mercoledì 25 giugno 2014

Piazza. Affreschi del Borremans, addio salvataggio. Don Paci: "Non ci sono i soldi, l'assessore Furnari me lo ha detto chiaramente"

Salvataggio degli affreschi del Borremans addio. Non ci sarebbero fondi all’assessorato regionale ai Beni culturali per quella che viene definita la “Cappella Sistina di Sicilia”, la chiesa di San Giovanni Evangelista con il ciclo di opere sulla volta e le pareti laterali attribuite al pittore fiammingo. La conferma arriva dal settore Beni culturali della Diocesi. Due affreschi sono coperti da veli tampone, in molte parti la pellicola pittorica è già saltata in modo irreversibile. Entrambi i pannelli laterali, il “Trionfo di San Benedetto” e il “Martirio di San Placido”, sono “fasciati” da tamponi ormai in parte scollati. Scene potrebbero scomparire in modo irreversibile, per questo serve un restauro conservativo urgentissimo. “Ho parlato di persona con l’assessorato regionale, i soldi non ci sono, così mi è stato detto in modo molto chiaro, mi dispiace perché era stato assunto un impegno dal precedente assessore, ma il nuovo assessore non era a conoscenza...
dei problemi degli affreschi del Borremans, purtroppo la situazione è questa”, spiega don Giuseppe Paci, responsabile dei Beni culturali della Curia, allargando le braccia dal secondo piano della sede vescovile di via La Bella. Una corsa contro il tempo per trovare 63 mila euro, tanto la somma necessaria a salvare il Borremans dallo “stato comatoso”, come lo ha definito uno sconfortato don Antonino Scarcione, il parroco di San Giovanni che ha già messo mano alle proprie tasche, al suo trattamento di fine rapporto, come dirigente scolastico in pensione, per recuperare un pulpito antico presente in chiesa.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

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In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

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Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo