mercoledì 25 marzo 2009

Dissesto D'Itria/Canali. "Nelle nostre case non torniamo"

Le ordinanze comunali per il loro rientro a casa sono pronte da giorni sul tavolo del sindaco Carmelo Nigrelli. Ma di tornare nei propri appartamenti le famiglie un anno fa sgomberate dal quartiere Canali non vogliono sentirne parlare. Il prossimo 26 marzo gli abitanti delle vie Mendoza e d’Itria, costrette a lasciare le proprie case per ragioni di sicurezza e a tutela della loro incolumità nel gennaio 2008, in seguito al crollo di parte della chiesa di Santa Maria D’Itria, sono state convocate alla Sala delle Luci del palazzo comunale. L’amministrazione vuole spiegare loro cosa è cambiato in questo lasso di tempo. Ma in quindici mesi sul versante residenziale interessato dai rilievi tecnici e dallo sgombero non è stato effettuato alcun intervento di consolidamento e messa in sicurezza. “Devono spiegarci se in questi quindici mesi di tempo abbiamo solo scherzato, prima ci fanno lasciare le nostre case e viene chiesto lo stato di calamità, e adesso ci viene ordinato di tornare nelle stesse abitazioni senza che sia stato effettuato alcun intervento nella zona”, spiega Liborio Minolfi, portavoce del gruppo di dodici famiglie sgomberate nel 2008. “Ci presenteremo alla convocazione del primo cittadino, alla Sala delle Luci, con una posizione unitaria e compatta, quella di non voler tornare nelle nostre abitazioni, non ci sta bene”, aggiunge il signor Minolfi. Le dodici famiglie, dopo essere state sgomberate, da più di un anno vivono in altri appartamenti il cui canone di affitto è pagato dalle casse comunali con contratti di quattro anni. I cittadini del quartiere Canali da anni chiedono interventi di consolidamento statico del sottosuolo e la messa in sicurezza della zona. Gli uomini della Protezione civile e dell’ufficio Tecnico nelle settimane scorse avevano effettuato in ciascuna delle abitazioni una verifica dello stato di agibilità. Il controllo aveva dato esito positivo. I fessurimetri piazzati nelle crepe degli appartamenti sono tutti rimasti a “zero”, come si dice in gergo. In pratica le fessure non si sarebbero aggravate di un solo millimetro in 300 giorni. I tecnici hanno messo nero su bianco i rilievi effettuati e sono scattate le ordinanze per il rientro a casa. L’ufficio Patrimonio procederà alla presa d’atto della nuova situazione, attivando la rescissione dei contratti di affitto attualmente a carico delle casse comunali. Ma intanto in quindici mesi l’unico crollo vero è stato il valore commerciale degli appartamenti sgomberati nel quartiere. E c’è anche chi aveva acquistato casa poco tempo prima di subire lo sgombero. Dal Giornale di Sicilia - Edizione del 22 marzo 2009

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo