domenica 2 novembre 2008

"Forse i nostri giovani non sanno più perchè si vive e perchè si muore?"


di monsignor Michele Pennisi - Parte dell'omelia al cimitero
Oggi è la festa di Halloween o festa di tutti i santi? Si tratta della solita americanata che serve per incrementare i consumi o di una carnevalata farsesca nella quale delle zucche vuote si mascherano con zucche svuotate, o in tutto questo vi è una domanda confusa sul senso della vita e della morte?
L'antica leggenda di origine celtica di Halloween ( che significa letteralmente " vigilia di Ognissanti ) narra che la notte del 31 ottobre le anime dei morti tornano sulla terra e cercano di entrare nei corpi dei vivi. È dunque per difendersi da queste anime che i vivi si mascherano da fantasmi, e vagano nella notte .
La festa di Halloween attinge a tradizioni serie, riguardanti il rapporto tra i vivi e i morti con le quali gli uomini di ogni tempo e di ogni cultura si interrogano da sempre sul proprio destino.
Se oggi la vita non vale nulla e genitori e figli si ammazzano come bestie, se si sceglie ciecamente la morte altrui e propria in folli scorribande notturne dopo la discoteca, se ci si distrugge a quindici anni con droghe acquistate davanti alla scuola e consumate in gruppo, se a Perugia avviene un delitto tra coetanei alla ricerca di sensazioni estreme, se ragazzotti ignoranti sfondano le porte delle chiese di notte per improvvisare orridi riti satanisti, non è forse perché non sappiamo più perché si vive e perché si muore?
Forse non dovrebbe sfiorarci il dubbio che, con l’innocuo dilemma " dolcetto o scherzetto? " , i nostri giovani mascherati da scheletri balbettino a modo loro una domanda – magari malposta o superficiale, sul senso della vita.
Le feste pagane, i nostri antenati le hanno sapute " cristianizzare " , riciclando intelligentemente il contesto e imbottendolo di contenuti completamente nuovi e trasformando in autentico senso religioso i riti pagani.
Oggi invece rischiamo di rendere pagana una festa cristiana.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo