giovedì 29 gennaio 2009

Platia Servizi. La commissione Bilancio torna a riunirsi e chiede "tempi celeri" all'amministrazione comunale per una soluzione definitiva.

“L’amministrazione proceda subito ad adottare i provvedimenti necessari a risolvere in via definitiva la questione”. Seconda seduta in dieci giorni della commissione consiliare Bilancio sulla Platia Servizi, la società mista al 51 per cento in mano alle casse comunali con 200 mila euro di perdite sulla quale incombe il rischio concreto della messa in liquidazione o del fallimento. L’assessore al Bilancio, Francesco Restivo, ha comunicato ai consiglieri comunali Fabio Monasteri, Giuseppe Venezia, Giuseppe Capizzi, Giuseppe Falcone e Basilio Fioriglio l’esito della recente assemblea dei soci della società mista. All’ordine del giorno vi erano l’approvazione dei bilanci 2005 e 2007. “Il vice sindaco Teodoro Ribilotta, delegato a rappresentare l’ente, ha dichiarato che il Comune non intende approvare i due bilanci perché non si conoscono i motivi delle perdite e perché stranamente risulta approvato il bilancio 2006, senza avere approvato quello del 2005”, ha spiegato l’assessore Restivo, come si legge dal verbale della seduta. L’amministratore, inoltre, ha dato lettura ai componenti della commissione della nota dell’ingegnere capo Mario Duminuco, richiesta nelle settimane scorse dalla stessa amministrazione, relativamente ai debiti e crediti della società verso il Comune. “Dalla stressa nota risulta che il Comune ha debiti verso la Platia Servizi per 55 mila euro per lavori eseguiti e non contabilizzati, e crediti per 35 mila euro, derivanti dalla vendita della legna”, recita il verbale della seduta della seconda commissione consiliare. “Quali provvedimenti sono in fase di predisposizione per risolvere il problema?”, ha chiesto Fioriglio. “L’amministrazione ha chiesto la documentazione contabile agli uffici e allo stesso cda della Platia Servizi per avere un quadro più completo e così poter dare un orientamento di scelta agli organi di competenza”, ha risposto Restivo. La commissione Bilancio ha chiesto al governo Nigrelli di “procedere in tempi celeri”. http://robertpalermo.blogspot.com

venerdì 23 gennaio 2009

Concorso Ragioniere Capo e questione Morale

di Salvatore Roccaverde

Sto seguendo sui siti e sui mezzi di informazione la polemica cittadina relativa al concorso per ragioniere capo e dico subito che mi sembrano fondati e condivisibili gli argomenti di chi ha sollevato il problema, l’associazione Notarbartolo, e di quanti hanno espresso la loro opinione sui mezzi di informazione, chiedendo la riapertura dei termini e la modifica del bando.
La questione, come è noto, ha un duplice aspetto.
Il primo riguarda la legittimità della clausola “speciale” inserita nel bando di concorso che prevede come requisito di accesso l’esperienza triennale di responsabile del servizio economico finanziario nella pubblica amministrazione; l’altro è relativo alla partecipazione al concorso stesso dell’attuale Presidente del Consiglio Comunale.
Sul primo problema ritengo che, trattandosi di un con concorso pubblico, non possa essere ristretto l’ambito dei partecipanti con una clausola che peraltro sembra non essere contemplata nel regolamento comunale sull’organizzazione degli uffici e dei servizi e che lo stesso bando definisce come “ speciale”. Certo, è interesse della Pubblica amministrazione cercare un dirigente di un servizio importante, come quello economico-finanziario, tra coloro che possono vantare una lunga esperienza nel settore, ma questo non può portare a discriminare coloro i quali, in possesso dei titoli di studio fondamentali (laurea specialistica e abilitazione professionale) previsti dalla Legge, hanno le conoscenze e le competenze di base per ricoprire quel ruolo. Sicuramente il possesso di una lunga esperienza nel settore potrebbe dare maggiori garanzie all’ Ente, ma essa può essere valutata come titolo ai fini della graduatoria finale.
Questo avviene normalmente nei concorsi per titoli ed esami banditi dalle varie Amministrazioni dello Stato. Il che non significa che sia il modo migliore per selezionare impiegati e funzionare della Pubblica amministrazione, tant’ è che esistono forme diverse di reclutamento ( chiamata diretta, concorsi per soli titoli, progressioni verticali per anzianità o concorso,ecc.).
Ma il concorso “ pubblico” per definizione è aperto ad una platea ampia di possibili concorrenti e non è detto che, se impostato bene, condotto con rigore e trasparenza, non possa selezionare il candidato più preparato. Viva quindi la meritocrazia.
Una clausola come quella prevista nel bando del concorso in questione, non solo limita la partecipazione di tanti giovani preparati, con il rischio teorico di vedere penalizzato il merito, ma induce anche il sospetto che è solo l’esperienza a determinare la capacità di saper dirigere un settore di vertice. E allora, tanto vale continuare a dare incarichi, come avviene da tanti anni nel nostro Comune, avendo come unico o principale criterio quello della vicinanza politica, più che l’esperienza. Questo criterio, tuttavia, facciamo osservare che di norma si applica per i direttori generali di ministeri e l’alta burocrazia ( il cosidetto spoil system).
A livello di Enti locali, ritengo che sarebbe preferibile ricorrere al classico concorso. Gestito con trasparenza e rigore, lo ripeto, anche perché memore di concorsi fasulli ( nella Sanità, nelle Università, nei concorsi di ammissione alle facoltà a numero chiuso e via discorrendo) dove si sa già chi deve vincere.
Ma si può precostituire il vincitore anche con altri sistemi, per esempio con una scarsa o tardiva pubblicazione di bandi o con requisiti “ speciali” di accesso come nel caso nostro.
Quindi il problema di cui parliamo non è banale, ma investe tout court la politica e l’etica pubblica. Specie quando, come nel nostro caso, c’è un altro aspetto che lascia perplessi: la partecipazione al concorso dell’attuale Presidente del Consiglio Comunale, la seconda più importante carica istituzionale della Città.
Forse il paragone è eccessivo, ma ve li immaginate voi Fini o Schifani ( o magari la Pivetti che era più giovane) partecipare ad un concorso di alto profilo burocratico alla Camera o al Senato? Ma anche un Presidente di Provincia, un Sindaco, candidarsi a ricoprire un ruolo nell’ambito dell’Amministrazione in cui svolgono la loro funzione istituzionale ?
La legge prevede già in questi casi l’incompatibilità tra le due funzione e non c’è alcuna norma che vieti esplicitamente di partecipare al concorso per poi,in caso di vittoria, dimettersi dall’incarico politico.
Ma è una questione etica e di opportunità politica dimettersi dall’ incarico istituzionale prima di partecipare al concorso . Altrimenti si dà la sensazione che si possa essere in qualche modo favoriti, proprio per l’incarico ricoperto.Dalle riflessioni precedenti mi pare che le persone interessate , i responsabili istituzionali e gli esponenti del PD che governano questa Città , dovrebbero trarre le dovute conseguenze e non aspettare che una rinnovata ondata di sdegno si levi dalla cittadinanza. O che discutibili esponenti politici di centro-destra, ancora non lontani da sospetti e accuse su voti di scambio e comportamenti eticamente riprovevoli, si facciano paladini della moralizzazione della vita pubblica della nostra Città. In tal caso al danno si aggiungerebbe la beffa. Nei riguardi ovviamente di tutti i cittadini onesti che hanno creduto e credono ancora nel rinnovamento della politica della nostra Città, iniziata con l’elezione di Nigrelli a Sindaco

sabato 17 gennaio 2009

Canile, salta l'affidamento del servizio. Tutto da rifare. Tre mesi per la gara e tre mesi per la firma del contratto che non c'è

Salta l’affidamento del servizio di accalappiamento e custodia dei cani randagi. Bisognerà rifare tutto da capo. L’associazione cinotecnica “Sole Nero”, con sede in contrada Solazzo, la ditta che si era aggiudicata a fine settembre la gara per 76 mila euro, con un ribasso del 4 per cento, ha comunicato all’amministrazione comunale di rinunciare all’assegnazione dell’appalto. A darne comunicazione lo stesso comandante della Polizia municipale, Pietro Viola. Comune e “Sole Nero” non avevano ancora stipulato il relativo contratto della durata biennale. Una rinuncia a sorpresa e inattesa, conseguenza del mancato arrivo, a quasi quattro mesi dallo svolgimento della gara, del nulla osta sanitario per il parco-canile in fase di allestimento in contrada Casale, tra la città dei mosaici e Barrafranca. “A breve procederemo a predisporre un nuovo bando di gara, anche se in questo caso ritengo che non vi sarà una nuova trattativa privata, ma un bando pubblico aperto alla partecipazione di chiunque, dopo una adeguata fase di pubblicità”, spiega il comandante Viola. La “Sole Nero” era stata l’unica ditta a far pervenire agli uffici comunali il plico contenente l’offerta. Le altre cinque ditte invitate alla gara, la “Canile Vicino” di Caltagirone, la “Canile Ariosto” di Acireale, la “Canile Sanitario” di Carini, la “Canile Amatoriale” dell’associazione Amici dei randagi di Agrigento, e la “Rifugio Mimiani” di Caltanissetta non avevano fatto pervenire alcun plico. Il servizio, adesso, è stato prorogato proprio al “Rifugio Mimiani”, assegnatario uscente del servizio, in attesa di una nuova procedura di gara. Al Mimiani, tra l’altro, si trovano una trentina di quattrozampe prelevati dal nostro territorio e la cui custodia continua a rimanere a carico delle casse comunali. Dovevano essere trasferiti presso la nuova struttura di contrada Casale. Ma per ora rimarranno nel canile nisseno. Il passaggio a vuoto della gara d’appalto lascia irrisolto il problema del randagismo in città. Il bando di gara per il recupero e la custodia dei randagi era stato approvato lo scorso 20 giugno. Tre mesi per lo svolgimento della gara, tenuta a fine settembre, poi altri tre mesi per la firma di un contratto che alla fine non è mai arrivata. E branchi di cani randagi continuano a circolare indisturbati in città da almeno nove mesi, tanto nelle zone periferiche quanto in quelle centrali. Come ad esempio nella zona residenziale di contrada Santa Croce e in quella di contrada Solazzo, a sud e a nord del centro urbano. Prelevano le borse della spazzatura collocate accanto ai cassonetti, le trasportano con se alla ricerca di cibo, provocando la rottura delle buste e sparpagliando la spazzatura sull’asfalto e il marciapiedi. La notte, poi, il sonno dei residenti viene anche interrotto dall’abbaiare improvviso del branco, impegnato a rincorrersi a suon di latrati. E i cani “domestici”, di solito silenziosi, loro malgrado, innervositi dai “colleghi” randagi, finiscono anche loro per abbaiare. Insomma, addio quiete pubblica e pace notturna. L’appalto avrebbe dovuto portare anche alla convenzione per l’istituzione dell’anagrafe canina per la tutela degli animali d’affezione e un’attività di prevenzione del randagismo. Tutto rimandato. E rimane nei cassetti anche un progetto di sterilizzazione dei randagi presentato agli uffici comunali da un’altra associazione locale. Giornale di Sicilia - Edizione 14 gennaio http://robertpalermo.blogspot.com

Concorso a Ragioniere Capo


Non sempre ciò che è legale è giusto
di Roberto Palermo

Se dovesse risultare vera la notizia secondo la quale l’attuale presidente del consiglio comunale per Ragioniere Capo, in un Paese normale questo dovrebbe portare alle dimissioni immediate dalla carica, pur mantenendo quella di consigliere comunale. E questo per ragioni di opportunità civica, civile e politica, non per un principio di legalità che qui non è in discussione. Il diritto di Centonze a partecipare al concorso non è in discussione. Nessuno ha sostenuto il contrario. La seconda carica istituzionale della città, però, non può presentarsi a quell’appuntamento da una oggettiva posizione di potere politico e istituzionale. E chi ricopre quella carica non deve dimenticare di lasciare indenne il luogo più rappresentativo della volontà popolare da ogni forma di ragionevole sospetto. Oltretutto se i partecipanti al concorso sono solo due il sindaco Nigrelli ha il dovere morale di applicare la norma di salvaguardia che gli da il potere di ritirare il bando. I tre anni di direzione di un servizio economico-finanziario cumulabili in amministrazioni pubbliche, inoltre, in un concorso più “democratico”, dovrebbero rappresentare un titolo che fa punteggio e graduatoria, come è giusto che sia, non un requisito di accesso allo stesso concorso che finisce per tagliare le gambe a chi, di fatto, non ha avuto alle spalle incarichi politici. Fare un passo indietro non rappresenta un atto di coraggio, ma semplicemente una corretta interpretazione del ruolo ricoperto. Non sempre ciò che è legale è anche giusto. E su questa elementare capacità di cogliere la differenza tra i due concetti che l’amministrazione e il suo partito si giocano la faccia. Il sindaco Nigrelli deve decidere se essere giusto o ingiusto. Tratto dal settimanale Report – Numero 1 del 10 gennaio

Società mista piena di perdite e sull'orlo del fallimento

Due bilanci ancora non approvati, 205 mila euro di perdite e lo spettro del fallimento. Convocata per questo pomeriggio, alla Sala delle Luci del palazzo comunale, l’assemblea dei soci della Platia Servizi, la società mista al 51 per cento in mano alle casse comunali. All’ordine del giorno l’approvazione dei bilanci societari. Ma l’amministrazione comunale ha già avanzato forti perplessità. “Non approveremo i bilanci 2005 e 2007, perché non disponiamo allo stato di sufficienti elementi per valutare le cause che hanno provocato le rilevanti perdite di esercizio”, ha spiegato il sindaco Carmelo Nigrelli in una nota inviata al consiglio di amministrazione della società mista e comunicata alla commissione Bilancio. Il bilancio 2005 riporta un risultato negativo di 172 mila euro, non approvato dall’assemblea dei soci, mentre il bilancio 2007 riporta un risultato negativo di 33 mila euro. Il presidente della commissione consiliare Bilancio, Fabio Monasteri, ha chiesto di conoscere le motivazioni per cui non è stato ancora approvato il bilancio 2005, “anche se stranamente è stato approvato quello del 2006”, come si legge dal verbale della commissione consiliare. “Agli atti non è presente la deliberazione relativa alla non approvazione del bilancio, per cui si sconoscono i motivi“, ha risposto l‘assessore al Bilancio, Francesco Restivo, presente alla seduta della II commissione. L’organo consiliare ha approvato la linea dell’amministrazione. La Platia Servizi sembra destinata ad un bivio: liquidazione e scioglimento o procedura fallimentare. La seconda procedura è più temuta per le responsabilità individuali che potrebbero emergere. L’assemblea dei soci odierna, in caso di mancanza del numero legale, è aggiornata a domani pomeriggio. Giornale di Sicilia - Edizione 15 gennaio http://robertpalermo.blogspot.com

venerdì 9 gennaio 2009

Chiello in balia degli intrusi e senza vigilanza. L'ultimo espisodio due computer portatili portati via. Dossier di denuncia.

Chiello senza vigilanza
“All’ospedale Chiello non è attivo nessun sistema di sicurezza, allarme e vigilanza, chiunque è libero di accedere alla struttura, tanto che il personale del turno di notte per proteggersi è costretto a barricarsi dentro i reparti”. A lanciare l’allarme sui potenziali rischi notturni del presidio sanitario armerino Aldo Murella, segretario provinciale dell’Italia dei Valori, preoccupato per il sabotaggio delle apparecchiature di diagnostica avvenuto all’ospedale Umberto I di Enna qualche giorno fa. “In un ospedale privo delle più elementari norme di sicurezza, come quello piazzese, non è legittimo imputare le responsabilità di eventuali furti o attentati all’imprevedibilità dell’evento criminale”, aggiunge in una nota Murella. “Occorre potenziare i sistemi di sicurezza di tutti gli ospedali”, chiede il leader dell’Idv. L’istituto di vigilanza privata interna non è più operativo nella struttura armerina dalla primavera del 2007. La nuova gara per affidare il servizio di vigilanza non c’è mai stata. E questo nell’ambito di politiche di risparmio dei costi.
La videosorveglianza smontata
La società per questo ha lasciato la sua postazione interna all’ospedale, smontando e portando via le decine di telecamere a circuito chiuso con le quali veniva assicurato il sistema di videosorveglianza interno ed esterno alla struttura ospedaliera. In tutto almeno una trentina di occhi puntati sugli ingressi principali, sul Pronto Soccorso, sulle uscite dagli ascensori dei vari reparti del presidio sanitario. Ai muri sono rimasti, adesso, solo i fili penzolanti. Uscire ed entrare indisturbati all’interno del Chiello, ma soprattutto percorrere i lunghi corridoi seminterrati che portano a cucina, farmacia e depositi, da quasi un paio d’anni è più facile.
Il dossier di Idv
L’Italia dei Valori, “per tutelare la sicurezza degli operatori sanitari e degli ammalati”, ha preparato un dossier da presentare alla magistratura su tutta la materia della sicurezza negli ospedali. “Il Chiello è dotato di un impianto di tele sorveglianza e in passato aveva assicurata anche la vigilanza armata da parte delle guardie giurate, del mancato funzionamento dell’impianto e della cessazione della sorveglianza qualcuno è responsabile”, recita una nota del partito. “I dirigenti dell’Ausl percepiscono stipendi di centinaia di migliaia di euro l’anno e non sono in grado di garantire neanche il normale funzionamento dei sistemi di sicurezza”, conclude. Il sistema telecontrollato precedente era già di per sé insufficiente a garantire la struttura dai malintenzionati. L’ideale sarebbe poter contare su un sistema di Vigilantes interni, in grado di perlustrare i vari corpi dell’ospedale con giri di controllo. L’uscita di scena dell’impresa di vigilanza, con le telecamere smontate e portate via, ha acuito un problema già esistente da tempo, soprattutto nelle ore notturne e nei fine settimana, quando il presidio è ancora più vulnerabile. Di giorno il problema è meno sentito. Personale, ammalati e familiari in visita in qualche modo fungono da “sentinelle” contro i potenziali intrusi. Una struttura quella ospedaliera sovradimensionata rispetto al personale esistente e al numero dei reparti e delle specializzazioni presenti, con vere e proprie aree quasi fantasma, poco controllate, ed i cui costi di manutenzione ordinari sembrano essere un problema per un sistema sanitario alla continua ricerca di far quadrare i conti.
Le intrusioni notturne
Ed anche al Chiello negli ultimi anni si sono verificate intrusioni notturne ripetute. Le macchine automatiche per la somministrazione di snack e bevande sono state più volte nel mirino di ladri notturni che le hanno fortemente danneggiate per prelevare gli spiccioli dalla cassetta metallica interna. Gli occhi elettronici a circuito chiuso sugli ingressi avrebbero potuto essere uno strumento utile per gli inquirenti e un concreto deterrente per i malintenzionati. Dal Giornale di Sicilia - Edizione del 3 gennaio
Il furto dei due computer

Trafugati da ignoti due computer all’ospedale Chiello. I sanitari si sono accorti della sparizione dei due computer portatili dalle aule del Corpo F del presidio sanitario, quelle dove si trova da qualche anno la sede della facoltà di Infermieristica, frequentato da diverse decine di studenti. I due notebook erano normalmente utilizzati dal personale docente che insegna nel corso di laurea breve. Non è ancora noto in che modo sia stato compiuto il furto del materiale informatico. I due computer, tra l’altro, potrebbero contenere molti dati sensibili relativi al corso di laurea.
La denuncia
“Abbiamo presentato regolare denuncia ai carabinieri della Compagnia, ci siamo accorti della sparizione dei due portatili proprio ieri (venerdì per chi legge, ndr), non sappiamo quando sia avvenuto il furto con precisione”, spiega Gaetano Sproviero, direttore del presidio sanitario. “Per fortuna altro materiale presente nei locali dell’università, come il videoproiettore, non è stato toccato”, aggiunge Sproviero. Il furto ripropone ancora una volta il tema della vigilanza notturna interna alla struttura sanitaria, sollevato proprio in questi giorni dall’Italia dei Valori e già in passato più volte sottoposto ai vertici dell’Ausl 4 di Enna dai sindacati interni di settore. Da quasi due anni, infatti, non è più presente il sistema di videocontrollo a circuito chiuso interno. L’ospedale Chiello è già stato teatro di numerose intrusioni notturne, con i ladri che hanno danneggiato le macchine di distribuzione automatica di snack e bevande per prelevarne l’incasso. Dal Giornale di Sicilia - Edizione del 4 gennaio http://robertpalermo.blogspot.com/

venerdì 2 gennaio 2009

Concorso Ragioniere. "Centonze si dimetta dalla presidenza del consiglio". A chiederlo l'associazione Notarbartolo. Il silenzio di Nigrelli.

Di seguito l'intervento dell'associazione Notarbartolo e poi, successivamente, le modalità di formazione della commissione giudicatrice:

Quando abbiamo letto l’intervento del Presidente del Consiglio comunale Calogero Centonze sul sito di Agostino Sella, in relazione al concorso di ragioniere capo del Comune di Piazza Armerina, abbiamo pensato inizialmente ad un bluff.
Appurato tuttavia, che non di scherzo si tratta ma piuttosto di una autentica dichiarazione da parte di un organo istituzionale, a questo punto non possiamo che sentirci disarmati e sconcertati.
Il presidente Centonze non vede nulla di male a partecipare ad un concorso pubblico (esterno!) bandito dall’Amministrazione da lui sostenuta; non gli sembra anomala una procedura selettiva nella quale, stante la stringatezza dei requisiti di accesso, pare che ci siano solo due candidati; il militante PD dichiara inoltre che per la funzione di ragioniere capo occorrono per forza di cose persone che abbiano (parole sue) “molta professionalità”.
Ma l’aspetto più grottesco di tutta questa vicenda è l’appoggio incondizionato che lo stesso Presidente del Consiglio (al quale ingenuamente ci eravamo rivolti per chiedere tutela contro le anomalie evidenti della procedura selettiva) fornisce alla clausola capestro contenuta nel bando.
Per agevolare coloro che non abbiano letto i nostri precedenti interventi, specifichiamo che nel bando de quo è previsto, al fine della partecipazione al concorso, non solo il possesso della laurea in Economia e Commercio e dell’abilitazione all’esercizio della professione, ma anche una non meglio precisata “esperienza triennale di direzione del servizio economico e finanziario di una amministrazione pubblica”.
Per essere più espliciti, un requisito che chi non è gia dipendente pubblico di ruolo (e quindi difficilmente ha interesse a partecipare), ovvero chi non frequenta le stanze della politica, difficilmente potrà acquisire, come avevamo già preconizzato nei precedenti interventi e come l’esiguo numero dei concorrenti - pare in atto siano solo due - ha confermato.
Lo stesso Centonze, infatti, avrebbe dichiarato (cito testualmente) “Ma cosa vogliono che a fare il ragioniere capo vada un neo laureato o qualcuno con la laurea in botanica?”.
In altre parole, da quanto sopra detto dallo stesso Presidente del Consiglio (sempre che siano parole sue, diversamente siamo pronti a scusarci per il malinteso) emerge nitidamente una linea politica che ha deliberato il requisito di accesso capestro dell’esperienza triennale con il solo fine di escludere dalla procedura selettiva i titolari di laurea ed abilitazione professionale, arrecando ad essi un danno ingiusto!
Questa impostazione amministrativa lascia però aperti tanti interrogativi.
Perché il Presidente del Consiglio esce allo scoperto solo dopo che sono divampate così tante polemiche, e solo ora che sono scaduti i termini per la partecipazione al concorso?
Perché, gentile Calogero Centonze, se lei ritiene di essere più preparato proprio in virtù dell’esperienza professionale acquisita sul campo, ha paura di confrontarsi con i neo laureati ed abilitati, di cui dovrebbe fare un sol boccone nel corso delle prove d’esame?
Ma perché, ancora, la sua persona deve continuare ad occupare la carica di Presidente del Consiglio comunale? Non sarebbe più corretto dimettersi prima ancora che inizino le prove d’esame del concorso? Perché il Sindaco Nigrelli, che aveva definito i candidati dello schieramento opposto “una banda di ricattatori politici”, mantiene su questa vicenda un silenzio assordante? Perché l’Amministrazione comunale ridicolizza il povero Camerino quando questi chiede di essere assunto direttamente dal Comune, e di contro costruisce un concorso dai meccanismi così strampalati?
Ma questa vicenda sta acquisendo aspetti sempre più gravi anche in relazione a delle disposizioni normative che sono state violate deliberatamente nel momento stesso in cui si è costruita questa tragicomica procedura concorsuale. Su questo aspetto preferiamo però mantenere stretto riserbo anche in relazione ad altre verifiche da compiere (se ce le consentirà) con l’ex primo cittadino Prestifilippo. A quanto sopra detto aggiungiamo che a giorni depositeremo l’istanza per l’annullamento in autotutela del bando di concorso.
Alessia e Filippo Di Giorgio
Associazione “Emanuele e Leopoldo Notarbartolo”

Se dovesse risultare vera la notizia secondo la quale l'attuale presidente del consiglio comunale parteciperà al concorso comunale per Ragioniere Capo in un Paese normale questo dovrebbe portare alle dimissioni immediate dalla carica, pur mantenendo quella di consigliere comunale. Per ragioni di opportunità civica, civile e politica la seconda carica istituzionale della città non può presentarsi a quell'appuntamento da quella posizione. Oltretutto se i partecipanti al concorso sono solo due il sindaco Nigrelli ha il dovere morale di applicare la norma di salvaguardia che gli da il potere di ritirare il bando. Continua...

Ai sensi dell'articolo 6 del bando ecco come è formata la commissione giudicatrice:
"L’espletamento della procedura concorsuale è demandato ad apposita commissione giudicatrice, composta dal Direttore Generale e/o Segretario Generale (quello attuale è stato incaricato dal sindaco Prestifilippo e confermato dal sindaco Nigrelli con proprio provvedimento, nota del blogger) o da un Dirigente di settore nominato previa deliberazione della Giunta Comunale, che svolge le funzioni di Presidente della Commissione e da due membri esperti scelti secondo le procedure indicate nel regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi comunali. Le sedute della Commissione sono assistite, con funzione verbalizzante, da un Segretario, nominato con deliberazione della Giunta Comunale, scelto fra i dipendenti comunali che abbiano titolo di studio ed appartengono ad una categoria professionale non inferiore a quella richiesta per il posto a concorso".

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo