sabato 5 luglio 2014

Scultura del I secolo d. C.: "Ora torni a Piazza Armerina" - La testa marmorea era stata trafugata in circostanze imbarazzanti

La testa marmorea di Dama di età Flavia, scoperta
dall'archeologo Gentili alla Villa Romana negli anni
Cinquanta, da qualche anno esposta al museo
Varisano di Enna. Ora se ne chiede la restituzione 
Era stata trafugata dai magazzini di Palazzo Trigona in circostanze misteriose, poi ritrovata dai carabinieri e fino a oggi esposta al museo Varisano di Enna. Adesso le istituzioni locali piazzesi ne chiedono la restituzione. La statua ritratto di Dama di età Flavia, una scultura in marmo bianco del I secolo dopo Cristo, scoperta alla Villa Romana negli anni cinquanta dall’archeologo Vinicio Gentili, potrebbe presto tornare a casa. Il consigliere Laura Saffila in un’interrogazione al sindaco Filippo Miroddi, inviata per conoscenza alla direzione del Parco Archeologico della Villa Romana del Casale, ha chiesto il rientro dell’importante reperto archeologico, ritrovato nel 2007 dai militari nella seconda casa di un presunto ricettatore. “La testa marmorea è un bene archeologico che deve essere visitato e fruito soprattutto nel luogo di appartenenza, dai visitatori della nostra città, il direttore del Parco Archeologico Rosa Oliva ha programmato per ottobre l’apertura della Mostra Permanente dei Marmi colorati e ritrovati alla Villa a Palazzo Trigona, la testa marmorea arricchirebbe e darebbe più lustro alla nostra città”, dice il consigliere Saffila. A farle eco il presidente dell’associazione turistico-culturale Mira 1163, Francesco Galati, al quale è stata pure indirizzata l’interrogazione: “I nostri reperti devono fare rientro a casa ed essere esposti nel loro contesto storico e culturale, le istituzioni facciano il loro dovere, la testa ci appartiene”. Se c’è la volontà basterebbero pochi giorni per far rientrare il reperto. Era scomparsa dai magazzini del Trigona in circostanze mai chiarite, tra l’imbarazzo delle istituzioni e le indagini...
difficili delle forze dell’ordine, senza che si conoscesse se e quando fosse stata trafugata. Un reperto che, secondo stime effettuate dagli esperti e confermate dagli investigatori, avrebbe avuto sul mercato delle opere d’arte un valore sui 500 mila euro, un miliardo delle vecchie lire. Con la testa muliebre era sparita anche un’altra testa di marmo bianco, un Ritratto Virile in marmo della stessa epoca. La scomparsa delle due opere d’arte risalirebbe all’estate del 2006, quando una laureanda chiese alla soprintendenza di Enna di visionare le due opere. La studentessa aveva letto un articolo della professoressa Carla Bonacasa del 1977, nel quale si tracciava una scheda, facendo riferimento ad una personale visione delle due teste in un deposito della città, allora in via Mazzini. La studentessa aveva chiesto di vedere le due opere e la Soprintendenza aveva fatto la scoperta, segnalando l’ammanco ai carabinieri.  (Dal Giornale di Sicilia)

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

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Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

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In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

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Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

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Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo