sabato 16 luglio 2011

Piazza Armerina. Poti un albero e bruci la ramaglia? Rischi fino a un anno di reclusione e 26 mila euro di multa

Potare i propri alberi di ulivo in campagna, accatastarli e bruciarli, oppure tagliare l’erbaccia secca sul proprio terreno e poi dargli fuoco potrebbe costare carissimo, da 3 mesi a un anno di reclusione ed una multa salatissima da 2 mila a 26 mila euro. Questo è quanto può accadere ad un comune cittadino che vive in campagna o ha un fondo agricolo dopo le modifiche introdotte al quadro normativo da un recente decreto legislativo. Il Corpo Forestale, dopo diverse riunioni in Prefettura, invita tutti a rispettare la nuova normativa che a molti sembrerà un eccesso di zelo. In pratica i rami tagliati da un albero in seguito ad una potatura, ad esempio, vengono equiparati a rifiuti e come tali devono essere smaltiti.
 La loro combustione comporta un illecito penale a tutti gli effetti. “Raccomandiamo a tutti massimo scrupolo nell’osservanza di questa legge, noi saremo vigili e attenti a far rispettare la nuova normativa, collaboriamo insieme per prevenire il rischio incendi”, sottolinea Roberto Franchino, comandante del distaccamento del Corpo Forestale. Ed allora cosa deve fare il privato che vuole manutentare gli alberi del proprio fondo agricolo? Prefettura di Enna e Corpo Forestale in un depliant informativo spiegano le tre alternative da seguire per “smaltire i rifiuti” senza avere problemi con le legge: depositarli nei comuni cassonetti dell’immondizia se in piccole quantità, conferirli negli impianti di smaltimento, come quello esistente a Dittaino, o mettere le mani in tasca, acquistare un trituratore di scarti vegetali e spargere sul terreno i rami triturati come composto organico concimante.
 E bisogna non scherzarci sopra, perché nelle nostre zone sono numerose le torrette di avvistamento utilizzate soprattutto nel periodo estivo dalle squadre antincendio del Corpo Forestale. Se viene avvistata una piccola colonna di fumo le squadre potrebbero subito partire e il privato proprietario di una piccola campagna si potrebbe ritrovare con le auto del Corpo Forestale dietro il cancello della propria casa di villeggiatura. Insomma un giro di vite pesante per gli agricoltori titolari di aziende e anche per il comune cittadino alle prese con la ordinaria manutenzione del proprio piccolo pezzo di terra. Roberto Palermo (Giornale di Sicilia - Edizione del 14 luglio 2011)

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo