mercoledì 18 giugno 2014

Piazza Armerina. San Giuseppe, conti pignorati per 800 mila euro, lo spettro della chiusura

 In cassa ci sono solo 9 mila euro, sufficienti a comprare da mangiare agli anziani fino al 30 giugno. Poi sarà chiusura. Drammatica situazione di crisi per la casa di riposo San Giuseppe. Il presidente dell’istituto assistenziale, Nunzio Crimì, e il direttore Filippo la Mattina, hanno scritto all’assessorato regionale alla Famiglia spiegando come in mancanza di riscontri immediati si impone “la chiusura dell’ente”. “La Ipab San Giuseppe non è nelle condizioni di erogare i servizi con la regolarità richiesta, tenuto conto che gli stessi saranno forniti sino all’esaurimento delle risorse disponibili, massimo fino al 30 giugno”, dice Crimì, il quale ha scritto la nota alla direzione generale dell’assessorato, alla Prefettura, alla Diocesi, ai comuni di residenza degli ospiti e relativi sindaci e alle organizzazioni sindacali, ma anche al Tribunale di Enna, all’Asp 4 di Enna, ai carabinieri e la polizia. Lo stato di crisi economica dell’istituto continua da anni, con il personale pagato di rado e decine e decine di stipendi arretrati ancora da saldare. Ma a far precipitare la situazione pare siano state le azioni legali di recupero coattivo delle buste paga attivate dai lavoratori, con i soldi che sono stati pignorati direttamente presso la banca della San Giuseppe. Le somme pignorate e già pagate dalla banca ammontano a 66 mila euro. Poi ci sono 3 atti di pignoramento notificati dai dipendenti tra il 4 marzo e il 10 aprile per un importo complessivo di 257 mila euro in fase di accantonamento ed erogazione. Ed a questi si aggiungono altri 17 atti di pignoramento ancora più recenti, notificati dai lavoratori lo scorso 4 giugno per altri complessivi 539 mila euro. Dipendenti disperati che più volte hanno protestato, sono saliti sui tetti, hanno promosso sit in, per poi trovarsi di fronte alla scelta di agire per le vie legali. “L’ente ha disponibilità di cassa per i generi di prima necessità per 9.739 euro”, scrive il presidente. E con una cinquantina di ospiti da mantenere si tratta di una cifra destinata ad azzerarsi in un paio di settimane. Il personale guarda con apprensione alle prossime settimane, con lo spettro del dissolvimento di una realtà sociale che ha sempre funzionato bene. Le famiglie e gli ospiti della struttura sembrano ancora non credere alla possibilità di una chiusura della casa di riposo. Per molti di loro la San Giuseppe è una vera e propria casa in cui hanno trascorso diversi decenni. Tra le righe della drammatica nota della presidenza e della direzione un grido d’allarme che è anche un ultimo disperato appello, inviato a tutte le istituzioni con una richiesta di aiuto: “È di tutta evidenza che la situazione è critica e necessita, con urgenza, dell’assistenza e dell’impegno di tutti i soggetti in indirizzo, laddove si ritenga che l’Ipab debba e possa continuare a svolgere il suo servizio alla collettività”. (Dal Gds)

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo