Rosario Paternicò e la sua schiettezza sulla vicenda della vicepresidenza: "Fallimento politico dei segretari del centrodestra, di Mpa, Udc e di chi si presenta per conto personale come segretario del Pdl". Ma il Pd dimostra ancora una volta un autolesionismo pari a poche realtà politiche. Di fronte alla mancanza di un candidato unitario da parte del centrodestra (Venezia aveva proposto la scorsa settimana ai partiti dell'opposizione di esprimere un proprio candidato al quale sarebbero andati i voti del centrosinistra) i democratici si sono divisi, adottando due strategie diverse, con punzecchiature politiche evidenti al seguito. Il capogruppo Venezia (Pd), mercoledì sera, di fronte a due candidati di centrodestra frutto di divisioni e ripicche, per sbrogliare la matassa provocata dalle continue votazioni andate a vuoto, ha annunciato che il suo gruppo avrebbe a quel punto votato un proprio uomo di centrosinistra per rimettere in sesto l'ufficio di Presidenza e far ripartire la macchina consiliare. Il sottogruppo del Pd, però, facente capo agli autonomisti, ha deciso di continuare a puntare su un uomo di centrodestra, come scelta di metodo ritenuta più coerente. Il risultato? I cinque autonomisti, come emergerebbe da una interpretazione dello scrutinio e delle dichiarazioni degli altri gruppi, avrebbero votato per Trebastoni, i cinque più uno del Pd avrebbero votato per Ilenia Adamo. "Non c'è ufficialmente un candidato del Pd", ha detto in aula Monasteri. Poi i due colpi di scena tutti interni al Pd, degni di una partita a scacchi del tutto inutile e incomprensibile per l'immagine complessiva del partito. I sei pro Ilenia Adamo escono dall'aula (il numero legale rimane) prima dell'ennesima votazione per far emergere meglio il voto a Trebastoni proveniente dagli "autonomisti". Ma subito dopo l'uscita dal consiglio il presidente Centonze (uno degli autonomisti del Pd) abbandona l'aula e scioglie il consiglio (senza la vicepresidenza, infatti, se il presidente va via non ci sono sostituti). Esito politico finale della vicenda vicepresidenza? Il centrodestra è in palese difficoltà, fortemente diviso e senza un candidato unitario, ma le divisioni del centrodestra diventano terreno di scontro interno al Pd. Gli autonomisti, di fronte alla chiara e ripetuta incapacità del centrodestra di esprimere una sintesi unitaria su un nome, di fronte a diverse votazioni andate a vuoto e alla necessità di restituire l'assemblea alle sue funzioni piene, avrebbe forse fatto meglio a seguire questa volta la pista indicata da Venezia? Ma Capizzi, a sua volta, portavoce degli "autonomisti", in aula ha sottolineato come il suo gruppo sulla linea Venezia e sulla presunta indicazione di un uomo di sinistra non sia stato interpellato.