Nuova tegola sui conti comunali. La Regione
Siciliana con una nota ha diffidato il Comune a pagare entro cinque giorni 4
milioni e 391 mila euro all’Ato Rifiuti, pena l’invio nella città dei mosaici
di un commissario ad acta che dovrà prelevare d’imperio la somma e trasferirla
alle casse regionali. Ci sarebbe infatti un debito accumulato dall’Ato Rifiuti
da ripianare per gli anni trascorsi, una somma che dovrebbe essere pagata pro
quota dai comuni dell’ennese soci della società d’ambito. Un credito vantato
verso le casse comunali sul quale va fatta subito chiarezza perché metterebbe
in ginocchio il bilancio comunale, facendo sprofondare nel dissesto finanziario...
il comune armerino e gli altri enti locali della provincia. Di fatto si tratta
di un credito verso le casse comunali non inserito nel bilancio all’esame
dell’aula, quindi andrebbe registrato come un mega-debito fuori bilancio che
avrebbe bisogno del via libera dell’aula per essere pagato. Il problema di
fondo è che questi soldi il Comune non li ha e non li potrà avere in futuro,
almeno in un’unica soluzione. Il sindaco Carmelo Nigrelli non l’ha presa molto
bene, ha già contattato il nuovo governo regionale e nelle prossime ore
dovrebbe essere a Palermo per sondare il terreno e chiedere conto
dell’iniziativa pesante e inattesa per i già difficili equilibri finanziari
comunali. Una fatto conosciuto quello del debito Ato da pagare, ma sul quale in
molti spingevano per una rateizzazione ventennale per evitare un impatto
finanziario insostenibile per le casse dei comuni. Fibrillazione anche tra i
gruppi consiliari che vorrebbero un maggiore coinvolgimento dell’assemblea per
leggere bene le carte, avere un confronto con l’amministrazione comunale e i
dirigenti interessati dal provvedimento. Soprattutto per capire in che modo si
sia formato questo debito e la sua entità. Insomma vorrebbero conoscere nel
dettaglio la diffida e poter avere voce in capitolo. Il ragioniere capo Alfonso
Catalano nel frattempo starebbe preparando una relazione da inviare agli uffici
regionali. (Giornale di Sicilia - Edizione del 6 novembre 2012)
Dai rovi al museo

Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.
Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.
"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.
Corrado Augias e Vito Mancuso

Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello
"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo