lunedì 1 marzo 2010

Piazza Armeirna. Prg. L'Mpa chiede dimissioni degli indagati sul nuovo Piano regolatore generale

Mpa chiede le dimissioni degli inquisiti sul PRG

L’MPA di Piazza Armerina prende atto delle recenti dichiarazioni rese alla stampa dall’ex consigliere comunale Ranieri Ferrara, in ordine alla controversa vicenda del PRG. Non meravigliano le argomentazioni addotte in difesa di un autentico concetto di legalità, in quanto da parte dell’attuale amministrazione, che in nome di tale concetto aveva basato i propri proclami elettorali, non è mai stata attuata né trasparenza né informazione, non solo nei confronti della cittadinanza ma, fatto ancor più grave, anche nei confronti dello stesso Consiglio comunale, come si deduce dalla denuncia dell’esponente PD Ferrara. È evidente la volontà del governo cittadino di procedere su una strada tortuosa e senza sbocco, pur di concretizzare gli interessi di pochi a discapito dell’intera collettività, soprattutto nel caso in cui si rendesse necessario ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale.
Si accoglie, altresì, con soddisfazione il dissenso manifestato da una parte dell’attuale maggioranza, che conferma e legittima la posizione dei consiglieri dell’MPA, resa pubblica nella seduta del Consiglio comunale del 12 febbraio scorso, in cui si evidenziavano proprio i valori della legalità, moralità e trasparenza, sistematicamente calpestati durante l’iter di adozione del tanto contestato PRG. È auspicabile, per il bene della città, che altri consiglieri levino la loro voce in difesa di tali valori, irrinunciabili in un consesso civile e democratico. Sarebbe anche opportuno che gli inquisiti, nonostante la difesa d’ufficio fatta dal sindaco, si dimettessero immediatamente.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo