mercoledì 30 marzo 2011

Crisi Chiello, il Comune ricorrerà al Tar contro il congelamento dei ricoveri in Ostetricia disposto dal manager Baldari

di Vasily Lotario

Ieri pomeriggio 28 marzo alle ore 17,00 si è tenuta una seduta di Consiglio comunale con all’ordine del giorno “problematiche sanità Ospedale Chiello di Piazza Armerina”. Da riconoscere, il lavoro fatto dai comitati di quartiere con in testa Massimo Di Seri, teso proprio a sensibilizzare le coscienze dei cittadini in un momento così difficile per il Chiello. E così e finalmente la città risponde. La città, da molti indicata come perennemente assopita e rassegnata, in un moto di orgoglio, è accorsa numerosa ad assistere al Consiglio, con il saluto dell’Amministrazione comunale rappresentata dal Vicesindaco Ribilotta e con la presenza delle istituzioni regionali e di diversi Sindaci della provincia. Non sono mancati i momenti di tensione anche per via della decisione di Baldari di chiudere il centro nascite del Chiello di Piazza Armerina nonché quello di Leonforte (presente in aula e autore di un intervento anche il Sindaco di Leonforte Giuseppe Bonanno) lasciando attivi solo Enna e Nicosia, soprattutto ad inizio seduta, anche per i noti problemi di spazio della nostra aula consiliare, di certo non adatta a contenere pubblico oltremodo consistente. A chiusura del Consiglio, l’Assessore locale alla Sanità Innocenzo di Carlo ha detto che se ci fossero state davvero quelle esigenze di sicurezza addotte da Baldari a causa della mancanza della Rianimazione al Chiello dietro la sua decisione di chiusura del centro nascite, non si spiegherebbe come mai il centro nascite dell’Ospedale di Nicosia rimanga regolarmente aperto. In effetti, quindi, durante l’intera seduta si è respirata un’aria per certi versi inaspettata, con un manager come Baldari, incapace di offrire risposte convincenti, apparso in verità poco spregiudicato rispetto al suo noto predecessore. Tanto da fare concludere Massimo Di Seri con una battuta sul fatto che il manager debba togliersi dalla testa di potere prendere in giro i cittadini di Piazza Armerina. E così la mia mente è andata per un attimo all’epoca della gestione Iudica, tempi in cui il Direttore generale di allora, infarciva i suoi discorsi su ridimensionamenti/depauperamenti -o rifunzionalizzazioni, se preferite- con promesse di potenziamenti faraonici e fantomatici. Promesse mai mantenute e ridimensionamenti concretizzatisi purtroppo, alla luce di ciò che è realmente accaduto poi. Ma allora, (quasi) tutti a credere a Iudica, tranne qualcuno che, suo malgrado, si è trovato ad impersonare un ruolo da Cassandra –per chi non lo sapesse, la sacerdotessa condannata a prevedere il futuro ma senza che nessuno le credesse. Da ricordare, l’intervento dell’On. Galvagno (Pd), che ha sottolineato i passaggi da fare e le iniziative da intraprendere ad ogni livello, sia locale che regionale, per impedire lo smantellamento del sistema sanitario della nostra provincia. Da dimenticare, l’intervento dell’On. Colianni (MpA), autore di un nebuloso intervento da difensore d’ufficio dell’operato dell’Assessore regionale e vittima di fischi e rumoreggiamenti vari da parte del pubblico presente in aula. Il Consigliere Rosario Paternicò (PdL) ha parlato di azioni eclatanti per fare riaprire il centro nascite sul genere di quelle messe in campo dagli abitanti di Mazzarino vittime della chiusura del loro ospedale e che hanno ad un certo punto bloccato le strade di collegamento alla loro città. Giuseppe Venezia (Pd) ha risposto con la proposta di restituire le tessere elettorali di tutti i cittadini di Piazza. Tra i Consiglieri presenti in aula, da sottolineare l’intervento di Carmelo Gagliano (PdL), che ha ricordato di avere rassicurato poche settimane prima via stampa i Piazzesi per l’impegno preso da Baldari durante una riunione di potenziare le sale operatorie, rivelatosi poi un clamoroso bluff, e quello di Eduardo Lotario (Pd), che ha spiegato che il nostro Chiello per decreto della Regione siciliana ormai non è più un P.O. (Presidio ospedaliero) ma un P.T.A. (Presidio territoriale assistenziale) e che occorre dunque una modifica della normativa regionale per salvarlo dalla chiusura. E così arriviamo al nocciolo della questione e cioè che il nostro ospedale, così come ce lo hanno consegnato i nostri avi, al momento non esiste più. L’acronimo P.T.A., infatti, è un modo elegante – o, se preferite, un grazioso eufemismo- per dire che il Chiello non è più un Presidio ospedaliero per acuti ma un Presidio territoriale di assistenza, una sorta cioè di ambulatorio allargato ad una serie di branche specialistiche, destinato entro la fine dell’anno a garantire l’assistenza solo 12 ore su 24 e non quindi 24 ore su 24 come compete ad un vero ospedale degno di questo nome. Di questo i Piazzesi devono rendersi conto. La politica locale sta facendo e farà la sua parte, soprattutto per garantire la riapertura (quasi) immediata del centro nascite del Chiello. Ma la questione non si ferma qui. E sarebbe demagogico affermare che Piazza Armerina, con la sua gente e con la sua classe dirigente, a questo punto sia autosufficiente per la risoluzione dei problemi dell’ (ex) ospedale locale. Occorre che a livello regionale si agisca e subito. Per far questo, la nostra partecipazione da cittadini è necessaria per fare pressioni, ma non sufficiente. Frattanto, il Vicesindaco Teodoro Ribilotta ha comunicato che è stata già fissata per giorno 6 Aprile alle 10,30 la riunione della Conferenza dei Sindaci della provincia, unico organo competente in materia di sfiducia al manager, per discutere delle problematiche sanitarie territoriali, presieduta dal Sindaco della città capoluogo Paolo Garofalo, allertato prontamente dall’Amministrazione Comunale di Piazza Armerina e che già stamani sono stati predisposti gli atti per presentare ricorso al Tar avverso la decisione del manager dell’Asp dott. Baldari di chiudere il centro nascite di Piazza Armerina.

mercoledì 2 marzo 2011

Parcheggi seminterrati, incredibile dietro front del consiglio comunale

di Roberto Palermo -
Piazza Armerina - Ricordate i parcheggi seminterrati di piazza Falcone Borsellino, sotterrati sotto un metro di terra tre mesi fa in seguito al voto del consiglio comunale, contrario all’accensione del mutuo? Il corpo esanime di quell’opera pubblica è stato riesumato ed ora si cercherà di ridare vita al cadavere, come nella migliore tradizione di Frankenstein. Il consiglio comunale ha deciso di tornare indietro, con un dietro front che ha del clamoroso. L’aula ha detto no con un voto tre mesi fa, adesso potrebbe dire si. Poi magari, a lavori iniziati, potrebbe dire ni. Con otto voti contrari, sette favorevoli ed un astenuto, dopo dieci anni di tira e molla indecente, l’aula a dicembre aveva detto no al mutuo da 800 mila euro che sarebbe stato necessario per contribuire a finanziare l’infrastruttura progettata per piazza Falcone Borsellino, già finanziata con fondi statali per 2 milioni di euro. Una parte del gruppo consiliare del Pd, sostenuto dalla segreteria, aveva votato contro lo stesso sindaco Carmelo Nigrelli, favorevole all’opera.
Alla fine a votare contro il muuto furono i consiglieri Vincenzo Filetti e Calogero Cursale (Udc), Michelangelo Trebastoni e Giuseppe Falcone (Area Mpa), l’indipendente Basilio Fioriglio, Giuseppe Capizzi, Calogero Centonze e Calisto Failla (Pd). A votare a favore i consiglieri Carmelo Gagliano e Rosario Paternicò (Pdl), Giuseppe Venezia, Ilenia Adamo, Eduardo Lotario, Pino Grillo, Fabio Monasteri (Pd). Astenuto il consigliere Riccardo Calamaio (Pd). Adesso il sindaco Carmelo Nigrelli, martedì pomeriggio, ha fatto delle comunicazioni alla conferenza dei capigruppo: “L’assessorato regionale ai Trasporti ci ha dato ancora trenta giorni di tempo per decidere, quel termine scade il 4 marzo, con il presidente del consiglio comunale proprio questa mattina abbiamo inviato una lettera all’assessorato per comunicare che l’iter riparte”. E l’iter riparte davvero. A quanto sembra si riuniranno di nuovo le commissioni, poi ancora la conferenza dei capigruppo. E si finirà di nuovo in aula. Insomma tutto da capo, l’aula aveva scherzato. In pratica le istituzioni ci dicono che un progetto non deve essere fatto e dopo tre mesi le stesse istituzioni ci dicono che bisogna votare di nuovo. Se tutto questo vi sembra serio, al di là di cosa si possa pensare nel merito di quell'opera pubblica!! Dite semplicemente care istituzioni armerine che vi siete incartate, ci sono 350 mila euro di parcelle da pagare per dieci anni di progettazione e non sapete come uscirne, se non con la formula "Frankenstein". Rischiamo di diventare una barzelletta. Per dieci anni i parcheggi seminterrati sono rimasti nel congelatore, poi sono stati tirati fuori, fatti scongelare e buttati nella spazzatura. Adesso vengono ripresi dalla discarica e rimessi sul tavolo della stanza dei bottoni. La politica spesso fa puzza!!! (tratto dal quotidiano online www.ilgiornaledienna.it)

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo