martedì 28 aprile 2009

"L'amministrazione si ricorda più di Brigantony che del 25 aprile". Gaffe istituzionale di Sala delle Luci. L'assessore Di Prima in aula chiede scusa

“La città è mortificata dal fatto che il sindaco Carmelo Nigrelli abbia dimenticato di ricordare coloro che hanno dato la loro vita per la liberazione del Paese”. Ed ancora: “L’amministrazione si è ricordata più di Brigantony che del 25 aprile”. Le parole del consigliere comunale Carmelo Gagliano, in aula, suonano come una beffa per tutto il partito Democratico piazzese. Soprattutto perché arrivano dal capogruppo del Popolo delle Libertà, il partito di Berlusconi e Fini. Lezioni di Liberazione e 25 aprile dal Pdl al Pd? Sembra proprio così. Almeno nella città dei mosaici. Il primo cittadino e la sua parte politica, il partito Democratico, hanno commesso una gaffe politica e istituzionale. Nulla di drammatico. Ma pur sempre di una gaffe imbarazzante si tratta. E può sintetizzarsi tutta nell’imbarazzo delle parole, sempre in aula, pronunciate dall’assessore Giuseppe Di Prima dopo l’intervento del capogruppo del partito di Berlusconi. “Ci scusiamo, è stata una dimenticanza”, dice Di Prima. E dai banchi del partito Democratico? Non arriva nessun intervento. Silenzio. Può essere che sulla Liberazione il Pd non abbia nulla da dire? Può essere che sulla dimenticanza di Nigrelli e della sua amministrazione il gruppo consiliare non possa marcare un minimo di autonomia politica, culturale e intellettuale dall’amministrazione comunale e dal suo timoniere Nigrelli? Una critica, sia pure morbida, alla gaffe politica e istituzionale di Sala delle Luci, era dovuta.

Rifiuti. Decreto ingiuntivo da 861 mila euro notificato dal Tribunale di Enna al Comune. Il Credito Siciliano chiede il conto, il Comune si oppone.

Decreto ingiuntivo da 861 mila euro emesso dal Tribunale civile di Enna nei confronti delle casse comunali su ricorso del Credito Siciliano. L’ingiunzione di pagamento è stata notificata al Comune in qualità di socio di EnnaEuno, la società per azioni composta dalla provincia di Enna e da tutti i comuni ennesi alla quale spetta la gestione del sistema rifiuti. L’istituto bancario aveva concesso alcuni anni fa ad EnnaEuno un’anticipazione di cassa di 6 milioni di euro, un’apertura di credito garantita dalla cessione dei crediti vantati da EnnaEuno nei confronti dei comuni-soci per la tariffa di igiene ambientale del 2004. “Non siamo tenuti a pagare perché, così come ci è stato comunicato da Ennauno, i termini della cessione di crediti è cambiata in modo tale che il Comune non dovrà rispondere di quella somma”, spiega il ragioniere Capo, Rosario Scimone. Ma intanto, per evitare che il decreto diventi immediatamente esecutivo e si proceda ad esecuzione forzata, l’amministrazione comunale ha deciso di opporsi al decreto ingiuntivo davanti all’autorità giudiziaria. La giunta, con propria delibera, ha dato incarico all’avvocato Egidio La Malfa di difendere le ragioni dell’ente, prendendo tempo, in modo da poter esibire davanti ai giudici la documentazione fornita dalla società Ennaeuno dalla quale emergerebbe un quadro differente e nuovo che non sarebbe stato tenuto nel dovuto conto dall’istituto di credito. “Contiamo di poter spiegare le nostre ragioni in sede giudiziaria”, aggiunge Scimone. Il Credito Siciliano aveva già tentato una prima volta di farsi liquidare gli 800 mila euro dalle casse comunali nel 2006, facendo valere la cessione di credito. Ma se il tribunale ennese non dovesse accogliere le ragioni degli uffici comunali e confermare l’esecutività dell’ingiunzione di pagamento, potrebbero essere dolori per il bilancio della città dei mosaici. Anche perché la somma a carico di Piazza Armerina potrebbe salire vicina al milione di euro, se si considerano le spese e gli interessi dal 2006 e alle spese giudiziarie. E proprio in queste ore potrebbe scattare dagli uffici di Ragioneria un’anticipazione della busta paga di febbraio per gli operatori ecologici della città. Intanto il Piano tecnico, economico e finanziario dell’Ato sulla gestione integrata dei rifiuti, il documento proposto per affrontare l’emergenza nei prossimi mesi, dopo essere stato discusso in aula è stato accantonato per la sua mancanza di programmazione, da più parti sottolineata, e per la sua assenza di concertazione con lo stesso comune armerino.

giovedì 23 aprile 2009

Piano tecnico rifiuti, un rospo che non piace a nessuno, eppure lo vogliono fare ingoiare ai comuni.

Si chiama Piano tecnico, economico e finanziario dell’Ato sulla gestione integrata dei rifiuti nella città dei mosaici. Un documento proposto a tutti i comuni per affrontare l’emergenza nei prossimi mesi. Si profila una bocciatura “bipartisan” da parte dell’aula. E soprattutto un fronte polemico per quella che il centrodestra considera un’inspiegabile “dietro front” del sindaco Carmelo Nigrelli, esponente del Pd. In conferenza dei capigruppo, infatti, il 10 aprile, il Piano era stato bocciato in pratica tutte le forze politiche. Il presidente del consiglio comunale, Calogero Centonze (Pd), aveva proposto di preparare una nota da inviare all’Ato nella quale “comunicare la non approvazione del Piano da parte del comune piazzese”. “Un piano senza programmazione”, scrive Centonze. “Il progetto dell’Ato non è di programmazione, ma giustifica la situazione attuale”, spiega Nigrelli ai consiglieri. E lo stesso sindaco, come da verbale della conferenza, conferma la linea comune, quella cioè “di comunicare che non si condivide il progetto elaborato dell’Ato”. Poi l’inaspettata novità. La giunta chiede che il Piano venga inserito all’ordine del giorno di un consiglio straordinario e urgente per la sua approvazione. Sabato pomeriggio una conferenza stampa del centrodestra. “Vorremmo capire cosa è cambiato all’improvviso nella testa del sindaco Nigrelli, prima condivide con noi la linea della bocciatura di quel Piano, proposta tra l’altro anche dal presidente dell’aula Centonze, suo collega di partito, e poi con una forzatura dai risvolti poco chiari e ambigui ci chiede come consiglio di approvare il Piano”, spiegano gli otto consiglieri del centrodestra.

martedì 21 aprile 2009

Il consigliere Falcone replica alle accuse di "populismo becero" arrivate dal primo cttadino.

QUANDO UN ELOGIO NASCONDE UN NECROLOGIO.
In più occasioni, nel commentare le attività compiute dall’opposizione, con una serie di acrobazie verbali non poco sospette, il Sindaco Nigrelli sembra voler affermare un discrimine fra una parte politica che sarebbe responsabile ed un’altra fazione che invece farebbe, così come lui maldestramente si esprime, “populismo becero”.
Questa affermazione, in realtà, tradisce chiaramente l’inconscia paura che il Sindaco manifesta ogni qual volta quella opposizione “populista” compie quelle opere di denuncia e quelle azioni giudiziarie le quali, oltre ad avere riscosso grande approvazione fra i cittadini, hanno evidenziato le numerose illegittimità e le ingiustizie di cui egli si è macchiato.
Dall’altro lato, tuttavia, questo elogio interessato rivela un desiderio politico, anche questo malcelato, che il nostro Sindaco vorrebbe si realizzasse, e che corrisponde all’idea di una opposizione ubbidiente, consociativa, trasformista e magari, all’occorrenza, anche francotiratrice.
Nessuno ignora il fatto che un’opposizione del genere sarebbe, in realtà, un cadavere vivente che sancirebbe definitivamente il tracollo della legalità e della trasparenza dell’attività amministrativa; ecco perché il Sindaco insiste su questo concetto, allorché, in occasione della vicenda dei rifiuti, si lamenta del fatto che l’opposizione non vuole seguire la Giunta nella strada senza ritorno dell’ipocrisia amministrativa.
Non avendo doti divinatorie non posso prevedere quale sarà l’esito di questo continuo corteggiamento compiuto dal primo cittadino; ma anche ove tale attività dovesse tradursi in una “relazione impropria”, di certo il Sindaco non ne avrebbe nessun guadagno né in termini di immagine né in termini politici.
La sua maggioranza ha i numeri per approvarsi ogni documento, e lo ha già fatto, e lo continua a fare, nel pieno disprezzo di ogni forma di dialogo non soltanto con le componenti consiliari dell’opposizione, ma anche con gli altri enti esponenziali di interessi diffusi.
Per questo motivo, suggeriremmo al primo cittadino di evitare di manifestare forme di insofferenza – questa sì veramente “becera” - verso questi gruppi di opposizione, dei quali dovrebbe semmai emulare la correttezza e l’opera di tutela per la popolazione amministrata.
Giuseppe Falcone

lunedì 20 aprile 2009

La commissione Beni culturali ispeziona Palazzo Trigona. Fine lavori prevista a luglio. Museo già finanziato?

Il sopralluogo
Un sopralluogo della commissione Beni culturali sul cantiere di Palazzo Trigona, mentre è in corso la fase di restauro dell’edificio storico di piazza Duomo. I cinque componenti dell’organo consiliare con funzione ispettiva e consultiva, il 21 aprile, alle 10, verificheranno lo stato del restauro in atto e le immediate prospettive di allestire all’interno del palazzo il primo vero museo della città dei mosaici.
Lo stato dei lavori
“Si tratta di un’iniziativa concertata con la Soprintendenza di Enna allo scopo di verificare l’andamento dei lavori che dovrebbero essere ultimati entro la fine del mese di luglio, affinché l’edificio possa essere disponibile alla fruizione dei cittadini e dei turisti in tempi brevi”, dichiara Riccardo Calamaio, presidente della V commissione. “Faremo la visita grazie alla gentile disponibilità dell’architetto Rosa Oliva, responsabile della sezione Architettonica e paesistica della Soprintendenza di Enna, che ha curato il progetto e segue tutto l’iter dei lavori di restauro, potendo dare significative indicazioni sul futuro del palazzo”, spiega Calamaio, il quale ha invitato al sopralluogo anche tutti gli altri consiglieri comunali e l’amministrazione comunale. Al centro del sopralluogo sul campo, oltre alla presa d’atto dell’attività di restauro effettuata in questi mesi dall’impresa, vi sarà anche lo stato di progettazione e attuazione della futura area museale.
Il futuro museo
Con il completamento dei lavori a luglio la musealizzazione del palazzo si imporrà al centro del dibattito. Rifatto il contenitore ci si occuperà del contenuto. Nel marzo del 2001, un protocollo d'intesa tra il Comune e la Sovrintendenza, ha previsto l’istituzione del museo archeologico all'interno dello storico palazzo. Sulla sua destinazione d’uso, però, proprio il consiglio comunale, si è espresso in modo netto, all’unanimità, il 5 maggio del 2002, sottolineando la necessità di realizzare “un Museo della Città con valenza storica e archeologica che metta in relazione la storia di Piazza Armerina con le testimonianze archeologiche del territorio”. Anche una petizione sottoscritta dalle associazioni locali e da 3 mila cittadini chiese la stessa cosa. Non è ancora chiaro se si andrà verso una destinazione monotematica, come può essere quella prevalentemente archeologica, o verso un museo in grado di presentare più offerte culturali, tra le quali anche quella archeologica. Insomma bisogna decidere cosa mettere dentro l’edificio.
Il progetto
La soprintendenza di Enna, mentre il cantiere della messa in sicurezza e quello del restauro si sono succeduti negli ultimi anni, in realtà non è rimasta con le mani in mano. Ha già predisposto un progetto di allestimento del futuro museo, mentre la Presidenza del Consiglio dei Ministri avrebbe già provveduto a finanziare il museo con una somma che andrebbe dai 300 ai 400 mila euro. Notizie più certe, però, si potranno avere soltanto nei prossimi giorni. E con il museo potrebbe tornare attuale anche l’idea, più volte lanciata da Legambiente, di un biglietto unico Villa Romana-Trigona. Un espediente in grado di metter in relazione non solo due importanti storie, quella del sito archeologico e della città, ma anche le economie dei due siti. Il sopralluogo della commissione consiliare è stato previsto, in modo simbolico, proprio nel corso della “Settimana della Cultura” iniziata proprio ieri e in programma fino al 26 aprile. Giornale di Sicilia - Edizione del 19 aprile

Indagini geologiche e antisismiche all'ex Chiello condotte dalla Diocesi

Indagine geologica e carotaggi partiti a tappeto sull’ex ospedale Chiello, l’immobile acquistato dalla Diocesi per 1 milione e 200 mila euro e destinato a diventare la sede del vescovado e degli uffici amministrativi della Curia armerina. Trivella in azione, ieri mattina, a Piano Calarco, sia sulla parte più moderna dell’ex presidio sanitario che sull’ex convento di San Francesco. Le “carote” si stanno estraendo in diversi punti degli edifici, tanto all’esterno quanto all’interno, per testare il livello statico e fondazionale di tutte le strutture e la natura del sottosuolo. Un’indagine, quella geologica, destinata ad essere propedeutica ad una prima bozza di progetto preliminare di ristrutturazione degli immobili acquistati dalla Diocesi. Ingegneri e architetti incaricati dalla Curia sono già all’opera da giorni, con una serie di sopralluoghi, per predisporre le planimetrie. Il chiostro dell’ex convento di San Francesco, in particolare, è stato oggetto di un primo intervento di pulizia e bonifica interna, tanto dai detriti quanto dalla vegetazione presente. Gli immobili sono destinati ad ospitare l’episcopio, sede e casa del vescovo, ma anche gli uffici diocesani e gli appartamenti alloggio per gli impiegati ed il clero impegnato nell’attività amministrativa interna. E proprio per questo l’indagine geologica dovrà servire, insieme ad altre verifiche, a far capire quali e quanti interventi ipotizzare per rendere pienamente antisismica e sicura la struttura, la quale rappresenterà il cuore operativo dell’azione diocesana per l’intero territorio diocesano. “Il recupero del chiostro cinquecentesco dell’ex convento di San Francesco, distrutto dai ladri-vandali, sarà il primo a partire”. Il responsabile del settore Beni culturali della Diocesi, don Giuseppe Paci, ha effettuato negli ultimi giorni diversi sopralluoghi all’interno della struttura, adibita ad ospedale per circa 130 anni, a partire dal 1870. “Si tratterà di un progetto complesso di ristrutturazione degli immobili, ma il primo stralcio cercheremo di farlo partire subito per rimettere in sesto le colonne e i capitelli che erano stati fatti crollare e portati via dai ladri di opere d’arte”, assicura padre Paci. http://robertpalermo.blogspot.com/

venerdì 17 aprile 2009

Chiello. Mpa esca dall'equivoco e Pd presenti mozione di sfiducia a Iudica se non si fida di lui.

L'Mpa deve uscire da un equivoco di fondo sul quale non si può continuare a giocare. I vertici locali, provinciali e regionali, e il presidente Lombardo, vogliono il salvataggio del Chiello, come dicono a parole (il che significa avere un presidio sanitario nel quale vengano trattate le emergenze e gli acuti, senza se e senza ma), o in modo sotterraneo e costante si continua a fare uno strisciante terrorismo su Piazza Armerina, privando la città dell'ospedale e potenziando il presidio di Enna? Occorrono parole chiare e nette, e fatti conseguenti. Il centrosinistra piazzese, da parte sua, se non si fida del manager, come dice tra i corridoi comunali o nelle aule istituzionali "armerine", passi dalle parole ai fatti e presenti in modo ufficiale la mozione di sfiducia nei confronti di Iudica, chiedendo l'appoggio degli altri comuni della provincia (che puntualmente non ci sarà).

giovedì 16 aprile 2009

Piano delle Luci


"Di nazione siciliano, di patria piazzese". Fascicolo inedito scoperto su Intorcetta il Piazzese.

Un fitto carteggio con documentazione inedita autografa del gesuita piazzese Prospero Intorcetta, vissuto nel XVIII secolo, il primo occidentale a tradurre in latino l’opera di Confucio dopo decenni vissuti in Cina. La scoperta è stata fatta presso la biblioteca dell’università Gregoriana di Roma e la si deve ad una studiosa ennese, Venera Petralia, la quale da tempo lavora alla classificazione dell’archivio della Diocesi di Piazza Armerina. “Un eccezionale rinvenimento”, fanno sapere dalla Fondazione “Prospero Intorcetta”, l’ente che si occupa di far conoscere l’attività di Intorcetta, nato in città nel 1625. La studiosa aveva ricevuto dal vescovo Michele Pennisi e dalla Fondazione l’incarico di recarsi a Roma e reperire documenti relativi all’opera del missionario piazzese. Il materiale cartaceo ritrovato è stato classificato, scannerizzato e sarà presto pubblicato. “Si tratta di un carteggio con un centinaio di pagine, un fascicolo sull’attività del gesuita, naturalmente ci prefiggiamo anche l’obiettivo un giorno di poter avere questo materiale originario nella nostra città”, spiega monsignor Antonino Scarcione, direttore scientifico della “Prospero Intorcetta”. Tra i documenti rinvenuti anche una copia del “Sinarum Scientia Politico Moralis”, il libro più celebre scritto da Prospero Intorcetta. Tra i documenti romani classificati anche la relazione autografa consegnata dal gesuita siciliano al Papa al suo ritorno dalla missione cinese. Il missionario venne sepolto nella città cinese di Hangzhou. Sulla sua tomba, con un vezzo eccentrico, volle si scrivesse “di nazione siciliano, di patria piazzese”, e la trascrizione fonetica del suo nome cinese “Yn-to-Ce Kio-ssè”, cioè “Intorcetta il piazzese”. La Fondazione e la Diocesi hanno già programmato per il prossimo autunno un convegno di studi internazionale che registrerà la partecipazione di celebri sinologi e studiosi. Nel corso del seminario saranno esposti i documenti e le opere che attestano il lavoro del gesuita siciliano. La Fondazione “Propero Intorcetta” opera già da tre anni. A capo dell’organizzazione due siciliani che da anni operano in Cina, l’aidonese Nino La Spina, attuale direttore dell’Istituto per il Commercio Estero a Pechino, e Giuseppe Portogallo, manager e imprenditore armerino cha da quasi trenta anni opera in Cina. Presidente onorario della Fondazione è il vescovo Michele Pennisi. http://robertpalermo.blogspot.com/

lunedì 13 aprile 2009

Sanità. Centonze: "Iudica ha accettato il mio invito in conferenza dei capigruppo per giovedì". Rifiuti: "Situazione poco chiara". Quattro punti.

"Sulla questione dell'ospedale il direttoreFrancesco Iudica ha aderito al mio invito e parteciperà ad una conferenza dei capi gruppo convocata per giovedi dove esporrà le ragioni del suo piano e fornirà anche indicazioni nel caso in cui verrà emesso il decreto regionale che alza i numeri di posti letto assegnato alla provincia". A dichiararlo il presidente del consiglio comunale, Calogero Centonze, il quale ritiene "utile ed indispensabile aprire un dialogo, viste anche le diverse disposizoni e direttive che vengono emanate in questi giorni, rischiando di danneggiare il funzionamento dell'ospedale Chiello". Naturalmente si spera anche in una successiva presenza del manager in consiglio comunale. Iudica, nonostante altri precedenti inviti, ha disertato il confronto al quale veniva invitato dalle nostre istituzioni locali.
Rifiuti
Situazione ancora poco chiara e confusa.
"All'assemblea dei sindaci di qualche giorno fa solo 4 comuni hanno deliberato il pano tariffario presentato dalla società d'ambito applicando degli "sconti"sui costi previsti dal piano", dice Centonze. I capigruppo consiliari, come riferisce e conferma il presidente, hanno deciso di:
1. contestare il piano inviato in quanto è impossibile ottenere un parere di regolarità tecnica e un approvazione da parte degli utc comunali, inoltre l'approvazioe di piano finanziario è atto gestionale e quindi di competenza del dirigente, non dell'organo esecutivo, ne tanto meno del consiglio comunale;
2. verificare se quanto deliberato nella scorsa assemblea è stato attuato dalla società (riduzione delle spese di personale eliminando minimi e super minimi);
3. contestare giuridicamente quanto prescritto nella proposta poichè avendo l'Arra sostenuta l'applicabilità immediata del decreto ambientale gli atti di determinaizone e/o deliberazione delle tariffe e/o aliquote non sono di competenza del comune;
4. condividere un percorso con altri sindaci per portarci fino al decreto di prossima emanazione per evitare l'instaturarsi di nuovo contenzioso con l'utenza.
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lunedì 6 aprile 2009

Trasparenza telematica "a singhiozzo". Bacchettate e repliche che non arrivano.

La pubblicazione incompleta e in ritardo degli atti amministrativi su internet provoca polemiche e tensioni interne alla macchina comunale. Al centro della polemica la trasparenza telematica “a singhiozzo”, cioè la mancata pubblicazione sul sito internet comunale di una parte degli allegati delle delibere. “Essendo già approvate e pubblicate, si prega di effettuare l’invio celermente tale da consentire la pubblicazione sul sito”, aveva chiesto ai funzionari il Ced, il centro elaborazioni dati. Al 28 marzo lo stato di aggiornamento delle delibere di giunta municipale dell’anno 2009, come ha riferito ad un blog locale Giuseppe Tomarchio, responsabile del sito internet comunale, è di 54 documenti presenti in archivio a fronte di 25 file mancanti. In pratica solo poco più del 50 per cento dei documenti pubblicati. Qualcuno allega le delibere, qualcuno no. Sulla vicenda sono state fatte due riunioni ed in una di queste è intervenuto anche il sindaco Carmelo Nigrelli. Il suo programma di governo prevedeva proprio la pubblicazione telematica degli atti amministrativi. È stata avanzata la necessità di collaborare. Lo stesso Tomarchio si è chiesto “perché almeno il 50 per cento dei signori dirigenti ancora oggi non fa ciò che gli viene gentilmente chiesto, considerando che non sottrae loro tempo alcuno”. Dai dirigenti, per ora, non sono arrivate repliche ufficiali.

Un ospedale senza emergenze non è un ospedale

Quattro vite salvate giovedì pomeriggio tra personale sott’organico, problemi tecnici in sala operatoria e un solo anestesista in servizio. E lo spettro di un futuro vicino in cui le emergenze di questo tipo non potranno essere più trattate all’ospedale Chiello. Un ottantenne colpito da infarto con il peace maker andato in palla, un parto gemellare con il secondo nascituro per il quale è stato necessario un “cesareo” d’urgenza, ed un’appendicite quasi andata in peritonite per una dodicenne. Ed una constatazione amara e sconsolata da parte della direzione sanitaria, dopo un giovedì pomeriggio di passione con l’accavallarsi di tre emergenze in poche ore. “Certo devo constatare e confermare che se al Chiello non si fossero potute trattare le emergenze, come previsto dal cosiddetto Soien, forse queste quattro vite sarebbero state molto più a rischio e forse non facevamo in tempo a salvarle”, spiega con amarezza il direttore sanitario del presidio sanitario, Loredana Di Simone. “Operare in queste condizioni di sott’organico non è facile, abbiamo avuto un’anestesista che è rimasta in servizio per ore nonostante avesse terminato il suo turno, se fosse già andata via prima dell’arrivo dei tre casi di emergenza ci saremmo trovati in gravi difficoltà”, aggiunge. I medici del Chiello lo denunciano da tempo. Se le emergenze non faranno più parte dei compiti dell’ospedale a qualche paziente finirà male. “Mi sono arrivati due pazienti, di 12 e 25 anni, avevano una torsione del testicolo, bisognava intervenire immediatamente”, spiega il primario di Urologia, Salvatore Rinaldi. “La donna incinta di due gemelli è arrivata in ospedale con le doglie in corso, non avrebbe avuto certo il tempo di arrivare in altre strutture ospedaliere, dopo il parto del primo dei due gemelli si sono verificate complicazioni perché occorreva intervenire chirurgicamente per il secondo nascituro”, racconta l’anestesista Enzo Grassia. Tutti casi in cui prima si interviene e prima si scongiurano fatti tragici. Giovedì pomeriggio, durante la fase di trattamento della dodicenne colpita da un’appendicite, ormai diventata quasi peritonite, si è aggiunto anche il malfunzionamento di una centralina della sala operatoria che ha impedito l’uso del ventilatore automatico. I medici hanno dovuto provvedere con quello manuale per tutta la durata dell’intervento chirurgico. E poi quella che i medici piazzesi considerano una beffa. I piani di riorganizzazione in corso prevedono il potenziamento delle strutture ospedaliere di Enna e Nicosia. Ma negli ultimi giorni, come confermano dal reparto di Urologia e dall’Ortopedia, sono arrivati al Chiello pazienti provenienti dall’ospedale di Nicosia.

giovedì 2 aprile 2009

Fondi 30 per cento Villa Romana. Verso scontro legale tra Comune e Regione

L’amministrazione comunale si rivolge ai propri avvocati contro il dipartimento regionale ai Beni culturali per contestare il blocco dei fondi del 30 per cento della Villa Romana del Casale, le somme per legge spettanti alle casse comunali con cadenza trimestrale. La giunta comunale da mesi non riesce ad ottenere l’autorizzazione di spesa delle somme. A mancare all’appello, nelle casse comunali, vi sarebbe un semestre del 2008, oltre all’attuale trimestre in corso nel 2009. “Qualche giorno fa è arrivato l’ennesimo diniego all’uso dei fondi e abbiamo deciso di procedere per vie legali, esiste una legge regionale che prevede la destinazione del 30 per cento ai Comuni e la sua applicazione non può essere condizionata”, ha spiegato il sindaco Carmelo Nigrelli ai consiglieri comunali, nel corso di un intervento nel quale ha risposto ad alcune richieste di chiarimenti arrivate dai banchi dell’opposizione. Si tratterebbe di una somma tra i 160 e i 200 mila euro. Il primo cittadino nelle scorse settimane si era recato all’interno del sito archeologico in occasione del sopralluogo effettuato tra i pavimenti musivi dall’assessore regionale ai Beni culturali Antonello Antinoro. “Pur non avendo ricevuto alcun invito ufficiale da parte dell’assessorato in occasione della visita istituzionale, mi ero recato alla Villa Romana proprio per chiedere conto all’assessore Antinoro della situazione in atto”, ha riferito in aula Nigrelli. Ma l’incontro non è servito a sbloccare i fondi. “Stiamo trasferendo il fascicolo ad un legale comunale”, dice il primo cittadino. Il blocco dei fondi, il quale sembrerebbe legato a precedenti verifiche in corso sull’uso del 30 per cento e sulla rinnovata convenzione tra Comune e assessorato regionale, è stato criticato anche dal consigliere di centrodestra Carmelo Gagliano, capogruppo del Popolo delle Libertà. Anche perché senza la disponibilità delle somme rimarrebbero chiusi nel cassetto alcuni progetti di manutenzione a regia comunale in grado di poter dare lavoro a manovalanza locale. Il 30 per cento può essere utilizzato solo per specifici servizi elencati nella convenzione e con il doppio consenso del Comune e del museo regionale archeologico Villa Imperiale del Casale sulla base di progetti condivisi. Proprio sull’uso dei fondi era partita nei mesi scorsi un’indagine da parte delle Fiamme Gialle su delega della Procura della Repubblica del Tribunale di Enna, con l’audizione di alcuni esponenti politici che avevano presentato un esposto alla magistratura inquirente e alla Corte dei Conti di Palermo.

Tribunale per i diritti del malato del Chiello: "Due notizie che ci lasciano perplessi".

La lettera inviata dal responsabile del Tribunale per i diritti del malato, Rodolfo Carcione, al manager Iudica:

Abbiamo appreso dalla stampa due notizie che ci lasciano perplessi e che rifiutiamo di credere corrispondenti al vero.
La prima è il trasferimento di un dirigente medico del servizio di fisiatria dal P.O. di Piazza Armerina a quello di Leonforte.
Non ci sembra assolutamente possa avere fondamento dimezzare il personale medico di un unità operativa, che svolge un’attività apprezzata da tutti gli utenti e che nell’anno 2008 ha effettuato (di questo abbiamo notizie certe) quasi 20.000 (ventimila) visite e trattamenti riabilitativi a pazienti ricoverati presso il P.O. ed ad utenti esterni, con ecografie, infiltrazioni medicamentose, artrocentesi, bendaggi, terapie strumentali e rieducative funzionali.
L’organico del reparto consta di solo due dirigenti medici, due infermieri professionali e quattro fisioterapisti. E’ evidente che indebolendo una U.O. con il trasferimento di un dirigente medico, le prestazioni mediche (che peraltro ci sembra abbiano fatto incassare all’AUSL quasi 500.000 euro) nel corso dell’anno 2009 subiranno conseguentemente una rilevante flessione, arrecando grandissimo nocumento agli utenti.
Altra incredibile notizia è quella della soppressione del Centro Trasfusionale e della rimodulazione del qualificato Laboratorio Analisi, che dovrà ridurre la sua operatività fornendo prestazioni all’utenza solo per 9 ore per cinque giorni la settimana.
E’ noto che il Laboratorio Analisi del “Chiello” svolge una encomiabile ed apprezzata attività che dà sicurezza e conforto a tutta la cittadinanza ed ha avuto la certificazione di qualità ISO 9001:2000, che, peraltro, non ha potuto mantenere solo perche l’AUSL 4 di Enna non ha ritenuto fosse necessario e non ha provveduto a finanziare l’iniziativa pare per solo duemila euro.
Tenuto conto che l’Assessorato Regionale alla Sanità, con la nuova legge di riordino del servizio sanitario deliberata nei giorni scorsi, ha richiesto e previsto il potenziamento dei servizi, ci sembra che non possa rispondere al vero quanto, in definitiva, indebolisce, o quasi annulla, l’assistenza sanitaria dei settori all’utenza di Piazza Armerina.
Riteniamo dovrebbero essere infondate le accuse, che si alzano in diversi ambienti, di un accanimento dell’Azienda, per indebolire quanto più è possibile del P.O. M. Chiello a favore di altre strutture.
Le richiediamo, pertanto, di darci un cortese e sollecito riscontro, per conoscere lo stato effettivo dei fatti.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo