sabato 11 luglio 2015

Mosaici. Comune bancomat della Villa Romana o Villa Romana bancomat del Comune?



PIAZZA ARMERINA. Il “tesoretto” della Villa Romana del Casale, il cosiddetto 30 per cento degli incassi del sito archeologico, per legge spettante al Comune, avrebbe dovuto portare nel 2014 ben 810 mila euro nelle casse della città, visto che l’incasso totale del 2014 per i mosaici alla biglietteria è stato di 2 milioni e 707 mila euro (dati Regione Siciliana). A questi 810 mila euro bisogna aggiungere i 522 mila euro del 2013 (cioè il 30 per cento dell’incasso totale del 2013 ammontante a 1 milione e 743 mila euro) oltre ad una somma stimabile tra i 600 e i 700 mila euro per il 2015 in corso, per un totale di quasi 2 milioni di euro in tre anni (2013-2015). Sarebbe il caso che Comune e Regione, con un bel prospetto chiaro e trasparente, spiegassero quanto di questa somma è stato incassato finora dalla tesoreria comunale, quanto è stato speso, come è stato speso e come si intenderà spendere per il restante 2015 (visto che una convenzione tra Comune e Regione indica i punti programmatici di spesa). Il gruppo consiliare del Pd ha appena presentato un’interrogazione nella quale in sostanza si chiedono queste cose, ma credo che i dati interessino tutti. L'aspetto “politico” di questa realtà contabile così preziosa, per la sua potenziale e mai fino in fondo espressa ricaduta sul territorio, rimane sempre lo stesso: la capacità degli amministratori locali di influenzare in modo strategico il contenuto della prossima (misteriosa) convenzione Comune-Regione 2015-2017, per inserirvi piani di promozione e sviluppo del territorio per fini turistici sul medio e lungo periodo, in grado di poter avere ricadute occupazionali serie sulla città. Se come Comune diventiamo solo lo sportello bancomat del Parco Archeologico della Villa Romana, con la Regione che attraverso i propri uffici periferici decide da sola quanto spendere e come spendere i soldi del 30 per cento, allora la legge regionale 10/99 (quella sul 30 per cento) diventa solo una partita di giro umiliante per la politica locale.

3 commenti:

Giuseppe Venezia ha detto...

Ci sono parecchie determine di impegni di spesa a valere su quel capitolo,dalle quali non si evince in modo chiaro la ragione dell'impegno stesso.

Nobile Quartiere Monte Mira ha detto...

Una convenzione certamente da rivedere perché le amministrazioni che si sono succedute hanno le mani legate sugli investimenti di promozione da fare nel territorio comunale; mentre è più che un bancomat per il Museo Archeologico Villa Romana del Casale che adopera quelle somme per la villa e le sue pertinenze.

Nobile Quartiere Monte Mira ha detto...

Una convenzione certamente da rivedere perché le amministrazioni che si sono succedute hanno le mani legate sugli investimenti di promozione da fare nel territorio comunale; mentre è più che un bancomat per il Museo Archeologico Villa Romana del Casale che adopera quelle somme per la villa e le sue pertinenze.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo