PIAZZA ARMERINA. Sarà il giudice per le indagini preliminari Francesca Cercone, il prossimo 24 luglio, a decidere se dovranno andare a processo i rappresentanti legali di quattro società cooperative. Tutti accusati di truffa e turbativa d’asta per la gara d'appalto da 300 mila euro in materia di assistenza domiciliare agli anziani. Il Gip Cercone, nel corso dell’udienza preliminare, dovrà esaminare la richiesta di rinvio a giudizio del sostituto procuratore Marcello Cozzolino depositata lo scorso marzo.
Gli indagati
A finire sotto inchiesta, e a rischiare adesso di andare sotto processo, P. C., 60 anni, quale presidente e legale rappresentante della coop Ares, B. A., 48 anni, presidente del consiglio di amministrazione della coop Asmida, M. S., 42 anni, legale rappresentante della coop La Piramide, e C. V., 30 anni, legale rappresentante della coop Anchise. Tutte cariche ricoperte dagli indagati nell’aprile del 2005, quando fu aperto il fascicolo dalla Procura della Repubblica del tribunale di Enna. Ai quattro era stata anche applicata lo scorso anno la misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici per due mesi.
Le indagini
Le indagini, svolte dal Nucleo Operativo dei carabinieri, presso la Polizia Giudiziaria della Procura di Enna, in collaborazione con il Ris di Messina, si riferiscono ad alcune presunte irregolarità nella gara per l’assistenza domiciliare agli anziani del 2005. La Procura sostiene che le quattro cooperative invitate alla gara “concordavano in tutto o in parte il contenuto e la forma delle offerte, delle dichiarazioni sostitutive di certificazione e dei progetti presentati per la partecipazione alla gara” con la quale doveva essere affidato il servizio di assistenza domiciliare agli anziani. Tutti documenti, secondo il pubblico ministero Cozzolino, stampati “con gli stessi macchinari, con identica formattazione, identico contenuto e forma”. Insomma secondo l’accusa le quattro società decisero a tavolino di fare “cartello” per pilotare l’esito finale della gara d’appalto indetta dall’amministrazione comunale. Il capo d’imputazione ipotizzato dagli investigatori, in questo caso, quello della turbativa dello svolgimento della gara. Il secondo capo d’imputazione ipotizzato è quello della truffa, con l’aggravante di aver commesso il fatto, se provato, ai danni di un ente pubblico. Le quattro coop avrebbero in concorso indotto in errore i componenti della commissione della gara, e quindi gli organi comunali competenti ad assegnare il servizio per gli anziani. Ad originare i primi sospetti due buste che recherebbero la stessa grafia, la stessa forma visiva nell’indirizzo comunale e in alcune diciture, scritte con la medesima posizione. La polizia giudiziaria, poi, si sarebbe resa conto che non due, ma addirittura quattro buste recavano le stesse identiche formulazioni. Alla base dell’indagine le perizie calligrafiche condotte dagli esperti del Ris di Messina. Cinque, invece, le società cooperative individuate dal tribunale di Enna come persone offese dal reato, oltre alla stessa amministrazione comunale. non si hanno notizie di una costituzione di parte civile da parte dell'amministrazione comunale. Di recente una delle quattro coop, la Ares di catenanuova, ha anche partecipato a fine giugno alla gara per l'assistenza domiciliare agli anziani.
La delibera illogica
Quello che ha dell'incredibile è che nell'estate del 2007 fu approvata dal governo Prestifilippo una delibera con la quale veniva dato di fatto il seguente indirizzo: non invitare alla gara coop con le quali l'amministrazione comunale aveva un contenzioso in corso. Una sorta di norma anti Assomed (la coop con la quale esistono delle pendenze davanti ai giudici amministrativi), bocciata poi dal Tar, con il paradosso che nel frattempo si continuavano a dare proroghe alla coop Ares, coinvolta nell'inchiesta di cui sopra. Ma i colpi di scenza non finiscono mai. A fine giugno 2008 il servizio di assistenza domiciliare è stato aggiudicato dalla coop Assomed, mentre ad essere esclusa dalla gara l'Ares e altre cinque coop.