La situazione è esplosiva e la Direzione è lontana. L’ospedale di Piazza Armerina è in balia da tempo di facinorosi, delinquenti, ladri, bravi che, nottetempo e senza ritegno, entrano nella struttura, sicuri di farla franca, e manomettono, scassinano, rubano. é accaduto perfino che, con atteggiamento malavitoso, hanno minacciato più o meno larvatamente il personale in diverse occasioni. Malviventi sconosciuti, s’introducono, impunemente e non visti, nei locali dell’ospedale e devastano i distributori delle bevande, l’edicola dei giornali, attaccano il bancomat, rubano le elemosine della cappella e mettono in preoccupazione il personale per la possibile escalation criminale. Dopo l’ennesima bravata accaduta stanotte, in cui hanno preso di mira due macchine del caffè e bibite e che si aggiunge alle numerose devastazioni avvenuta nelle settimane e nei mesi scorsi di cui la stampa ha dato notizia, il personale tutto si è allarmato e versa in somma preoccupazione, specialmente perché assiste impotente alla mancata soluzione del problema della sicurezza. A nulla sono valse le denuncie a mezzo stampa e gli appelli della direzione sanitaria alla direzione generale. Si assiste ad progressivo e costante diniego a voler risolvere il problema anzi si ha fa avanti negli animi la preoccupante certezza che nel disegno aziendale, assillato solo dal risparmio ad ogni costo e su tutti i fronti, la parola sicurezza non esista. Questa opinione è diffusa e nasce dal fatto che l’edificio ospedaliero è una specie di groviera dove si può entrare e uscire come niente. Tutti sanno quanto sia facile farlo dai quattro punti cardinali e il guaio è che hanno imparato a capirlo anche i delinquenti. Ma noi siamo dell’avviso che le responsabilità sono duplici e di diversa gravità: una è quella del ladro, che, superato il suo problema morale, non fa altro che il suo “mestiere”; l’altra, che riteniamo più grave, è quella di chi gli consente di esercitare quel mestiere che, come sappiamo, è socialmente pericoloso ed inaccettabile per la civile convivenza. Quando infatti, la Direzione ha consentito lo smantellamento del servizio di vigilanza che monitorava e registrava notte e giorno tutte le entrate mediante telecamere e monitor controllati da personale qualificato, non ha fatto altro che abbandonare la struttura ai malavitosi. Con un rapido giro per il nosocomio chiunque potrà rendersi conto dello stato di degrado e abbandono in cui versa la struttura: le porte esterne, nelle due entrate principali del piano zero e uno, sono rotte e così pure quelle che danno ai piani sotterranei, per non parlare di quelle del cosiddetto Corpo F da cui si può accedere dovunque. L’ospedale è un vero labirinto colabrodo dove chiunque è in grado di fare i propri comodi senza che, chi ne ha il dovere, intervenga. è ormai chiaro, dato che queste cose non accadono negli ospedali normali, che rispondono o meglio nuotano nel brodo di coltura di questa riforma sanitaria, a nostro avviso iniqua, che prevede la cancellazione di due ospedali (Piazza e Leonforte) in provincia di Enna. Infatti, poiché l’allarme delle popolazioni è alto, si preferisce lasciare morire di consunzione e di abbandono le due strutture. Il personale infermieristico e così pure i tecnici reperibili, non si sentono tutelati, specie di notte e già scrivono ai loro primari denunciando la situazione di pericolo. L’atmosfera che si respira infatti, è di separazione e disaffezione, quasi di rassegnazione. Molti guardano, ad onta delle lotte per evitarla, alla prossima chiusura dell’ospedale. I segnali ormai sono palesi, checché ne dicano i dirigenti dalla stanza dei bottoni: è stato detto e scritto che i reparti per acuti di questo ospedale saranno chiusi (cardiologia, chirurgia, ostetricia, pediatria, Orl, urologia, nefrologia, ortopedia, ecc.) e l’attività di media e alta complessità sarà trasferita nel nosocomio di riferimento (leggi Enna); non vi è alcuna certezza che resti un luogo di accoglienza per acuti, visto che non si comprende ancora la differenza tra urgenza ed emergenza; si vuole degradare il servizio di laboratorio ospedaliero e di radiologia, che attualmente sono H24, riducendoli a H12 o H6. è facilmente comprensibile come questa volontà sia funzionale al fatto che l’ospedale attuale, chiudendo i reparti per acuti, si ridurrà, come abbiamo già scritto varie volte, ad un luogo che tratterà solo pazienti cronici lungodegenti, farà day hospital e ambulatori e credo manterrà la cappella per sapere di volta in volta a che santo votarsi. Per questo oggi è avvenuta una riunione dei dirigenti i quali hanno esaminato lo stato dell’ospedale e hanno stilato un comunicato da consegnare alla direzione sanitaria esprimendo vive preoccupazioni e chiedendo la giusta attenzione per la messa in sicurezza del nosocomio. L’Osservatorio Sanitario Permanente intende intervenire presso il Sindaco e denunciare la situazione al Prefetto, non foss’altro perché i mali dell’ospedale non si fermano qui. Ma anche i pregi sono stati messi in evidenza in un documento che avrebbe dovuto leggere sia il Direttore generale che l’assessore regionale, ma che ormai, di fronte alla caparbia e prepotente volontà loro, perde verve e interesse.
Il direttore generale che, dall’alto delle sue certezze, ci taccia continuamente di vetero-cultura, di incapacità ad accettare le innovazioni, di arroccamento campanilistico, potrà gloriarsi finalmente di passare alla storia di Piazza per avere distrutto una storia ospitaliera che è stato il vanto e il riferimento delle nostre popolazioni dai secoli più remoti. I Piazzesi, ne sono certo, ne serberanno sempre un buon ricordo. Osservatorio Sanitario Permanente