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Il presidente Giuseppe Venezia |
Era stato l'unico del suo gruppo consiliare, il Pd, a decidere di non rinunciare ai compensi legati al suo mandato. All'orgine della sua scelta una linea politica difforme da quella dei suoi colleghi di partito sulla vicenda del bilancio bocciato dal centrodestra il 23 ottobre scorso e poi riportato in aula e approvato, grazie anche ad una richiesta di convocazione dell'aula partita proprio dal Pd. "La vicenda
nasce attorno alla riproposizione del bilancio di previsione peraltro non
condivisa dal sottoscritto, ritenendo che la parola andava data al commissario
straordinario e non avrei eccepito se
avesse, motuprorio, sciolto il consiglio comunale, non ho
sottoscritto la richiesta di
convocazione e non ho partecipato alla seduta
a dimostrazione che non sono legato alla poltrona...
che occupo", dice Venezia. "Il bilancio può non essere condiviso, può essere oggetto di dibattito politico ,ma deve essere approvato, a meno che non presenti dei vizi sotto il profilo contabile o/e procedurale, ma non mi pare che c’è ne fossero, tantè che nella seduta successiva è stato approvato senza che fosse stata cambiata un virgola rispetto alla proposta precedente. In ogni caso è prassi consolidata, il commissario si insedia e intima al consiglio comunale di approvare l’atto", aggiunge. "Da un punto di vista politico sarebbe stato sicuramente più decoroso. La rinuncia al compenso come giustificazione se da un punto di vista etico è apprezzabile lo è molto meno dal punto di vista politico,considerato che in buona sostanza nulla sarebbe cambiato in termini amministrativi evitando inutili farciture demagogiche a tutta la vicenda e comunque in uno alla rinuncia mi sarei aspettato una richiesta di pronuncia da parte del consiglio comunale", spiega.
"Rivendico le mie scelte e le mie opinioni che sono sempre state chiare e inconfutabili prive di ipocrisia a differenza di altri che tentano di predicare bene per poi razzolare male, anzi malissimo, e di esempi ce ne sarebbero a iosa e su questo terreno non ho nessun timore nei confronti di chicchessia".
Aggiunge Venezia nella stessa nota: "I compensi dei consiglieri comunali sono stati oggetto di discussione nelle sedute di conferenza dei capigruppo del 18/04/2012 - 9/05/2012-16/05/2012, potremmo dire in tempi non sospetti e non mi pare che ci siano state voci fuori dal coro. Il presidente del Consiglio Comunale percepisce un’indennità di carica equiparata a quella degli assessori, decurtata del 50 % nel caso del sottoscritto e non è il compenso più alto tra i consiglieri, così come riportato erroneamente dalla stampa".
Il presidente dell'aula chiede, quindi, che tutta la vicenda dei compensi ai consiglieri venga discussa in consiglio comunale, in modo chiaro e trasparente, senza isolate uscite in avanti, attraverso un'assunzione di responsabilità dell'intera assemblea.
Quindi una frecciata ai colleghi di partito: "In uno alla rinuncia mi sarei aspettato una richiesta di pronuncia del consiglio comunale da parte dei parsimoniosi consiglieri giusto per evitare medagliette e bandierine".