martedì 4 novembre 2008

Pozzi comunali e la favola della loro manutenzione. Occorre una commissione d'indagine. Ma i consiglieri non ne hanno il coraggio. Chi proteggono?

PIAZZA ARMERINA. “O costruiamo nuovi pozzi, cosa difficile da ottenere, o requisiremo i principali pozzi privati con l’affitto, l’acquisto o la confisca, intavolando una trattativa con il comune di Caltagirone”. Il sindaco Carmelo Nigrelli, rispondendo in consiglio comunale ad un’interrogazione del consigliere Basilio Fioriglio, indica alcuni percorsi possibili per tentare di superare per il futuro la crisi idrica in cui si trova attanagliata la città e la provincia. Soluzioni nel breve periodo non in grado di risolvere la crisi idrica. No del primo cittadino, intanto, alla richiesta di un parere legale per valutare la possibilità di attingere acqua dai pozzi costruiti sul territorio armerino da comuni vicini. La proposta era stata avanzata dal consigliere Fioriglio nella sua interrogazione. “Insisto perché si verifichi con un parere legale la possibilità di percorrere questa strada, anche perché si tratta di pozzi costruiti quando ancora non era entrata in vigore la legge Galli che ha portato al sistema degli Ato Idrici nell’isola”, dice Fioriglio. La crisi idrica delle ultime settimane rischia di diventare ingestibile. Commercianti e artigiani del comparto alimentare vanno avanti a colpi di autobotti per mandare avanti le proprie attività, con i relativi costi in più da sostenere. Anche perché l’acqua viene pagata due volte, al trasportatore che le vende e alla stessa società che gestisce il servizio, il cui contatore gira ugualmente, anche con l’acqua comprata da altri. E si moltiplicano ogni giorno le proteste dure di cittadini che bussano alla porta del primo cittadino, invitandolo a battere i pugni con maggiore forza sui tavoli delle società Acquaenna e Siciliacque, oltre che su quello del Prefetto di Enna. Quotidiane le tensioni al Comune. http://robertpalermo.blogspot.com/ Dal Giornale di Sicilia dell'1 novembre

Il consiglio comunale abbia il coraggio e la forza politica bipartisan di istituire una commissione consiliare d'indagine, così come prevista dall'articolo 32 bis dello statuto comunale, con al centro lo stato dei pozzi ricadenti su territorio comunale, per verificare in modo puntuale se e in che modo sia possibile ottenere una emancipazione totale dalla diga Ancipa in materia di approvigonamento idrico. Il consiglio comunale, infatti, secondo quanto recita lo statuto comunale, "a maggioranza assoluta dei suoi componenti (11 consiglieri su 20), per effettuare accertamenti su fatti, atti, provvedimenti e comportamenti su materie attinenti l'amministrazione comunale, può deliberare l'istituzione di una commissione d'indagine, definendo nel contempo l'oggetto, l'ambito e il termine per riferire all'assemblea consiliare". La proposta di istituzione della commissione può essere avanzata dal presidente del consiglio o da un quinto dei consiglieri. La commissione può disporre audizioni e accedere a tutti gli atti, anche di natura riservata, relativi all'oggetto dell'indagine, potendo convocare ogni terzo soggetto interessato alla vicenda. Ipotizzabili sopralluoghi in ciascuno dei pozzi comunali e degli altri pozzi ricadenti sul territorio comunale e utilizzati da comuni vicini, con l'assistenza alla commissione di tecnici di fiducia dell'amministrazione comunale esperti ed esperienti in materia, in modo da verificare quanti pozzi funzionano, quale la portata attuale, quale la portata potenziale, quali le attività di manutenzione necessarie per aumentare la portata attuale (come nel caso di pozzi insabbiati...), (consentendo l'emancipazione definitiva dall'Ancipa), quali i costi necessari, quali i motivi di un mancato eventuale ammodernamento del sistema di approvigionamento dagli stessi pozzi e così via. Il consiglio comunale, poi, prende atto della relazione finale, adottando i provvedimenti opportuni o rinviando tutto ad altri organi competenti. Si tratterebbe dell'unica seria attività di controllo politico sulla gestione del sistema idrico in città.

Il problema di fondo è che i consiglieri, almeno su questa vicenda, evidentemente, proteggono altri interessi che non sono quelli dei cittadini. Altrimenti non si spiegherebbe l'atteggiamento molle verso una vicenda cruciale per i prossimi anni.

Pozzi Comunali:
Indicazione dei pozzi comunali e relativa portata (solo sulla carta, dati comunali risalenti a qualche anno fa e non coincidenti con quelli di Acquaenna):
Villa Garibaldi portata litri al secondo 08
Contrada Bellia pozzo n. 1 lt/sec. 15
Contrada Bellia pozzo n. 2 lt/sec. 10
Contrada Bellia pozzo n. 3 lt/sec. 08
Contrada Bellia pozzo n. 4 lt/sec. 05
Contrada Bellia pozzo n. 5 lt/sec. 05
Contrada Ingarronato pozzo n. 1 lt/sec. 09
Contrada Ingarronato pozzo n. 1 Bis lt/sec. 03
Totale 8 pozzi comunali con una portata di lt/sec. 63

L'ingegnere Alessandro Dottore, responsabile dell'ufficio Tecnico di Acquaenna, la società che gestisce il servizio idrico integrato per conto dell'Ato Idrico, ha riferito in consiglio comunale, nel corso del dibattito, che le fonti del territorio comunale (i pozzi) danno in tutto 38/40 litri al secondo.

Chi ci può dire come stanno le cose veramente? Quale e quanta manutenzione sia necessaria? Quanti fondi occorrono? Occorre ricordare che i pozzi appartengono al Comune, gestiti da Acquaenna. In questo momento non esiste un solo consigliere comunale in grado di poter dire, dati alla mano, quanta acqua viene tirata dai pozzi, e quale sia la loro condizione.

L'intervento del collega Guglielmo Bongiovanni su www.enzograssia.it:
"La politica ha tutti gli strumenti per affrontare l'emergenza idrica. Consiglieri studiate!"
http://www.enzograssia.it/index.php?option=com_content&task=view&id=609&Itemid=1

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