mercoledì 12 agosto 2009

Piazza Armerina. Incardona-Nigrelli addio. "Menzogne, menzogne". "Fatti una flebo di camomilla". Il centrosinistra perde un pezzo. Un altro in bilico.

Il futuro di due posti di lavoro nell’area commerciale della Villa Romana del Casale fa perdere un pezzo alla maggioranza consiliare di centrosinistra. Divorzio politico e umano quello tra il sindaco Carmelo Nigrelli e il consigliere indipendente Renato Incardona, giovedì sera, nel corso di un vivace consiglio comunale. “Se un sindaco non è in grado di tutelare due posti di lavoro se ne deve andare a casa, si deve dimettere, il primo cittadino è un uomo di cultura, un uomo di sinistra, però quando ci sono delle persone che perdono il posto di lavoro se ne frega, lo vedo insensibile”, ha spiegato Incardona nel suo intervento, ricostruendo la vicenda di due commercianti che da settimane non lavorano più all’esterno dell’area archeologica per un’intricata vicenda burocratica. Incardona ha rimproverato all’amministrazione di non aver fatto quanto era nel suo potere per difendere i due posti di lavoro nei confronti di altre istituzioni. “Il lavoro è lavoro, il pane è pane, chiedo che vengano sospesi i lavori consiliari a tutela dei due lavoratori”, ha aggiunto. Quindi l’annuncio di non far parte più del Pd, della coalizione di centrosinistra e di non sostenere più il governo piazzese. Stizzita la replica del sindaco Nigrelli in aula. “Nella sua confusa e agitata ricostruzione dei fatti una cosa ha detto bene il consigliere Incardona, ci stiamo muovendo secondo un principio di legalità”, ha spiegato il primo cittadino, ricordando più volte l’esistenza di un protocollo d’intesa che deve essere rispettato. “Abbiamo attuato subito per i due operatori un percorso di rientro alla legalità con l’interessamento di tutti gli altri enti coinvolti”, spiega Nigrelli. “Menzogne, menzogne”, ha interrotto ad un certo punto Incardona, il quale nel frattempo era andato a sedersi tra i banchi del centrodestra. “Fatti una flebo di camomilla”, la risposta di Nigrelli. “Non ci siamo mai tirati indietro come consiglio ogni qualvolta abbiamo dovuto trattare vicende legate a posti di lavoro”, ha affermato il consigliere indipendente Basilio Fioriglio. “Occorre conoscere gli atti, sospendere ad oltranza i lavori consiliari è eccessivo”, ha spiegato Giuseppe Venezia, capogruppo del Pd. Quindi la sospensione della seduta ed un vertice dei capigruppo nella sala attigua all’aula. Un’ora di discussioni tese, tensioni, accuse e la lettura delle carte. Poi i consiglieri sono tornati in aula. A prendere la parola il consigliere Carmelo Gagliano, il quale ha letto un atto di indirizzo alla giunta, poi approvato all’unanimità dal consiglio. In pratica si invita il sindaco a rispettare il protocollo d’intesa e a continuare a far lavorare le 30 ditte firmatarie di quel protocollo, tra le quali anche le ditte oggetto dell’infuocato dibattito politico. Giornale di Sicilia - Edizione 8 agosto

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

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In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

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Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo