venerdì 28 novembre 2008

Variazione di bilancio. Per due volte manca il numero legale per l'assenza di 10 consiglieri del Pd su 12. Manca l'accordo tra i "democratici".

Salta due volte per la mancanza del numero legale la seduta del consiglio comunale con all’ordine del giorno il Riequilibrio di bilancio e la variazione finanziaria. Assenti in aula dieci dei dodici consiglieri del partito Democratico. Perché la seduta fosse valida occorrevano almeno 11 consiglieri presenti tra i banchi di via Cavour. I “democratici” non hanno ancora trovato un accordo politico sulla manovra proposta dalla giunta guidata dal sindaco Carmelo Nigrelli. Presenti solo il capogruppo del Pd, Giuseppe Venezia, e il consigliere di maggioranza Filippo Vitali, oltre ai consiglieri di centrodestra. A stupire, in aula, tra la prima e la seconda convocazione, è stata la motivazione avanzata da Venezia sull’assenza dei dieci colleghi del Pd. “Avevano tutti precedenti impegni”, ha riferito il capogruppo. Naturalmente nessuno gli ha creduto. Se ben dieci consiglieri comunali su dodici, su un atto politico fondamentale per la faccia del governo locale e per gli interessi della città, hanno tutti impegni precedenti, ai quali non possono rinunciare, allora è meglio che l’intero Pd si dimetta fin da subito. Ci aspettiamo in aula su questo una smentita da parte dei consiglieri “democratici”. O qualcuno vuol far credere alla città ad una sequela incredibile di coincidenze che ha portato tutti gli esponenti del Pd a trovarsi di fronte ad impegni così importanti da essere irrinunciabili. Se la verità è un’altra, invece, si abbia il coraggio di raccontarla in aula sabato pomeriggio. Ma siamo alle solite. Quello che accade veramente in consiglio comunale non deve sapersi. L’esercizio reale del potere si consuma in altri luoghi. All’interno del partito del sindaco ci sono state negli ultimi giorni forti spaccature. Divisioni sul solco delle grandi e forti perplessità sollevate in commissione consiliare Bilancio dal presidente della commissione, Fabio Monasteri, e dal suo collega Giuseppe Capizzi, sulle somme da destinare al pagamento degli stipendi dei netturbini e sulla gestione complessiva dell’operazione “contributo-anticipazione” volontaria sulla Tia 2008, promossa con grandi speranze ed energie dalla coppia Nigrelli-Scimone per tentare di portare nuova liquidità alle casse comunali. Operazione fallita, con solo un magro 10 per cento dei cittadini paganti. Un gruppo di consiglieri ha voluto marcare un proprio dissenso su uno o più punti. Il consiglio è stato convocato per sabato alle 18, in terza convocazione. Perché la seduta sia valida basteranno sette consiglieri presenti. Il gruppo dei dodici consiglieri del Pd avrà l’occasione per far dimenticare l’episodio di venerdì e trovare un accordo che fino a questa sera non c’è stato. Anche perché è ancora sotto gli occhi di tutti il cammino stentato e diviso del gruppo consiliare di maggioranza in occasione della elezione del presidente del consiglio comunale, avvenuta solo grazie alla stampella offerta dal centrodestra, e della prima variazione finanziaria del governo Nigrelli, passata solo grazie al numero legale tenuto in aula da quattro componenti del centrodestra. Anche le recenti indeterminate e indeterminabili “motivazioni politiche”, richiamate dal consigliere Giuseppe Capizzi (Pd) alla base della richiesta di rinvio del punto all’ordine del giorno sulle sostituzioni di due componenti dimissionari delle commissioni consiliari (di cui uno del Pd), ripropongono un tema già divenuto centrale e costante nei primi quattro mesi di governo di centrosinistra: quello dello scollamento molto forte e palpabile tra l’aspettativa di freschezza e trasparenza politica auspicata dalla gente con il nuovo corso Nigrelli e la nebbiosa macchina di formazione delle decisioni del gruppo Pd. E questo per la solita e identica ragione. Nelle sedi istituzionali, primo fra tutti il consiglio comunale, ogni qualvolta si consuma un passaggio politico (presidenza, variazioni finanziarie, commissioni consiliari, mancanza del numero legale) le reali e vere dinamiche accadute sul terreno politico rimangono nel sottosuolo del silenzio istituzionale di comodo. Per fare politica, allora, basta non dire la verità o tacere? http://robertpalermo.blogspot.com/

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo