giovedì 19 febbraio 2009

L'ex statale 117 bis dal bivio Colla è un disastro. Ma il Comune non interviene.

Protesta a colpi di ironia
“Pulizia dei bordi, cunette svuotate, eccellenti condizioni di sicurezza della strada: tutto merito della nostra solerte amministrazione”. O ancora: “Tratto di strada in perfette condizioni di sicurezza”. Le frasi ironiche si trovano su una decina di cartelli attaccati ai due lati della carreggiata, per circa un chilometro, su alcuni paletti di ferro conficcati sul terreno. Per manifestare la protesta e il disagio, dopo anni di inutili solleciti e lettere protocollate al Comune, gli abitanti della zona utilizzano anche queste trovate. In uno dei cartelli si legge. “Il verde di questa strada è amorevolmente curato dall’amministrazione comunale”, recita un altro segnale collocato nel bel mezzo dell’erbaccia alta che limita la visuale agli automobilisti in transito. I residenti hanno provato di tutto per tentare di ottenere un intervento straordinario di manutenzione. E probabilmente sarà necessario costituire un vero e proprio comitato per riuscire ad avere risposte concrete. Qualche anno fa due famiglie vennero sgomberate in seguito allo smottamento di una scarpata. Da allora la strada è rimasta utilizzabile a metà in un tratto.
I problemi dell'arteria stradale
Frane senza segnali di pericolo, cordoli in cemento sulla sede stradale, restringimenti di carreggiata, cunette otturate e vegetazione che impedisce la visuale. Sull’ex strada statale 117 Bis, adesso comunale, nel tratto che va dallo svincolo di contrada Colla-Scarante fino al viadotto della 117 Bis, le condizioni di sicurezza per gli automobilisti si sono fatte pressoché vicine allo zero. E questo soprattutto in presenza di buio e condizioni atmosferiche avverse. Basta procedere lungo i due chilometri con un’automobile per rendersi conto di persona della gravità della situazione per centinaia di residenti della zona. Il bivio Colla, intanto, invaso dall’erbaccia, va impegnato con molta cautela. La visuale per chi utilizza il bivio in entrata o uscita dalla 117 Bis è molto ridotta e ci si potrebbe ritrovare con un’auto che sbuca all’improvviso da dietro la vegetazione. Vegetazione alta anche nelle doppie curve successive. Quindi si incontra il primo restringimento di carreggiata, lungo un tratto di un centinaio di metri interessato da anni da uno smottamento della scarpata sottostante, ma mai consolidato. Un cordolo in cemento taglia in due la strada, può passare solo un veicolo per volta. Il cunettone laterale adiacente, intanto, si presenta del tutto otturato da terra ed erbaccia. E otturate sono gran parte delle cunette laterali alla carreggiata. Il normale deflusso delle acque piovane è praticamente impossibile. L’acqua incontra gli ostacoli e si riversa sulla strada in discesa. Si prosegue per altri trecento metri e si incappa in un altro restringimento di carreggiata, ancora una volta a causa di uno smottamento nella scarpata sottostante e sempre con la presenza di un lungo cordolo in cemento, realizzato per evitare all’acqua di appesantire il terreno sottostante. Cordoli in cemento alti una ventina di centimetri e potenziali pericoli per la viabilità, in alcuni tratti, qualora dovessero venire a contatto con le ruote dei veicoli. Dopo alcune centinaia di metri una prima frana taglia a metà la carreggiata. Fango e detriti sull’asfalto, ma nessun segnale di pericolo presente per gli automobilisti, ieri mattina, ne prima ne dopo la frana. Un fatto incredibile. Si percorrono appena altri 80 metri e ci si trova di fronte ad una seconda frana, anche qui senza la presenza di cartelli segnaletici di pericolo, prima e dopo il cumulo di terra che invade la carreggiata. Due gravi potenziali pericoli ravvicinati per l’incolumità degli automobilisti. Insomma il tratto di strada esige un intervento urgente di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza. L’area è densamente abitata dai proprietari di terreni agricoli e case di villeggiatura estiva e residenziali. http://robertpalermo.blogspot.com/

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo