mercoledì 23 luglio 2014

Piazza. Divorzio da Enna, Pd spaccato, Ribilotta rischia ora l'espulsione?

Teodoro Ribilotta, Pd
“Addio Enna!”, “Mettiamo fine al dominio”, “Ora siamo liberi!”. E poi tanti lunghi applausi e il boato dalla piazza Garibaldi, mentre dopo qualche minuto a suonare sono stati i clacson di molte auto. Piazza divorzia da Enna. Un voto storico quello che si è consumato questo pomeriggio in via Cavour, nella sede del consiglio comunale. L’aula in modo quasi unanime ha votato per l’adesione della città al libero consorzio dei comuni di Catania, uscendo dall’ex provincia di Enna. A votare per l’addio a Enna ben 18 dei 19 consiglieri comunali presenti. Sarebbero bastati 14 voti favorevoli, i due terzi. Adesso entro due mesi si andrà al referendum popolare. Unico voto contrario all’adesione al consorzio di Catania quello del consigliere Teodoro Ribilotta, esponente di punta del Partito democratico ed ex vicesindaco, la cui posizione espressa in aula, in difformità al partito, è stata accompagnata in modo continuo da fischi e commenti ironici. Il voto contrario di Ribilotta, tra l’altro, apre una forte frattura all’interno del Pd che con un lungo direttivo aveva manifestato la posizione da tenere in aula favorevole all’adesione con il consorzio etneo. Mentre i due consiglieri democratici Lillo Cimino e Teresa Neglia hanno votato per il passaggio con Catania Ribilotta ha tenuto una posizione in netta difformità con il direttivo. “I legami con Enna...
cosa hanno portato a Piazza? Nulla, quindi questa esperienza è finita”, ha spiegato Lillo Cimino, capogruppo del Pd. “La nostra incidenza politica passando con Catania sarà prossima allo zero”, ha detto Ribilotta, il quale ha parlato di “ondata populista che spinge in direzione dell’adesione”. Mentre Ribilotta parlava in aula esponenti di punta del Pd presenti in aula puntavano il dito sul consigliere “ribelle”, non senza paventare conseguenze politicamente rilevanti. Espulsione in via per Ribilotta? La sua posizione spacca il partito in modo imbarazzante per il coordinamento e il direttivo. C’è chi chiede le sue dimissioni visto che per una posizione così strategica e importante per la città e il suo futuro si è consumato uno strappo di enorme rilievo.

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