mercoledì 26 novembre 2008

Platia Servizi, la patata bollente della società mista a rischio scioglimento o fallimento. Un nodo politico mai sciolto.

La società mista Platia Servizi torna al centro del dibattito con l’audizione in conferenza dei capigruppo consiliari dell’assessore al Bilancio Francesco Restivo. La discussione del punto in conferenza era stato sollecitato da tempo da alcuni consiglieri. Ed arriva in conferenza dei capigruppo con notevole ritardo rispetto alla grande quantità di tempo persa già dalle istituzioni locali in materia.
Una vicenda assai spinosa sulla quale la politica locale continua a non assumersi responsabilità fino in fondo. E come spesso accade quando la politica fa troppi passi indietro potrebbe essere la magistratura a farne alcuni avanti.
La vicenda
La Platia Servizi, in mano al 51 per cento al Comune e al 49 per cento al socio privato Armerina 2G, si occupava di manutenzione degli edifici pubblici, allestimento palchi elettorali, pulizie dei locali comunali ed altro. Poi una discussa gestione della società ha portato a far peggiorare i conti. Il Collegio dei revisori, nel parere al Bilancio di previsione 2007, è stato chiaro.
“Dalla situazione patrimoniale della società si evince in maniera chiara che la Platia Servizi ha un deficit patrimoniale, cioè il capitale sociale pari a 30 mila euro risulta essere completamente azzerato dalle perdite realizzate”, scrivono i controllori dei conti comunali. I Revisori dei conti, nella sostanza, chiedono agli amministratori della società mista di deliberare la riduzione del capitale per le perdite o si rischia lo scioglimento della società. E poi rivolge un invito all’Ente “a voler esercitare la sua funzione di controllo sulla società partecipata”.
Le zone grigie
Un chiaro invito a non commettere gli errori del passato. Errori sui quali ancora non è stata fatta piena luce. In una relazione sulla situazione patrimoniale della società mista, risalente a fine dicembre del 2005, due componenti del Cda della Platia Servizi descrivevano una società che “non soltanto non ha mai prodotto profitti, ma che, addirittura, esiste unicamente per pagare i salari ai propri dipendenti, peraltro con notevoli perdite economiche”. In quello stesso documento il conto economico della società, al 7 dicembre del 2005, presentava un passivo di 150 mila euro.
Tutte le soluzioni cadono nel vuoto.
I consulenti incaricati dall’amministrazione comunale avevano tracciato tre possibili soluzioni per la società, il cui passivo ammonterebbe a 160 mila euro. E sulle cause del passivo l’allora partito dei Democratici di sinistra aveva anche chiesto una commissione conoscitiva in consiglio. Mai approvata. Commissione mai creata dall’aula. Oggi il Pd avrebbe i numeri per costituirla, ma non lo fa. Almeno finora. L’avvocato Egidio La Malfa e il commercialista Giuseppe Gervasi, nominati all’inizio del 2006 dal sindaco Maurizio Prestifilippo per predisporre un Piano industriale di rilancio della società, hanno indicato tre strade possibili. Il fallimento con il deposito dei libri contabili in tribunale, l’acquisizione della Platia Servizi da parte di un’altra società o una ricapitalizzazione da parte del Comune e del socio di minoranza, la cooperativa 2G. Il consiglio comunale, nel novembre 2006, aveva invitato la giunta, con un proprio atto di indirizzo, a cedere le quote di capitale sociale ad un terzo soggetto. La soluzione messa in campo dall’amministrazione Prestifilippo puntò poi a mantenere il 51 per cento, ma trovando un nuovo partner privato attraverso una selezione pubblica. Ma tutte le soluzioni sono cadute nel vuoto.
La via d’uscita offerta dal governo Prestifilippo
Nell’agosto del 2007 la giunta offre alla cooperativa Armerina 2G, socio privato di minoranza della Platia Servizi, la possibilità di uscire fuori dalla società mista senza pagare la propria parte di debiti. L’offerta è contenuta in un atto di indirizzo approvato dal governo guidato dal sindaco Maurizio Prestifilippo. La Platia Servizi al 51 per cento è in mano alle casse comunali. “Dall’esame dei dati contabili sono emerse gravi perdite a carico della società Platia Servizi”, si legge nella premessa dell’atto di indirizzo. La giunta decide di fare propria l’ipotesi di uscita dalla situazione di crisi attuale contenuta nella relazione della presidenza della Platia Servizi, presentata il 12 giugno 2007 agli uffici comunali. In pratica il socio pubblico, cioè il Comune, in base all’atto di indirizzo, chiede alla coop Armerina Servizi, socio privato al 49 per cento della Platia Servizi, di cedere in modo gratuito le quote di sua proprietà ad un soggetto terzo. Il soggetto terzo, scelto attraverso una gara ad evidenza pubblica, dovrebbe assumersi per contratto l’onere finanziario dell’intera perdita della Platia Servizi. Si accollerebbe, quindi, tutti i debiti societari, anche quelli di parte pubblica, oltre a quelli in quota alla coop Armerina 2G. Il nuovo privato come contropartita otterrebbe l’affidamento di tutta una serie di servizi pubblici, come ad esempio la manutenzione degli edifici comunali e delle strade. “Il vantaggio per l’Armerina Servizi 2 sarebbe rappresentato dall’opportunità che le si offre di liberarsi dell’onere di coprire le perdite dei precedenti esercizi”, si legge nel punto 4 della relazione, fatto proprio dalla giunta nella delibera fresca di approvazione. A provocare tale opzione sarebbe stato il quadro legislativo mutato negli ultimi anni, secondo il quale in una società mista il partner privato va scelto con una gara di evidenza pubblica. Ragione per la quale i servizi non potrebbero essere affidati all’attuale coop titolare del 49 per cento delle quote societarie, l’Armerina 2G.
La Corte dei Conti
Nel 2007 la Corte aveva aperto un fascicolo specifico sui conti armerini dopo aver ricevuto sul proprio tavolo una relazione del Collegio dei revisori contabili. Il 26 novembre la Sezione di Controllo della Corte dei Conti aveva ascoltato il sindaco Maurizio Prestifilippo e il responsabile del servizio Finanziario, Rosario Scimone. Erano tre i fronti sollevati dai revisori comunali. Fra questi quello di restituire equilibrio finanziario ed evitare perdite future alla società mista Platia Servizi. La magistratura contabile prese atto degli atti amministrativi “volti alla sostituzione del socio privato con altro socio da individuare attraverso procedura ad evidenza pubblica”. L’anno di riferimento per il controllo della Corte è il bilancio di previsione 2006 del Comune. La Corte dei Conti, poi, con riferimento anche alla vicenda della società mista, deliberò di “non dar luogo a specifica pronuncia, allo stato degli atti” nei confronti dell’amministrazione comunale. La Corte ha di fatto chiuso la pratica chiedendo “necessarie misure correttive” che sul fronte della Platia Servizi non sono mai arrivate negli ultimi tre anni.

Situazione gravissima e debiti da accollare. Tutti sembrano d’accordo nella diagnosi, ma la terapia continua a non arrivare. E quando un’infezione non viene curata è tutto il resto del corpo che rischia di andare in setticemia. La sensazione rimane quella di trovarsi con un malato grave di fronte a più medici che si passano tra loro la siringa senza mai avere il coraggio di effettuare la puntura decisiva. http://robertpalermo.blogspot.com

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