ANIMALI, ANCORA EMERGENZA AVVELENAMENTI IN SICILIA: STRAGE
DI CANI A PIAZZA ARMERINA (ENNA)
LA LAV: L’AVVELENAMENTO DI ANIMALI RANDAGI E’ ORMAI UN’EMERGENZA CHE LE ISTITUZIONI LOCALI NON POSSONO PIU’ IGNORARE
A poche settimane dai gravi casi di avvelenamento di cani a Lampedusa (AG) e Piedimonte Etneo (CT), ecco un altro caso di moria di randagi a causa dello spargimento di veleno: pochi giorni fa a Piazza Armerina (EN) quattro cani randagi sono stati avvelenati presso i capannoni dell’area ex SIACE, in contrada Bellia, mentre altri 7 sono stati prontamente allontanati dal luogo dell’avvelenamento scampando così alla tragica sorte dei loro compagni. Anche in questo caso si trattava di cani amorevolmente accuditi da alcuni cittadini. L’uccisione di animali tramite spargimento di veleno è una pratica diffusa in Sicilia, sia nei piccoli centri che nelle grandi città ed ormai è diventata un’emergenza che le istituzioni non possono più ignorare.
La LAV ha scritto al neo Sindaco Carmelo Nigrelli e per conoscenza alle Forze dell’Ordine presenti sul territorio di Piazza Armerina per chiedere provvedimenti urgenti che mettano in sicurezza gli animali, ma anche gli stessi cittadini, tanto più che nei pressi del luogo ove è avvenuto lo spargimento di veleno sarà allestito un campo scout. La LAV ricorda che i casi di avvelenamento di randagi non sono solo un esempio di intolleranza e maltrattamento, perseguibile per legge, nei confronti di animali inermi, ma costituiscono anche un serio problema di sicurezza pubblica poiché il veleno distribuito non causa solo la morte di cani e gatti ma mette in pericolo la stessa incolumità dei cittadini.
“Questo ennesimo grave caso di avvelenamento di cani randagi dimostra come ormai la pratica di spargere veleno nella pubblica via sia un’emergenza che le Istituzioni non possono più ignorare – dichiara Marcella Porpora, Coordinatrice regionale LAV Sicilia -. Le Autorità locali devono mettere in atto quegli interventi urgenti, come la mappatura e la bonifica del territorio colpito dai veleni, per mettere in sicurezza animali e persone. Infatti le esche avvelenate non solo danneggiano seriamente l’ecosistema poiché colpiscono indistintamente numerosi animali appartenenti a varie specie ma costituiscono un rischio anche per l’uomo, ed in particolare per i bambini, che possono involontariamente venire a contatto con il veleno, anche tramite il semplice gesto di portarsi le mani in bocca dopo aver toccato le esche.”.
Considerato il ripetersi degli episodi di avvelenamento e le gravi conseguenze che possono derivarne, la LAV chiede dunque interventi urgenti per fermare le stragi di animali e garantire la salute pubblica e la difesa dell’ambiente e invita cittadini e turisti a denunciare alle autorità competenti i casi di avvelenamento. “Rivolgiamo un appello a tutti i cittadini a collaborare per scongiurare altri episodi di maltrattamento ed uccisione di animali – dichiara Lorena Sauli, responsabile LAV Enna –. Chiunque avesse notizie riguardanti questo o altri casi di avvelenamento può contattare la locale sezione della LAV al numero 329 0663023. Ci auguriamo inoltre che il nuovo Sindaco attivi al più presto una seria politica di prevenzione del randagismo avviando le sterilizzazioni, l’anagrafe canina, l’istituzione del cane di quartiere e, tramite apposite campagne informative, sensibilizzando la cittadinanza al rispetto di tutti gli esseri viventi.”
La LAV ricorda come recentemente la Legge Finanziaria 2008, Art. 2, comma 370 (Legge 24 dicembre 2007, n.244) ha accolto importanti novità in materia di randagismo, da tempo sollecitate dalla LAV. In particolare, ha sottolineato come “I comuni, singoli o associati, e le comunità montane provvedono prioritariamente ad attuare piani di controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione. A tali piani è destinata una quota non inferiore al 60 per cento delle risorse di cui all'articolo 3, comma 6. I comuni provvedono, altresì, al risanamento dei canili comunali esistenti e costruiscono rifugi per i cani, nel rispetto dei criteri stabiliti con legge regionale e avvalendosi delle risorse di cui all'articolo 3, comma 6”.
Palermo-Enna, 03.07.2008
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