Approvato dalla giunta comunale, e inviato alla Regione Siciliana per la richiesta di finanziamento, il progetto da 3 milioni e 582 mila euro per la realizzazione delle opere di urbanizzazione dell’area artigianale di contrada Bellia. Le casse comunali dovranno compartecipare all’eventuale finanziamento dell’opera con 550 mila euro, pari al 15,60 per cento dell’investimento totale, di cui 449 mila euro da recuperare attraverso le imprese assegnatarie dei lotti edificabili e altri 100 mila euro a carico del bilancio comunale, anche attraverso un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti.
Tra gli interventi previsti
Nel progetto, predisposto dall’ufficio tecnico comunale, previste opere di sbancamento e riempimento dell’area di contrada Bellia dove dovranno sorgere i capannoni. Per quanto riguarda la rete viaria è previsto l’allargamento della stradella esistente che costeggia la circonvallazione della strada statale 117 Bis, di un tratto della regia trazzera Madonna della Noce e il tratto della strada vicinale Cannarozzo che delimita la parte nord dell’insediamento produttivo. Tutta l’area artigianale verrà attraversata da quattro strade interne che formano nell’insieme una sorta di scacchiera. Previsti gli impianti di illuminazione, di distribuzione di acqua, luce e telefono, mentre per il gas metano l’impianto verrà realizzato dalla società che gestisce tale servizio. Prevista l’installazione di corpi illuminanti con lampade a risparmio energetico, con un quadro elettrico definito dai progettisti “intelligente”, programmabile per la regolazione dell’intensità luminosa. L’intervento progettuale include naturalmente anche la realizzazione dei parcheggi e l’esproprio di tutti i terreni ricadenti all’interno dell’area artigianale di contrada Bellia. Da realizzare anche una doppia canalizzazione interrata, ai lati della carreggiata stradale, per le acque bianche e le acque nere. Il progetto parteciperà al bando pubblicato l’estate scorsa sulla gazzetta regionale e rimarrà in ogni caso in graduatoria anche per successivi interventi nel quadro del nuovo Por. “Devo esprimere un caloroso grazie a tutti coloro che nell’ufficio tecnico si sono prodigati perché si potesse presentare al meglio il nostro progetto”, commenta il sindaco Carmelo Nigrelli. Si aspetta, adesso, la valutazione del progetto da parte della Regione Siciliana e l’inserimento in graduatoria per l’eventuale finanziamento delle opere. Ma questo canale finanziario potrebbe anche non rivelarsi subito percorribile. Per questo non si escludono altre possibili vie per ottenere i fondi necessari. “Si potrebbe chiedere il finanziamento attraverso i bandi Por, ma si potrebbe anche costituire un consorzio tra gli imprenditori più motivati per procedere alla realizzazione dell’area”, aggiunge il primo cittadino in un nota.
Alcuni numeri previsti dal progetto
In totale il progetto prevede 27 capannoni per complessivi 14.425 metri quadri coperti. Le imprese che potranno localizzarsi nell’area artigianale possono essere al massimo 27, a meno di un accorpamento di lotti dietro specifica richiesta di alcune aziende. Ed in questo caso il numero totale delle aziende sarebbe inferiore. Ogni capannone modulare ha una superficie di 556 metri quadri, di cui 40 metri quadri destinati ad uffici. I capannoni sono affiancati a gruppi di tre al fine di ridurre i costi di realizzazione. E quindi possono unirsi tra loro fino a tre moduli, realizzando capannoni fino a 1.668 metri quadri. Il bando regionale richiedeva almeno 20 dichiarazione di interesse da parte delle imprese locali. Le dichiarazioni di interesse arrivate agli uffici comunali sono state 83. Le domande sono state presentate soprattutto da attività legate al comparto dell’automobile (20 tra carrozzieri e meccanici, 3 lavaggi, 2 elettrauti, due aziende di noleggio pullman, 2 componentistica), al settore dell’edilizia (8 aziende e 14 laboratori), all’alimentare (8 aziende), all’agricoltura (3 aziende), al riciclo materiali (2 aziende) e ad altri settori vari (19 aziende, tra cui orologeria, impiantistica, tipografia).
Il quadro economico
Il quadro economico del progetto, sempre in caso di finanziamento, prevede una base d’asta di 2 milioni e 296 mila euro, mentre tra le somme a disposizione dell’amministrazione figurano 358 mila euro per l’esproprio dei terreni destinati a viabilità e parcheggi, 449 mila euro per l’esproprio dei terreni destinati ai lotti edificabili, 229 mila euro solo di iva al 10 per cento, 45 mila euro come diritti tecnici Rup al 2 per cento, 12 mila euro per la pubblicità della gara, 5 mila euro per il collaudo statico, 11 mila euro per indagini preliminari e geognostiche, 114 mila euro per imprevisti, 10 mila euro per il collaudo tecnico amministrativo.
L'anomalia
Un progetto, comunque, discutibile per un suo aspetto particolare: l’area è interessata dall’attraversamento del corso del fiume Gela, come emerge dalle cartografie di progetto, anche se in realtà sui luoghi non vi è acqua e non sempre è facilmente individuabile il tracciato dell’alveo. http://robertpalermo.blogspot.com/ Giornale di Sicilia 2 novembre
Un gruppo di imprenditori, però, come emerge dall'articolo di Piero Cancarè, pubblicato su La Sicilia del 2 novembre, starebbe preparando un esposto alla magistratura proprio sull'area artigianale. Di seguito l'articolo del collega, così come ripreso dal sito di Radio Mosaici:
Guai in vista per la realizzazione dell’area artigianale in zona Bellia?
Piazza Armerina. Guai in vista per la realizzazione dell’area artigianale in zona Bellia? A quanto se ne deduce sembra proprio di si. "Il percorso che sta portando alla realizzazione del piano artigianale di contrada Bellia potrebbe inciampare sulla denuncia che i proprietari del terreno da espropriare stanno per presentare alla Procura della Repubblica". La clamorosa decisione, a quando si è potuto appurare, arriva dopo diversi tentativi di trovare risposte dal Consiglio Comunale e dal progettista del Prg, chiamati a dare risposte concrete sulle problematiche che riguardano l’area artigianale. Il motivo fondamentale che induce i proprietari ad esprimere dubbi e perplessità sugli errori progettuali, riguarda in particolare il ripristino dell’alveo del fiume Gela. Il progetto elaborato prevede, infatti, il ripristino di un tratto del fiume Gela contenuto all’interno della zona artigianale. Per quanto riguarda la pericolosità dell’operazione, il tutto consiste nel fatto che il fiume in questione risulta interrotto dal passaggio della SS117 bis e che il ripristino dell’alveo creerebbe di fatto un serio pericolo di esondazione in quanto l’acqua raccolta nel fiume, inattivo da oltre trent’anni, andrebbe a sfociare direttamente sulla regia trazzera. L’intervento previsto nel piano regolatore appare evidentemente inadeguato e pericoloso per la pubblica incolumità e per gli equilibri idrogeologici dell’intera zona. Il gruppo di imprenditori che oggi si dice pronto a presentare denuncia alla Procura della Repubblica, ha tentato in tutti i modi di far valere la ragione presentando opposizione all’approvazione col risultato di vedersela respinta. In quella occasione il progettista rispose che aveva ricevuto un parere favorevole da parte del Genio Civile che di fatto lo solleva da eventuali responsabilità in caso di esondazioni. Una tale risposta ha generato stupore e indignazione da parte di queste persone, che li ha convinti a continuare la legittima battaglia giungendo ad elaborare una dettagliata relazione da allegare alla denuncia che verrà presentata alla magistratura nei prossimi giorni. La sensazione è che il progettista, nel redigere il piano dell’area artigianale, a quanto pare, non abbia tenuto conto della situazione esistente. Appare improbabile infatti che un progettista che elabora un progetto di così fondamentale importanza economica e sociale non tenga conto del normale andamento e della natura stessa di un fiume. Sarebbe bastato conoscere il territorio per rendersi conto che il fiume Gela, nel tratto che ricade all’interno della zona artigianale, non è stato più oggetto di cammino da parte dell’acqua poiché i terreni limitrofi si trovano a quota inferiore rispetto al letto del fiume e dunque le acque piovane non scaricano più nel letto del fiume bensì rimangono al di là degli argini. Ciò si è reso necessario perché in corrispondenza dell’incrocio tra il fiume Gela e la Regia Trazzera Madonna della Noce non esiste nessun passaggio che permetta al corso d’acqua di oltrepassare la strada e di continuare il suo corso,dal momento che la strada Statale 117 bis per un tratto transita sul letto del fiume e di fatto lo taglia di netto. Ma a quanto pare le motivazioni degli imprenditori per impedire la realizzazione della zona artigianale così come è stata progettata non ha sortito alcun effetto. Il progettista, sembra, senza dare risposte certe e rassicuranti su ciò che potrebbe avvenire dalla operazione di confluenza delle acque all’interno del letto del fiume ed il Consiglio comunale hanno respinto le osservazioni presentate. Per cui ai cittadini interessati, sottolineano, non rimane altra strada se non quella dell’esposto alla Procura della Repubblica. Piero Cancarè
In effetti il contesto in cui ricade l'area artigianale è assai "sensibile" e delicato: così come emerso dai sopralluoghi dell'Arta, l'assessorato regionale al territorio e ambiente, il vecchio tracciato della statale 117 Bis separa l'area artigianale dalla zona di pre-riserva della Riserva Naturale Orientata Rossomanno Grottascura Bellia", ai margini della stessa area artigianale si trovano i pozzi dai quali viene emunta l'acqua potabile da parte dei comuni di Caltagirone e Mazzarino, un piccolo bosco, come evidenziato nello studio agro-forestale e come emerge chiaramente a chi conosce la zona. E vicino si trova un vivaio della Forestale. L'area, poi, come detto, è interessata dall'attraversamento del corso del fiume Gela. Un fiume "fantasma", come sembrerebbe ormai da decenni. Ma non tanto "fantasma" se è vero che verranno realizzate, secondo le prescrizioni del Genio Civile, opere di regimentazione delle acque. Quindi il pericolo viene considerato potenzialmente esistente. Ed allora le perplessità rimangono tutte in piedi e forti sotto il profilo della qualità della pianificazione del territorio. In un'area del genere anche un profano si accorge come si sarebbero dovute pianificare strutture leggere a servizio dei boschi.