Italia Nostra Sicilia: "Riaprire Pasquasia. Economia, occupazione...e verità

Riaprire la miniera di Pasquasia e far ripartire l’attività di estrazione dei sali potassici. A chiederlo, con una provocatoria lettera inviata al presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, il consiglio regionale di Italia Nostra, ma anche le sezioni di Piazza Armerina, Caltanissetta e Agrigento dell’associazione. Una posizione destinata ad aprire un nuovo dibattito sul futuro del sito chiuso nel lontano 1992. La miniera, infatti, a metà strada tra Enna e Caltanissetta, da anni è al centro di polemiche e proteste per la possibilità, puntualmente smentita, di poter diventare, o essere già stato in passato, un deposito di scorie nucleari. A spiegare la provocazione uno dei principali sostenitori dell’iniziativa assunta da Italia Nostra, il professor Giuseppe Anzaldi, presidente della sezione di Piazza Armerina. “Ci hanno sempre spiegato dalle istituzioni regionali e nazionali che non ci sono depositi di scorie radioattive e che per il futuro non ci sono programmi di questo genere, la presenza dei sali alcalini nel sottosuolo è abbondante, il mercato internazionale richiede questo tipo di produzione, e allora, se non ci sono problemi ambientali, si vada al riavvio dell’estrazione”, dice Anzaldi, il quale chiede un comportamento coerente alle istituzioni competenti. “Si creerebbe sviluppo economico e nuova occupazione, scongiurando l’utilizzo del sito per altri fini, pericolosi e dannosi per la popolazione, come quella di utilizzare la miniera come deposito dei fanghi industriali di Priolo”, aggiunge. “Ci chiediamo perché l’ipotesi della riapertura non entri nell’agenda politica dell’attuale giunta di governo regionale”, recita la lettera indirizzata al governatore Lombardo. E proprio su questo fronte Italia Nostra Sicilia sottolinea come “positivo” il recente interesse dei consigli provinciali di Enna, Agrigento e Caltanissetta, così come dell’assessore regionale all’Industria, Pippo Gianni, proprio verso un’eventuale ipotesi di riapertura. “Ovviamente con la riapertura della miniera, andrebbero poste in essere quelle misure di garanzia previste dalla legislazione comunitaria, nazionale e regionale, volte a tutelare l’integrità dell’ambiente”, spiega Leandro Janni, presidente del consiglio regionale di Italia Nostra Sicilia, il quale, comunque, torna a sollecitare “le necessarie e dovute verifiche sulle attuali condizioni ambientali del sito” e appoggia anche l’altra ipotesi alternativa alla riapertura, quella del riuso a fini museali dell’ex miniera di sali potassici. Giornale di Sicilia - Edizione del 16 marzo http://robertpalermo.blogspot.com

Il dovere della memoria...e il diritto alla memoria

In questi giorni in Campania e in tanti Comuni d’ Italia si stanno svolgendo varie manifestazioni per celebrare la XIV Giornata della memoria, ideata e organizzata dall’Associazione Libera di don Ciotti, che culminerà il 21 marzo a Napoli, dove stanno si daranno appuntamento migliaia di persone, in gran parte giovani, provenienti dal territorio italiano ( solo 500 da Palermo), ma anche dall’estero. Segno che le mafie sono diventate un problema internazionale a cui bisogna dare risposte in termini globali senza dimenticare la specificità delle mafie nazionali e locali.
Una specificità che va attenzionata dalle istituzioni ma soprattutto da quella marea indistinta, confusa, disorientata spesso contraddittoria, di persone in carne ed ossa che si usa spesso chiamare “società civile”, nella quale convivono contemporaneamente mafiosi, complici di mafiosi,indifferenti, collusi e simile genia, accanto ad onesti ed integerrimi cittadini e fedeli servitori dello Stato. Tutti accumunati dalla stessa etichetta di “ società civile” che ha fatto da terreno di coltura agli ispiratori, ai mandanti e agli esecutori dei più efferati crimini mafiosi, ma nella quale in questi ultimi decenni, dopo Capaci e via d’Amelio, è cresciuta anche la più profonda indignazione nei confronti dei mafiosi e della cultura che la sostiene, con una partecipazione sempre crescente a tutte le manifestazioni per la difesa della legalità. Una cultura della legalità sicuramente trasversale e sempre più diffusa, ma che in ogni caso non riesce ad esprimersi come “maggioranza” in termini politici. Non nel senso di schieramento politico di partiti o sue coalizioni, ma nel senso di riferimento a valori democratici, costituzionalmente fondati, tali da essere considerati riferimento condiviso dalla maggior parte dei cittadini italiani. Cosa evidente a tutti, come possiamo constatare nelle infinite polemiche su problemi come la sicurezza, laicità dello Stato, bioetica, riforma della magistratura, ecc.
Sul contrasto alle mafie la divergenza è stata anche più profonda, nella società e nelle Istituzioni, anche perché solo tardivamente si è riconosciuta la commistione tra apparati dello Stato e mondo criminale, tra politica, economia e sistemi mafiosi . Tante stragi, tanti morti si sarebbero potuti evitare, se lo Stato e la politica avessero preso coscienza di ciò a tempo debito.
Il 21 marzo, anche per queste ragioni, non può diventare l’ennesima manifestazione, seppure di massa, per una passerella di politici ed esponenti istituzionali che vogliono rifarsi una verginità, nel semplice ricordo dei morti ammazzati, ma una occasione preziosa di riflessione per costruire, insieme, al di là degli schieramenti partitici, una società basata veramente sulla legalità, in tutte le sue accezioni.
Solo con questo spirito, il “ dovere della memoria” (che la nostra società sente come obbligo nei confronti delle centinaia di vittime innocenti che ricordiamo, leggendone il nome ad uno ad uno, il 21 marzo) , e il “ diritto alla memoria”( che ci è dovuto, come società degli onesti - parenti di vittime o semplici cittadini) , potranno trovare concreta ed efficace accoglienza in ciascuno di noi.
In questa direzione va la proposta di Legge per riconoscere anche sul piano legislativo il 21 marzo come Giornata nazionale della memoria, firmata congiuntamente da un esponente del centrodestra, l’on. Granata (del PdL) e un esponente del centrosinistra, l’on. Giulietti, di IDV.
Peccato che a distanza di oltre 4 mesi dalla sua presentazione, questa proposta è ferma in commissione.
La manifestazione di Napoli e le centinaia di altre iniziative analoghe, come quella che si svolge a Piazza Armerina, in Sicilia, serviranno a farle fare un passo avanti? Me lo auguro.
Salvatore Roccaverde
Presidente Associazione Culturale “Premio Rocco Chinnici “ di Piazza Armerina ( Enna)

martedì 17 marzo 2009

Prg. Quattro ex consiglieri ascoltati dalla Procura come persone informate sui fatti. Indagine su possibili incompatibilità e interessi privati?

Quattro ex consiglieri comunali ascoltati dalla Procura della Repubblica di Enna come persone informate sui fatti nell’ambito di un’indagine avviata in relazione all’adozione del nuovo Piano regolatore generale. Gli esponenti politici sono stati ascoltati solo per acquisire sommarie informazioni. Indiscrezioni danno come probabile l’audizione nelle prossime settimane anche di altri ex consiglieri comunali della precedente legislatura. Gli inquirenti starebbero verificando l’esistenza o meno di possibili interessi privati coinvolti nell’adozione del nuovo strumento urbanistico o l’esistenza di situazioni di incompatibilità. Non vi sarebbero per ora soggetti sottoposti ad indagine. L’intero iter di adozione del nuovo Prg è stato caratterizzato da accuse incrociate di presunte incompatibilità, con i verbali delle sedute consiliari puntualmente acquisite dal commissariato. E non è la prima volta che i consiglieri della precedente legislatura vengono chiamati a rendere sommarie informazioni alle forze dell’ordine sul nuovo Prg. Numerosi consiglieri comunali, nel gennaio del 2006, erano già stati sentiti dal commissariato, sempre come persone informate sui fatti. Agli esponenti dei vari gruppi consiliari ascoltati dalla polizia era stato chiesto se fossero a conoscenza di interessi politici ed economici dediti a rallentare o bloccare l’iter del Piano in modo sistematico. Ed il perché delle loro scelte in aula. Altri consiglieri dovettero anche spiegare nel dettaglio la propria incompatibilità dichiarata, motivandola in modo circostanziato. Politici chiamati poi a commentare alcune dichiarazioni fatte in aula da altri colleghi, in cui venivano mosse accuse di incompatibilità non dichiarate ad alcuni colleghi dell’aula consiliare. Quell’indagine era scattata nel 2005 a causa dei continui rinvii delle sedute sul nuovo strumento urbanistico, con la mancanza ripetuta del numero legale. Il nuovo Prg è stato adottato dal consiglio comunale e inviato alla Regione Siciliana. Si attende il via libera definitivo degli uffici regionali e la pubblicazione nella gazzetta ufficiale regionale. Giornale di Sicilia - Edizione del 13 marzo 2009 http://robertpalermo.blogspot.com

sabato 14 marzo 2009

Il sindaco Carmelo Nigrelli, quale rappresentante legale del Comune, condannato per "comportamento antisindacale" su ricorso della Cisl.

Il Comune, nella persona del sindaco Carmelo Nigrelli, condannato per “comportamento antisindacale” dal tribunale di Enna, sezione del Lavoro. Il giudice Pierpaolo Gori ha accolto il ricorso presentato dalla Cisl – Funzione Pubblica con il quale il sindacato lamentava la violazione delle norme di concertazione e informazione preventiva in occasione di alcuni provvedimenti organizzativi comunali. Pesante il dispositivo di condanna di sette pagine. Il tribunale del Lavoro ha ordinato al Comune e al sindaco Nigrelli, “la cessazione del comportamento antisindacale e la rimozione della delibera di giunta del 23 luglio 2008” con la quale l’ente aveva istituito due nuove posizioni organizzative: Protezione civile e Risorse umane. Il giudice Gori ha ordinato anche la consequenziale rimozione della determina del primo cittadino di pari data con la quale venivano individuati e nominati i responsabili delle due nuove posizioni organizzative, Walter Procaccianti e Maria Assunta Parlascino. E proprio di quest’ultimo atto non era stata data alcuna comunicazione ai sindacati. L’omessa informazione, concertazione e consultazione ha provocato una lesione per la credibilità del sindacato ai fini di un’effettiva capacità di tutela dei propri diritti e di quelli dei lavoratori rappresentati. Comune condannato anche a rifondere le spese giudiziarie alla Cisl, liquidate in 1200 euro. “Siamo soddisfatti perché la sentenza conferma che il ricorso della nostra organizzazione sindacale al giudice non è stato ne strumentale, ne mancanza di buona fede, così come ha dichiarato qualcuno in precedenza”, spiega Franco Arena, segretario generale della Cisl Fp. “Il ricorso al tribunale è sempre l’estrema ratio, dettato dalla necessità di vedere rispettate le norme contrattuali che danno dignità a tutti i lavoratori e al mondo sindacale, nei confronti di una controparte che si ostina a rimanere sorda”, aggiunge, augurandosi, adesso, “un nuovo percorso”. Giornale di Sicilia - Edizione del 14 marzo http://robertpalermo.blogspot.com

venerdì 13 marzo 2009

Incardona, Pd: "Entro marzo tornerò tra i banchi consiliari"

“Entro marzo tornerò a sedere in aula”. L’ex consigliere comunale Renato Incardona, esponente del partito Democratico, annuncia che “potrà fare ingresso in consiglio comunale al posto dell’attuale suo collega di partito Nuccio Catalano”. Il Tar di Catania, infatti, avrebbe accolto il ricorso amministrativo presentato da Incardona all’indomani delle elezioni comunali. “Avevo affermato fin dall’inizio, con molta serenità, ma anche con decisione, di aver subito un errore materiale che mi stava impedendo di fatto di poter svolgere la mia funzione di consigliere eletto e i giudici hanno accolto le mie ragioni”, spiega Incardona, assistito davanti alla magistratura etnea dall’avvocato Pietro Mela.

Consiglio comunale straordinario sui lavori di ripavimentazione delle strade del centro storico. Tante voci di dissenso.

Un consiglio comunale per contestare i lavori di ripristino della pavimentazione stradale nel centro storico da parte di Acquaenna, la società che sta effettuando i lavori di rifacimento della rete idrica urbana. Stanno provocando sempre più polemiche le cattive condizioni del manto stradale dovute alle pavimentazioni della sede stradale successiva all’interramento delle nuove condutture idriche. Basolato antico in molti tratti mancante, il disegno architettonico di alcune pavimentazioni del centro storico mutato, la malta delle giunture del basolato mancante. Si stanno moltiplicando le iniziative per pretendere nuovi interventi migliorativi laddove i lavori siano stati fatti male. Il segretario dell’Mpa, Giuseppe Mattia, annuncia la volontà di promuovere attraverso i suoi consiglieri comunali di riferimento un consiglio comunale straordinario. Duro l’esponente politico. “Chiedo le dimissioni dei vertici di Acquaenna per come si stanno conducendo i lavori sul nostro territorio, ma devo diffidare ancora una volta l’amministrazione comunale che non sta tutelando i cittadini e preferisce rimanere in silenzio per ragioni politiche, senza esercitare alcuna pressione sui vertici di Acquaenna e Ato Idrico”, spiega Mattia. Trecento foto sono state depositate agli uffici comunali dal Comitato di Quartiere Monte. Immagini nelle quali vengono segnalate in modo puntuale tutte le anomalie riscontrate sulla pavimentazione del centro storico dopo i lavori di rifacimento della rete idrica. Il consigliere indipendente Basilio Fioriglio, ieri mattina, ha effettuato un lungo sopralluogo all’interno del centro storico, proprio per esaminare i lavori effettuati. “Così proprio non va, preannuncio diverse azioni consiliari e interrogazioni al sindaco Carmelo Nigrelli”, dice Fioriglio. “Tutte le segnalazioni ricevute dai cittadini, in cui si lamentavano lavori di ripristino della pavimentazione stradale fatti male, sono state girate dagli uffici comunali ad Acquaenna e all’Ato idrico”, spiega l’assessore ai Lavori pubblici Gaetano Guccio. “Laddove i lavori non siano stati fatti bene pretenderemo interventi aggiuntivi da parte degli operai della ditta”, aggiunge, sottolineando come siano in programma incontri tra i tecnici comunali e quelli di Acquaenna per mettere nero su bianco in quali strade effettuare i dovuti aggiustamenti. “Vigileremo affinché venga mantenuto questo positivo impegno preso dall’assessorato ai Lavori pubblici”, spiega Filippo Rausa, vice presidente del Comitato di quartiere Monte, il quale nei giorni scorsi aveva incontrato con una delegazione proprio l’assessore Guccio. Abbiamo cercato di raggiungere telefonicamente i vertici di Acquaenna, ma non è stato possibile mettersi in contatto con loro. Giornale di Sicilia - Edizione 13 marzo http://robertpalermo.blogspot.com

domenica 8 marzo 2009

Conti sempre più in rosso per la Casa di Riposo San Giuseppe. Disavanzo 2008 pari a 1 milione di euro, 300 mila euro in più del 2007.

Conti sempre più in rosso per la Casa di Riposo “San Giuseppe”. L’istituto assistenziale di Piano Sant’Ippolito ha chiuso l’esercizio 2008 con un disavanzo complessivo di 1 milione e 20 mila euro. Ben 300 mila euro di disavanzo in più rispetto al bilancio consuntivo del 2007, quando l’esercizio si era chiuso con un passivo di 706 mila euro. A pesare in negativo sull’aumento del disavanzo almeno tre elementi. Intanto il contributo regionale sul disavanzo, pari a circa 170 mila euro per l’esercizio 2007, e sceso per il bilancio 2008 a circa 70 mila euro. Circa 20 mila euro di incassi in meno sono arrivati dalla diminuzione dei ricoveri e quindi dalle minori rette complessive liquidate dagli ospiti del centro assistenziale. Altri 80 mila euro sono venuti meno alle casse della San Giuseppe agli inizi del 2008, a causa dell’anticipazione nell’autunno 2007 di un bimestre della retta comunale del 2008. E questo per venire incontro alle legittime proteste di quei mesi da parte del personale, il quale vanta numerosi stipendi arretrati. Nel 2008 la media degli anziani ospiti della struttura è stata di circa 60 presenze giornaliere, dei quali il 30 per cento non autosufficiente, con un’entrata complessiva di 634 mila euro. I vertici della casa di riposo, tenendo conto della media delle presenze degli ultimi tre anni, pari a 55 unità, stanno pensando di definire in modo nuovo l’attuale dotazione di posti letto, allineandolo al reale fabbisogno. Il numero allineato alla media consentirebbe di concentrare tutti i servizi in una sola delle due strutture esistenti, quella dell’ex convento, abbassando i costi di gestione fino ad arrivare ad un risparmio annuo di 120 mila euro.
Valore di stima dell'ex convento dei Teatini
Pari a un milione e mezzo di euro il valore di stima dell’ex convento dei Teatini di piazza Martiri d’Ungheria, immobile di proprietà della Casa di Riposo “San Giuseppe”. Il valore dell’edificio è stato stabilito dall’Agenzia del Territorio alla quale si era rivolta l’Opera Pia nei mesi scorsi. Il valore dell’immobile non comprende quello della chiesa dei Teatini, sulla quale è in fase di valutazione la relativa stima, immobile anche questo di proprietà del centro assistenziale di Piano Sant’Ippolito. L’obiettivo dichiarato dei vertici del centro assistenziale rimane quello di poter alienare i due immobili, previa autorizzazione dell’assessorato regionale alle Politiche sociali, in modo da ricavare i fondi necessari a risanare il disavanzo della Casa di Riposo e a pagare i 14 stipendi arretrati dei dipendenti.

sabato 7 marzo 2009

Villa Romana, lavori a rilento, l'intera copertura pronta e sostituita solo ad inoltrato 2010

Basta visitare in questi giorni l'intricata e complessa ingabbiatura interna ed esterna alla Basilica della Villa Romana del Casale (il primo ambiente che dovrà essere interessato dall'installazione della nuova copertura), con i ponteggi, necessaria a smontare la vecchia copertura e rimontare quella nuova, per capire che i lavori potranno finire solo nell'autunno del 2010 e non prima.

lunedì 2 marzo 2009

Basta improvvisazione. L'aula approva all'unanimità un o. d. g. sul verde pubblico della III commissione. Chiesto uno studio all'ufficio tecnico.

Consiglio comunale del 26 febbraio 2009
O.d.G. Problematica Verde Pubblico

La richiesta di convocazione per la trattazione da parte del C.C. dell’argomento all’Ordine del Giorno è essenzialmente legata alla sottoscrizione unanime, in data 13 ottobre 2008, agli atti della III Commissione Consiliare di un documento, che qui si allega, che presupponeva un’azione in tempi brevi dell’Ufficio Tecnico Comunale su indicazione dell’Amministrazione.

La III Commissione Consiliare si è a lungo soffermata sull’argomento (sedute del 10/09/2008, 13/10/ 2008 e 19/01/2009) sottolineando come occorra avviare una gestione del verde pubblico, slegata dalle logiche, spesso di tipo assistenzalista, che sono state imperanti negli ultimi vent’anni, chiedendo inoltre l’elaborazione di alcuni studi e documenti necessari ed indispensabili ai fini della corretta quantificazione delle somme di esercizio da inserire in fase di predisposizione del bilancio.

L’ Ordine del giorno di questo consiglio vuole, brevemente, costituire una riflessione (e conseguente condivisione) sulle funzioni, uso e gestione del verde pubblico nella nostra città, fornendo un atto di indirizzo all’Amministrazione.

PREMESSO CHE

Gli spazi verdi sono importanti per la vita sociale con effetti tutti riconducibili al miglioramento della qualità della vita dell’uomo: luogo di ritrovo per bambini e anziani, luogo per svolgere attività sportiva, ricreativa e culturale.

Gli spazi verdi costituiscano un elemento dell'ambiente costruito in cui viviamo in stretta relazione con il paesaggio, valore tutelato prima di tutto dall’art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Al verde urbano sono richieste anche funzioni, con effetti a livello biologico e psicologico, tutti riconducibili al miglioramento della qualità di vita dell’uomo.

Le piante inserite nel contesto urbano hanno la capacità di depurare l’aria, fissare gas, diminuire l’inquinamento acustico e di svolgere un’azione termoregolatrice del microclima cittadino.

Bisogna diffondere una nuova visione e una nuova cultura degli spazi verdi, in modo che la comunità dei cittadini diventi protagonista di un cambiamento di qualità del paesaggio urbano.

Molte città riconosciute “turistiche” fanno della cura del verde un punto di forza e di decoro proprio dell’attrazione turistica, riconoscendo in questo patrimonio un’importante risorsa.

I progressivi tagli alla spesa pubblica costringono (ma non giustificano) le Amministrazioni a ridimensionare il budget da destinare al settore del verde che rischia, in molti casi, di non poter disporre delle risorse sufficienti a garantire il livello minimo di manutenzione.

In un passato, ormai lontano, la cura dei parchi e dei giardini ha tradizionalmente rappresentato il fiore all’occhiello della nostra Città.

La gestione del verde pubblico della nostra città, da circa 20 anni ad oggi, è stata prevalentemente legata a criteri di improvvisazione e/o di buona volontà, molto spesso discontinui, piuttosto che ad una effettiva analisi e valutazione qualitativa e quantitativa del problema.

Una corretta manutenzione del verde pubblico rende le aree più sane dal punto di vista allergenico, riducendo la presenza di insetti dannosi alla salute umana.

E’ necessario individuare strategie di gestione del verde, in grado di fornire soluzioni nell’ottica dell’economicità e della funzionalità condotta secondo i moderni parametri di sostenibilità.

Uno dei fattori fondamentali per avere buoni risultati nella realizzazione, gestione e manutenzione del verde urbano è di avere professionalità adeguate, è quindi imprescindibile che il “ verde” venga considerato attività specialistica e non supplita da altre.

Bisogna valutare le diverse forme di conduzione del verde pubblico, dalla tradizionale conduzione diretta con i giardinieri comunali (ormai inesistenti), alle forme miste, alle esternalizzazioni ad aziende partecipate, ai global service più o meno avanzati.

L’Ente locale non deve rinunciare alle sue prerogative di indirizzo, programmazione e controllo del settore e nel contempo non disperdere le professionalità necessarie per individuare la forma di gestione migliore.

Sarebbe auspicabile che l’Ente Comune sia dotato di un Piano del Verde Urbano, documento progettuale per rendere più fruibile il verde ai cittadini, considerandolo non più come elemento estetico ed ecologico della nostra città, ma un vero e proprio servizio al cittadino.

Sarebbe auspicabile una mappa delle piante presenti all’ingresso dei giardini pubblici, con la presenza di schede informative, riportanti le caratteristiche ed il grado di allergenicità, in prossimità di ciascuna specie vegetale permettendo ai fruitori di imparare a riconoscere la flora presente e agli allergici di non sostare in prossimità di piante che presentano rischi per la salute.

La gestione e la manutenzione del verde urbano per essere meno onerosa, quindi più sostenibile per l’ Amministrazione, si dovrà fare anche riferimento alla possibilità di partecipazione di soggetti privati.

L’avviso di procedura sperimentale a tal proposito emanato recentemente dall’Amministrazione è sicuramente apprezzabile nell’intento, i cui esiti potranno essere valutati solo fra due anni, e quindi non prima di allora si potrà ipotizzare l’estensione della medesima procedura di affido su nuove aree.

Il verde nella nostra città merita un’attenzione migliore e questo riguarda sia gli interventi finalizzati alla fruizione che quelli legati alla manutenzione.

PERTANTO

La III Commissione Consiliare aveva chiesto l’analisi della problematica, perché, prima dell’approvazione del bilancio, potessero essere quantificate le somme necessarie per la gestione in funzione e nell’ottica della razionalizzazione del sistema.
Un’analisi basata su uno studio economico/gestionale, per individuare la forma migliore di conduzione e manutenzione del patrimonio verde; passando quindi da una tradizione che prevede il ricorso ad un numero intenso di piccoli appalti o affidi ma di durata limitata e scarsamente efficienti, a sistemi di maggiore efficacia, quali ad esempio, i global service, interamente a corpo e/o ai global service misti costituiti da servizi, economicamente prevalenti su lavori e su forniture. In cui, interventi ricorrenti quali ad esempio la tosatura dei prati, la pulizia delle aree verdi, la vuotatura dei cestini, sono classificati come servizi; altri interventi, quali la riparazione di un impianto, un piccolo restauro o una ristrutturazione di uno spazio verde sono classificati lavori.

Si sottolinea come nel contratto di global service, che rappresenta un esempio di incontro fra il pubblico ed il privato, il 70% delle prestazioni è rappresentata da attività di manutenzione che la norma definisce come la “combinazione di tutte le azioni tecniche ed amministrative incluse le azioni di supervisione, volte a mantenere o a riportare una entità in uno stato in cui possa eseguire la funzione richiesta”.

Se ciò è possibile per gli spazi verdi “maggiori” discorso differente va fatto per gli spazi verdi “minori”; quelli di pertinenza delle scuole per esempio, che richiedono semplici pratiche di manutenzione, e che potrebbe essere affidata a soggetti meno qualificati (cooperative, privati, etc) come ad esempio cooperative di tipo B, perseguendo anche un fine sociale, quale l’inserimento nel mondo del lavoro di persone svantaggiate.

La certezza del risultato è un fatto da cui non si può prescindere in materia di manutenzione del verde. La gestione del verde pubblico equivale alla gestione di un patrimonio che appartiene a tutti, che è sotto gli occhi di tutti, per il quale le situazioni di incertezza devono essere ridotte.

Tutto ciò premesso il Consiglio Comunale

CHIEDE CHE

l’Ufficio Tecnico Comunale, per quanto di competenza, e l’Amministrazione comunale predispongano, possibilmente prima dell’approvazione del bilancio 2009:

uno studio di dettaglio che individui e classifichi gli spazi verdi dal punto di vista quantitativo (distinto fra verde pubblico e arredo urbano) e qualitativo; elencando la flora, le colture, le piante, etc. ricadenti nelle suddette aree valutando le condizioni fisiche in cui versano le aree e le specie arboree;
la redazione, a cura di uno specialista del settore, di un piano di manutenzione e miglioramento del verde urbano (riferito allo studio citato al punto precedente) che possa successivamente confluire nella stesura di un Piano del Verde Urbano;
uno studio economico gestionale finalizzato all’individuazione della forma di conduzione e manutenzione meno onerosa che garantisca, tramite professionalità adeguate, continuità nel tempo e creazione di posti di lavoro durevoli.

Il Consigliere
Riccardo Calamaio
I Consiglieri della terza Commissione:

Rosario Paternicò
Calogero Cursale
Fabio Monasteri
Luca Failla

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