mercoledì 22 luglio 2009

Milioni di litri di acqua sporca ogni mese sul fiume Nocciara anzichè nel depuratore. E il consiglio comunale sulle cose gravi non fa controlli.

Più di 300 mila litri di acque sporche al giorno anziché raggiungere il depuratore comunale finiscono direttamente sul fiume Nocciara, sfuggendo alla depurazione. In contrada Indirizzo, infatti, circa 150 metri a monte del depuratore, una parte delle acque nere provenienti dal collettore della zona nord della città dei mosaici, anziché finire nella condotta che porta all’impianto di depurazione, scivola da uno “sfiorinatoio” laterale sulla destra, finendo sulla vallata di contrada Indirizzo, percorrendo poche centinaia di metri, per poi immettersi dentro il fiume Nocciara. Una realtà visibile ad occhio nudo da chiunque. Anche dai non addetti ai lavori. In un punto di raccordo del collettore con il tubo che porta al depuratore, protetto da alcuni muri di cemento, la “deviazione” è facilmente visibile dall’alto. L’acqua non va avanti, non viene interamente captata dal tubo che porta al depuratore. E questo non è ancora molto chiaro. Forse per uno schiacciamento della condotta, forse per una pendenza che non favorisce l’immissione dei liquidi verso il depuratore. Fatto sta che in gran parte le acque sporche si immettono sulla destra, con un flusso continuo che con un calcolo al ribasso non è inferiore ai 4 litri al secondo. Facile calcolare la quantità di acqua che ogni giorno si immette nell’alveo del Nocciara. Abbiamo seguito a piedi il tratto che le acque sporche percorrono, dopo aver lasciato il collettore, tra i campi, fino al punto di confluenza con il fiume. E questo spiegherebbe perché a valle del depuratore l’acqua si presenta in diversi punti piena di chiazze di schiuma, maleodorante e dal colore poco limpido. Il depuratore funzionerebbe bene, ma non capterebbe una parte delle acque per via di un’anomalia presente sul sistema dei collettori. Abbiamo contattato un tecnico della società Acquaenna, la quale solo da pochi giorni ha ricevuto in consegna il depuratore dal Comune, per ottenere spiegazioni. La situazione non sembrerebbe essere conosciuta, ma in ogni caso non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali. L’ufficio tecnico comunale ha confermato l’esistenza del problema, ma non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali. Giornale di Sicilia - Edizione del 9 luglio

Dai rovi al museo

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Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

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Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

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In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

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Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

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Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo