Non sempre ciò che è legale è giusto
di Roberto Palermo
Se dovesse risultare vera la notizia secondo la quale l’attuale presidente del consiglio comunale per Ragioniere Capo, in un Paese normale questo dovrebbe portare alle dimissioni immediate dalla carica, pur mantenendo quella di consigliere comunale. E questo per ragioni di opportunità civica, civile e politica, non per un principio di legalità che qui non è in discussione. Il diritto di Centonze a partecipare al concorso non è in discussione. Nessuno ha sostenuto il contrario. La seconda carica istituzionale della città, però, non può presentarsi a quell’appuntamento da una oggettiva posizione di potere politico e istituzionale. E chi ricopre quella carica non deve dimenticare di lasciare indenne il luogo più rappresentativo della volontà popolare da ogni forma di ragionevole sospetto. Oltretutto se i partecipanti al concorso sono solo due il sindaco Nigrelli ha il dovere morale di applicare la norma di salvaguardia che gli da il potere di ritirare il bando. I tre anni di direzione di un servizio economico-finanziario cumulabili in amministrazioni pubbliche, inoltre, in un concorso più “democratico”, dovrebbero rappresentare un titolo che fa punteggio e graduatoria, come è giusto che sia, non un requisito di accesso allo stesso concorso che finisce per tagliare le gambe a chi, di fatto, non ha avuto alle spalle incarichi politici. Fare un passo indietro non rappresenta un atto di coraggio, ma semplicemente una corretta interpretazione del ruolo ricoperto. Non sempre ciò che è legale è anche giusto. E su questa elementare capacità di cogliere la differenza tra i due concetti che l’amministrazione e il suo partito si giocano la faccia. Il sindaco Nigrelli deve decidere se essere giusto o ingiusto. Tratto dal settimanale Report – Numero 1 del 10 gennaio
di Roberto Palermo
Se dovesse risultare vera la notizia secondo la quale l’attuale presidente del consiglio comunale per Ragioniere Capo, in un Paese normale questo dovrebbe portare alle dimissioni immediate dalla carica, pur mantenendo quella di consigliere comunale. E questo per ragioni di opportunità civica, civile e politica, non per un principio di legalità che qui non è in discussione. Il diritto di Centonze a partecipare al concorso non è in discussione. Nessuno ha sostenuto il contrario. La seconda carica istituzionale della città, però, non può presentarsi a quell’appuntamento da una oggettiva posizione di potere politico e istituzionale. E chi ricopre quella carica non deve dimenticare di lasciare indenne il luogo più rappresentativo della volontà popolare da ogni forma di ragionevole sospetto. Oltretutto se i partecipanti al concorso sono solo due il sindaco Nigrelli ha il dovere morale di applicare la norma di salvaguardia che gli da il potere di ritirare il bando. I tre anni di direzione di un servizio economico-finanziario cumulabili in amministrazioni pubbliche, inoltre, in un concorso più “democratico”, dovrebbero rappresentare un titolo che fa punteggio e graduatoria, come è giusto che sia, non un requisito di accesso allo stesso concorso che finisce per tagliare le gambe a chi, di fatto, non ha avuto alle spalle incarichi politici. Fare un passo indietro non rappresenta un atto di coraggio, ma semplicemente una corretta interpretazione del ruolo ricoperto. Non sempre ciò che è legale è anche giusto. E su questa elementare capacità di cogliere la differenza tra i due concetti che l’amministrazione e il suo partito si giocano la faccia. Il sindaco Nigrelli deve decidere se essere giusto o ingiusto. Tratto dal settimanale Report – Numero 1 del 10 gennaio