martedì 2 marzo 2010
Piazza Armerina. Discariche dismesse di Muliano e Scalisa. Il Comune ordina verifica soglia di contaminazione
Indagini preliminari sul sottosuolo delle discariche dismesse di contrada Scalisa e Muliano per verificarne lo stato di contaminazione dopo la fuoriuscita nelle scorse settimane di percolato, il liquido che trae prevalentemente origine dall’infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti o dalla decomposizione degli stessi nel tempo. Il sindaco Carmelo Nigrelli con propria ordinanza ha affidato ad una ditta di Gela, la Gesind Srl, il compito di accertare l’eventuale superamento di quelle che i tecnici chiamano “csc”, concentrazione soglia di contaminazione. Costo dell’intervento, il quale prevede perforazioni nel sottosuolo a valle delle due discariche con prelievo di carotaggi e analisi, 24 mila euro. “Nessuna preoccupazione, un intervento di routine in casi del genere”, fanno sapere dagli uffici della Protezione civile e Tutela ambientale, la cui relazione dello scorso primo febbraio ha sottolineato la necessità di provvedere agli accertamenti. Un sopralluogo dello scorso 20 gennaio parla di eventi potenzialmente inquinanti. Lo stato di pericolo ambientale nelle discariche dismesse Muliano e Scalisa, infatti, è dovuto proprio alla fuoriuscita di percolato. Vengono segnalate “disfunzioni che determinano un evidente pericolo di inquinamento per l’ambiente circostante” e si sottolinea “l’urgenza di provvedere al prelievo e smaltimento dei percolati prodotti dalle due discariche dismesse”. I primi 130 metri cubi di liquidi sono stati prelevati da una ditta specializzata per far abbassare i livelli ed evitare altre “tracimazioni”. La discarica più vecchia ricade in contrada Muliano e vi è stoccato un quantitativo di rifiuti non quantificabile con precisione, probabilmente superiore ai 100 mila metri cubi. Il sito non è più utilizzato dal 1995 e il rifiuto presente è in avanzata fase di mineralizzazione, come rilevato dall’Arpa durante accertamenti condotti all’inizio del mese di marzo del 2004. La seconda discarica, di utilizzo più recente, è stata in attività dal 1995 al 1999. In essa i rifiuti risultano stoccati in due vasche ed è valutabile con buona approssimazione la presenza di circa 200 mila metri cubi di rifiuti. Le analisi effettuate in passato hanno rivelato che si tratta di percolati in cui le sostanze pericolose sono in concentrazione inferiore a quella oltre il quale il liquido viene considerato “rifiuto pericoloso”. Le indagini preliminari sono propedeutiche anche ad un futuro progetto di messa in sicurezza dei due siti. (Giornale di Sicilia - Edizione 25 febbraio 2010)