giovedì 31 luglio 2008

Per quest'anno non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare. Uno sguardo a ieri per capire l'oggi e immaginare il futuro. Rinfreschiamoci la memoria.

PIAZZA ARMERINA. Sono stati circa 30 i cambi di sigla politica fatti registrare dai 20 consiglieri comunali nei 48 mesi di legislatura appena trascorsa, dal 2004 al 2008, comprese le novità in vista della nuova tornata elettorale. Vediamo cosa è successo in un recente passato, sempre con un orecchio teso a quello che già potrebbe succedere a partire dalla prossima seduta del consiglio comunale dell’1 agosto, quando non è escluso possano esserci già altre prime novità. Intanto guardiamo a ieri per capire l’oggi. Benito Anzaldi, eletto con i Liberal Sgarbi nel 2004, ha prima aderito ad Autonomia Democratica, con una breve esperienza nell’Udc. Alle ultime elezioni comunali si è candidato con il Popolo delle Libertà. Salvatore Manuella, anche lui ex Liberal nel 2004, è transitato nell’Udc, per poi finire in casa Mpa. Anche lui ci ha riprovato il 15 e 16 giugno scorso. Il consigliere Vittorio Lo Verme, eletto nei Liberi per Piazza Armerina nel 2004, prima è rimasto molto vicino all’Mpa, quindi è tornato nei Liberi per Piazza Armerina, il 15 e 16 giugno si è candidato con l’Udc. Lo Verme è diventato consigliere in seguito alla nomina del consigliere Carmelo Gagliano, anche lui ex Liberi per Piazza Armerina, ad assessore comunale alle Politiche sociali durante il governo Prestifilippo. Gagliano si è presentato alle comunali 2008 come candidato del Popolo delle Libertà. Il consigliere Antonino Cammarata prima è passato da Alleanza Nazionale ad Alleanza Siciliana, quindi a La Destra Alleanza Siciliana, con la cui lista ha tentato il salto al consiglio provinciale. Strade diverse anche per Giovanni Scollo e Michelangelo Trebastoni, due ex Udc. Scollo è prima passato all’Mpa, poi ne è uscito, avvicinandosi al Pdl. Ma non si è ripresentato alle comunali. Il secondo è passato prima alla Margherita, poi al gruppo misto, quindi all’Mpa, con il quale si è ripresentato per un posto in aula all’ultima competizione elettorale. Dimezzato il partito dello Sdi. Uno dei due consiglieri del 2004, Luisa Lantieri, ha prima formato il gruppo di Autonomia Democratica, passando poi nell’Udc. Si è candidata al consiglio provinciale, riuscendo ad ottenere l’elezione e diventando, adesso, vice presidente della Provincia di Enna. Percorso simile quello del consigliere Vincenzo Filetti, ex Forza Italia, nel 2004 esponente dell’Udeur, poi il passaggio ad Autonomia Democratica e poi all’Udc, con il quale si è presentato alle elezioni. Per Elisabetta Volturo, eletta nel 2004 nella Lista Tumino, passaggio all’Mpa, con il quale si è candidata a metà giugno. Per Basilio Fioriglio, eletto con la Margherita, momento di riflessione nel gruppo misto, passaggio all’Mpa e candidatura al consiglio comunale. Alla prima seduta del 2008, quella dello scorso 18 luglio, si è dichiarato indipendente, ma senza lasciare l’Mpa. Rosario Paternicò, uscito dall’Udeur, prima è rimasto indipendente, si è candidato al consiglio con il Popolo delle Libertà. L’attuale presidente dell’aula, Filippo Miroddi, Sdi, eletto nel 2004 nella coalizione di centrosinistra, si è candidato con la lista civica “Rinascita Armerina”, apparentata ad una coalizione di centrodestra . Teodoro Ribilotta e Giuseppe Venezia, uomini del Pd, eletti nel 2004 nelle fila dei Ds, si sono presentati con una propria lista, “Cittadini per la città”, apparentata al Pd, mentre Giuseppe Capizzi si è ricandidato con il Pd, così come Renato Incardona, ex Margherita. Non si è ricandidata, invece, Lina Grillo, Pd. Candidatura con l’Udc, infine, per il consigliere Calogero Cursale, eletto nel 2004 con la lista Vis Civis, mentre Giuseppe Falcone, ex Forza Italia, si è presentato alle comunali 2008 con la lista Mattia Sindaco. Per Lillo Cimino, infine, Lista Tumino nel 2004, candidatura con Piazza Democratica. http://robertpalermo.blogspot.com

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo