domenica 2 agosto 2009

Testa scomparsa? Soprintendenza: "Si trova ad Agrigento". "Rimango perplessa per come si possano diffondere certe notizie", dice Basile in una nota

L‘Ercole Fanciullo trovato mezzo secolo fa all‘interno dell‘area archeologica della Villa Romana non è andato perduto, ma si trova regolarmente catalogato ad Agrigento. Ad assicurarlo la soprintendenza ai beni culturali di Enna. Si dice perplessa la soprintendente Beatrice Basile in relazione all’allarmismo di recente sollevato proprio sulla testa di marmo. “In relazione all’allarme recentemente diffuso in merito alla presunta scomparsa della testa dell'Ercole Fanciullo dai depositi di Palazzo Trigona- afferma il soprintendente - si informa che il reperto in questione è in atto al museo archeologico di Agrigento, presso cui è stato trasferito, a suo tempo, dalla Soprintendenza di Siracusa, nel periodo di passaggio della competenza territoriale fra le due Soprintendenze”. “La testa, pertanto, non è mai stata a Palazzo Trigona”, aggiunge Basile. E se non c’è mai stata non poteva mai sparire dagli scaffali. “Tali circostanze – continua il soprintendente- sono state accertate anche dal Comando Carabinieri di Piazza Armerina”. Ma c’è una novità importante che viene resa nota dalla stessa soprintendenza di Enna. La richiesta di restituzione del reperto, come di tutti i materiali pervenuti dalla Villa del Casale e non esposti, era stata avanzata dalla direzione del museo archeologico Villa Imperiale del Casale agli inizi del 2006. “Ed è stata confortata dal parere favorevole del consiglio regionale Beni Culturali e Ambientali”, annunciano gli uffici ennesi. In pratica qualche pezzo potrebbe cominciare a tornare, anche in vista del futuro, anche se ancora lontano, museo di Palazzo Trigona. E non manca una puntatina polemica del soprintendente Basile. “Lascia perplessi l’inopportunità della diffusione di notizie non sorrette dalla necessaria informazione, che sarebbe stato agevole attingere presso gli enti competenti”. Di recente il tema del patrimonio archeologico piazzese, distribuito tra i magazzini e i musei archeologici di mezza Sicilia, e della possibilità di poterne ottenere la restituzione dalle soprintendenze di Siracusa e Agrigento, era stato al centro di un dibattito in consiglio comunale, alla presenza di dirigenti della stessa soprintendenza di Enna. I consiglieri avevano votato all’unanimità un ordine del giorno nel quale chiedevano proprio la restituzione dei reperti archeologici armerini, gran parte dei quali trovati nell’area della Villa Romana del Casale quanto ancora la soprintendenza di Enna non esisteva e la competenza in materia era delle soprintendenze di Siracusa prima e Agrigento dopo. Giornale di Sicilia - Edizione dell'1 agosto 2009

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo