La “Legge di Riforma Sanitaria”, se così si può chiamare, è stata varata all’ARS, ma per il nostro ospedale nulla è cambiato, e chi si aspettava la restitutio ad integrum del Chiello, si sbagliava perché continua a subire il programma di Iudica pensato molti mesi fa e portato avanti con la caparbietà di sempre in nome di un presunto e mai dimostrato progetto di riorganizzazione della sanità ennese, dove avrebbe vinto il cittadino con i suoi bisogni e le sue speranze, ma in realtà, al cittadino si centuplicheranno le difficoltà. In questo senso abbiamo perso l’ultima battaglia di una guerra cominciata due anni addietro col piano Lagalla e appena conclusa con la sconfitta di Piazza Armerina col piano Russo. A nulla sono valsi i litigi tra i partiti politici della maggioranza, poiché, in nome di malcelati interessi elettoralistici e beghe da cortile, hanno ricompattato le forze sul filo di lana. Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur e Iudica ha sempre saputo che, comunque fossero andate le cose alla Regione, la sua opera poteva proseguire tranquilla a Piazza, così come è stato, deliberando cambiamenti nell’assetto organizzativo, comportandosi come se già fosse il direttore pure dell’Umberto I. Ha portato avanti, senza avere mai avuto il consenso dei sindacati, né quello dei comuni, il suo capolavoro SOIEN in ossequio a quei famosi allegati della prima “bozza Russo”, spalleggiato costantemente da quell’altra mente eccelsa della politica del momento Paolo Colianni (che continua blaterare, ai piazzesi che lo hanno votato, che nessun ospedale verrà chiuso, ma non spiega colpevolmente che il nosocomio di Piazza sarà ridotto a PTA e cioè a contenitore di ambulatori, cronicari e DH), ma pure garantito dal sommo parvenu vicerè di Sicilia.
In ogni caso, abbiamo perso! Ha perso la nostra città e il nostro bacino d’utenza che saranno costretti a ripiegare verso altri lidi per i bisogni di salute. Ha perso la conferenza dei sindaci, che, dopo un tentativo di sfiduciare Iudica, ha dovuto cedere ai giochi dei politici sempre più arroganti e incuranti dei bisogni delle rispettive cittadinanze. Ha perso la politica ennese che non ha saputo e potuto arginare la dilagante marea montante del potere del momento. Ha perso pure l’Osservatorio Sanitario Permanente, lisciato, ma pure osteggiato da forze non tanto occulte. Hanno perso i cittadini, nonostante i proclami scolpiti sugli architravi del palazzo dell’amministrazione Usl 4 di Enna: “Accogliamo sofferenze, costruiamo speranze”. Niente di più falso. Finora l’ospedale Chiello, pur con mille difficoltà di cui sono stati responsabili in primis i direttori di vario livello, ha, dignitosamente e per secoli, accolto sofferenze e costruito speranze, ma in risposta ha ricevuto solo noncuranza e misere rappresaglie. Da questo momento in poi, il glorioso Chiello, subirà l’onta del declassamento camuffato di innovazione, modernizzazione, razionalizzazione.
Questo è l’ultimo comunicato del nostro Osservatorio, poiché questi sono tempi di arroganza, di prepotenza e di sfrontatezza. Possiamo magramente consolarci con Seneca: Iniqua numquam regna perpetuo manent.
27 marzo 2009
Sebi Arena, Coordinatore