mercoledì 17 settembre 2008
Il Chiello dimenticato da Dio e dagli uomini. Quale sarà il prezzo da pagare al Piano di Rientro? Iudica non si sbottona. E la politica locale tace.
PIAZZA ARMERINA. “Non è che non mi senta di sbottonarmi, soltanto non sono in grado di sapere cosa accadrà fra qualche giorno per il sistema sanitario provinciale, e quindi per l’ospedale Chiello, così come a livello regionale”. Il direttore generale dell’Ausl 4 di Enna, Francesco Iudica, raggiunto telefonicamente sull’attuazione del “Piano di Rientro” dal buco della sanità regionale, a giorni sul tavolo del governo nazionale, non si sbilancia. O non si vuole sbilanciare. Sul tavolo dell’assessorato regionale alla Sanità ci sono diverse ipotesi, da quella degli “ospedali riuniti” con capofila l’Umberto I di Enna a quella del cosiddetto Week Surgery, cioè della struttura per interventi chirurgici programmati, senza la gestione delle emergenze e con la chiusura nel fine settimana. “Non sono in grado di dire cosa succederà, l’ipotesi del Week Surgery io la proposi tempo fa in un momento in cui certe scelte avremmo potute farle noi, ma forse non fui troppo convincente, adesso aspetto anch’io di vedere cosa si deciderà”, spiega Iudica. Ma intanto medici, infermieri e cittadini attendono di conoscere il destino del presidio ospedaliero Chiello, in un’atmosfera generale di totale mancanza di trasparenza e silenzio. Ma anche di rassegnazione. Le proposte dell’assessorato regionale alla Sanità si stanno concertando con il governo nazionale. Dopo il 25 settembre potrebbe essere noto quale sorte toccherà al Chiello. Gli acuti e le emergenze rimarranno al Chiello? Amministrazione comunale e consiglio comunale, intanto, sembrano rimanere in una passiva attesa degli eventi. Dove è finito quel movimento politico-sanitario, con carattere permanente, il cui scopo era difendere l'ospedale. Il centrosinistra, quando era opposizione in questa città, aveva costituito un comitato a difesa del Chiello. Ora che è al governo sembra aver messo in garage il comitato. Il centrodestra, con il suo patchwork di posizioni, non vuole disturbare gli amici di Palermo. I camici bianchi non prendono posizione. Insomma un'atmosfera generale satura di cloroformio. L'ospedale e la città sono anestetizzati, stanno per entrare in sala operatoria, senza sapere se e quale parte verrà amputata, a quale intervento chirurgico stanno per essere sottoposti e a quale tipo di degenza vanno incontro. E non è escluso che fuori dalla sala operatoria si debba subito passare alla rianimazione. I familiari più stretti del paziente vadano a parlare con i chirurghi che devono operare, prima dell'intervento chirurgico, e poi riferiscano al resto della famiglia. Si fa così in genere.