lunedì 2 marzo 2009

Basta improvvisazione. L'aula approva all'unanimità un o. d. g. sul verde pubblico della III commissione. Chiesto uno studio all'ufficio tecnico.

Consiglio comunale del 26 febbraio 2009
O.d.G. Problematica Verde Pubblico

La richiesta di convocazione per la trattazione da parte del C.C. dell’argomento all’Ordine del Giorno è essenzialmente legata alla sottoscrizione unanime, in data 13 ottobre 2008, agli atti della III Commissione Consiliare di un documento, che qui si allega, che presupponeva un’azione in tempi brevi dell’Ufficio Tecnico Comunale su indicazione dell’Amministrazione.

La III Commissione Consiliare si è a lungo soffermata sull’argomento (sedute del 10/09/2008, 13/10/ 2008 e 19/01/2009) sottolineando come occorra avviare una gestione del verde pubblico, slegata dalle logiche, spesso di tipo assistenzalista, che sono state imperanti negli ultimi vent’anni, chiedendo inoltre l’elaborazione di alcuni studi e documenti necessari ed indispensabili ai fini della corretta quantificazione delle somme di esercizio da inserire in fase di predisposizione del bilancio.

L’ Ordine del giorno di questo consiglio vuole, brevemente, costituire una riflessione (e conseguente condivisione) sulle funzioni, uso e gestione del verde pubblico nella nostra città, fornendo un atto di indirizzo all’Amministrazione.

PREMESSO CHE

Gli spazi verdi sono importanti per la vita sociale con effetti tutti riconducibili al miglioramento della qualità della vita dell’uomo: luogo di ritrovo per bambini e anziani, luogo per svolgere attività sportiva, ricreativa e culturale.

Gli spazi verdi costituiscano un elemento dell'ambiente costruito in cui viviamo in stretta relazione con il paesaggio, valore tutelato prima di tutto dall’art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Al verde urbano sono richieste anche funzioni, con effetti a livello biologico e psicologico, tutti riconducibili al miglioramento della qualità di vita dell’uomo.

Le piante inserite nel contesto urbano hanno la capacità di depurare l’aria, fissare gas, diminuire l’inquinamento acustico e di svolgere un’azione termoregolatrice del microclima cittadino.

Bisogna diffondere una nuova visione e una nuova cultura degli spazi verdi, in modo che la comunità dei cittadini diventi protagonista di un cambiamento di qualità del paesaggio urbano.

Molte città riconosciute “turistiche” fanno della cura del verde un punto di forza e di decoro proprio dell’attrazione turistica, riconoscendo in questo patrimonio un’importante risorsa.

I progressivi tagli alla spesa pubblica costringono (ma non giustificano) le Amministrazioni a ridimensionare il budget da destinare al settore del verde che rischia, in molti casi, di non poter disporre delle risorse sufficienti a garantire il livello minimo di manutenzione.

In un passato, ormai lontano, la cura dei parchi e dei giardini ha tradizionalmente rappresentato il fiore all’occhiello della nostra Città.

La gestione del verde pubblico della nostra città, da circa 20 anni ad oggi, è stata prevalentemente legata a criteri di improvvisazione e/o di buona volontà, molto spesso discontinui, piuttosto che ad una effettiva analisi e valutazione qualitativa e quantitativa del problema.

Una corretta manutenzione del verde pubblico rende le aree più sane dal punto di vista allergenico, riducendo la presenza di insetti dannosi alla salute umana.

E’ necessario individuare strategie di gestione del verde, in grado di fornire soluzioni nell’ottica dell’economicità e della funzionalità condotta secondo i moderni parametri di sostenibilità.

Uno dei fattori fondamentali per avere buoni risultati nella realizzazione, gestione e manutenzione del verde urbano è di avere professionalità adeguate, è quindi imprescindibile che il “ verde” venga considerato attività specialistica e non supplita da altre.

Bisogna valutare le diverse forme di conduzione del verde pubblico, dalla tradizionale conduzione diretta con i giardinieri comunali (ormai inesistenti), alle forme miste, alle esternalizzazioni ad aziende partecipate, ai global service più o meno avanzati.

L’Ente locale non deve rinunciare alle sue prerogative di indirizzo, programmazione e controllo del settore e nel contempo non disperdere le professionalità necessarie per individuare la forma di gestione migliore.

Sarebbe auspicabile che l’Ente Comune sia dotato di un Piano del Verde Urbano, documento progettuale per rendere più fruibile il verde ai cittadini, considerandolo non più come elemento estetico ed ecologico della nostra città, ma un vero e proprio servizio al cittadino.

Sarebbe auspicabile una mappa delle piante presenti all’ingresso dei giardini pubblici, con la presenza di schede informative, riportanti le caratteristiche ed il grado di allergenicità, in prossimità di ciascuna specie vegetale permettendo ai fruitori di imparare a riconoscere la flora presente e agli allergici di non sostare in prossimità di piante che presentano rischi per la salute.

La gestione e la manutenzione del verde urbano per essere meno onerosa, quindi più sostenibile per l’ Amministrazione, si dovrà fare anche riferimento alla possibilità di partecipazione di soggetti privati.

L’avviso di procedura sperimentale a tal proposito emanato recentemente dall’Amministrazione è sicuramente apprezzabile nell’intento, i cui esiti potranno essere valutati solo fra due anni, e quindi non prima di allora si potrà ipotizzare l’estensione della medesima procedura di affido su nuove aree.

Il verde nella nostra città merita un’attenzione migliore e questo riguarda sia gli interventi finalizzati alla fruizione che quelli legati alla manutenzione.

PERTANTO

La III Commissione Consiliare aveva chiesto l’analisi della problematica, perché, prima dell’approvazione del bilancio, potessero essere quantificate le somme necessarie per la gestione in funzione e nell’ottica della razionalizzazione del sistema.
Un’analisi basata su uno studio economico/gestionale, per individuare la forma migliore di conduzione e manutenzione del patrimonio verde; passando quindi da una tradizione che prevede il ricorso ad un numero intenso di piccoli appalti o affidi ma di durata limitata e scarsamente efficienti, a sistemi di maggiore efficacia, quali ad esempio, i global service, interamente a corpo e/o ai global service misti costituiti da servizi, economicamente prevalenti su lavori e su forniture. In cui, interventi ricorrenti quali ad esempio la tosatura dei prati, la pulizia delle aree verdi, la vuotatura dei cestini, sono classificati come servizi; altri interventi, quali la riparazione di un impianto, un piccolo restauro o una ristrutturazione di uno spazio verde sono classificati lavori.

Si sottolinea come nel contratto di global service, che rappresenta un esempio di incontro fra il pubblico ed il privato, il 70% delle prestazioni è rappresentata da attività di manutenzione che la norma definisce come la “combinazione di tutte le azioni tecniche ed amministrative incluse le azioni di supervisione, volte a mantenere o a riportare una entità in uno stato in cui possa eseguire la funzione richiesta”.

Se ciò è possibile per gli spazi verdi “maggiori” discorso differente va fatto per gli spazi verdi “minori”; quelli di pertinenza delle scuole per esempio, che richiedono semplici pratiche di manutenzione, e che potrebbe essere affidata a soggetti meno qualificati (cooperative, privati, etc) come ad esempio cooperative di tipo B, perseguendo anche un fine sociale, quale l’inserimento nel mondo del lavoro di persone svantaggiate.

La certezza del risultato è un fatto da cui non si può prescindere in materia di manutenzione del verde. La gestione del verde pubblico equivale alla gestione di un patrimonio che appartiene a tutti, che è sotto gli occhi di tutti, per il quale le situazioni di incertezza devono essere ridotte.

Tutto ciò premesso il Consiglio Comunale

CHIEDE CHE

l’Ufficio Tecnico Comunale, per quanto di competenza, e l’Amministrazione comunale predispongano, possibilmente prima dell’approvazione del bilancio 2009:

uno studio di dettaglio che individui e classifichi gli spazi verdi dal punto di vista quantitativo (distinto fra verde pubblico e arredo urbano) e qualitativo; elencando la flora, le colture, le piante, etc. ricadenti nelle suddette aree valutando le condizioni fisiche in cui versano le aree e le specie arboree;
la redazione, a cura di uno specialista del settore, di un piano di manutenzione e miglioramento del verde urbano (riferito allo studio citato al punto precedente) che possa successivamente confluire nella stesura di un Piano del Verde Urbano;
uno studio economico gestionale finalizzato all’individuazione della forma di conduzione e manutenzione meno onerosa che garantisca, tramite professionalità adeguate, continuità nel tempo e creazione di posti di lavoro durevoli.

Il Consigliere
Riccardo Calamaio
I Consiglieri della terza Commissione:

Rosario Paternicò
Calogero Cursale
Fabio Monasteri
Luca Failla

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