lunedì 26 ottobre 2009

"Siate la valanga che sale" di Santo Pecoraro

C’era una volta una cittadina al centro della Sicilia punto di riferimento per i paesi vicini; innanzitutto per l’alta e ampia offerta formativa delle sue Scuole famose in tutta la Sicilia e note persino presso le industrie italiane, le quali cercavano i nostri periti industriali come oggi si cercano i laureati d’eccellenza: era chiamata città degli studi.
Prima che certi poteri di beceri politici la derubassero, Piazza Armerina aveva una stazione ferroviaria che invece di essere potenziata fu smantellata; in cambio? Una specie di superveloce con curve della morte annesse e connesse!!!
Aveva Uffici finanziari, Uffici Giudiziari, aveva un efficiente Ospedale, punto di riferimento per tutto il territorio della Provincia e oltre, e di cui oggi invece si parla per il pericolo di smantellamento, sic et simpliciter.
Rispetto alle comunità viciniori Piazza brillava per l’ordine e la pulizia delle sue strade, per la vitalità del suo centro, per il rispetto che i cittadini avevano per il proprio paese. Poi il declino! Declino urbanistico con la nascita di periferie confuse e pochi spazi pubblici organizzati; il declino e l’abbandono degli arredi urbani e degli spazi collettivi è sotto gli occhi di tutti.
L’atto simbolico più devastante resta comunque, a mio avviso, lo scempio attuato con la sostituzione della magica pietra che pavimentava la Piazza del Duomo con l’ignobile mattoncino di porfido:l’ignoranza ed il soldo ne furono i mandanti occulti !
Il silenzio o il mancato sostegno, a coloro che invece denunciavano i vari passaggi di queste subdole rapine perpetrate a danno della città, hanno dato il colpo di grazia a Piazza Armerina.
Un’aberrante e trasversale concezione politica cefalo-centrica, da parte di alcuni politici, ha assestato negli anni durissimi colpi alla zona sud del territorio con l’aiuto di politici locali che, nei decenni, hanno svenduto i sogni della città per piccoli spazi di potere personale; e qui non parlo dell’ avere o non avere il deputato o il senatore, ma di averli misurati, dovunque siano nati, con “ chiacchiri e e tabaccheri di lignu”, e non con il metro concreto delle risorse portate ai Cittadini Piazzesi in termini di servizi essenziali, di progetti finanziati e realizzati per lo sviluppo delle economie e dell’occupazione. E’ l’ora di stabilire che Piazza Armerina deve diventare una volta per tutte la sede provinciale del turismo del centro Sicilia, salvo che taluni abbiano in mente di spostare anche i mosaici della Villa Romana del Casale (…è ovviamente una battuta!).
Va pure detto che la tracotanza costante nel tempo di certi politicanti piazzesi nel rapportarsi con i paesi vicini ha contribuito all’isolamento politico e strategico, all’interno delle istanze territoriali d’interesse intercomunale, della cittadina normanna.
Una piccola Provincia come quella di Enna avrebbe dovuto già da subito pensare ad un sistema di potere e di palazzi del potere diffuso in tutto il territorio, così come intelligentemente hanno fatto in tante altre province italiane, ma la colpa non è solo di chi negli anni ha provveduto a concentrare poteri in un solo luogo e su pochi uomini, questa responsabilità è anche di coloro che come cavalieri serventi hanno consentito tutto questo in cambio di briciole di potere cadenti dal tavolo del baronetto politico di turno.
E oggi come va? L’andazzo predatorio di certa politica è cambiato?
Quale strada prenderà l’Ospedale di Piazza Armerina, quella seguita dalla via ferrata piazzese …ovvero, verrà smantellato?
OGGI dove è andata a finire la scuola per infermieri?
OGGI dove è andata a finire l’Università? Ci sarà, non ci sarà, c’è stata?
Mi sembra come il gioco delle tre carte: “Qui non c’è, qui c’è , qui non c’è…dov’è?” …e distratti dai manipolatori la città perde sempre…! (Sic!)
Alla politica di certi servi dico che le questioni di Piazza Armerina io e molti cittadini, stufi di certi chiacchieroni di cose politiche, le vediamo in termini diversi e quasi su tutto. Basta!! Non più una politica di difesa di quello che resta o d’arretramento, vogliamo una Politica Maiuscola che vuole restituito il maltolto, il prestigio della Città dei Mosaici.
L’Ospedale Chiello? Lo storico nosocomio armerino per me non va salvato, ma POTENZIATO all’interno di una spedalità diffusa nel territorio, che viaggino i medici e non gli ammalati….!
L’Università? Più Facoltà a Piazza Armerina che deve tornare ad essere Città degli studi..! Basta con le briciole lasciate sul tavolo dai potentati politici di tutti i colori: la Città dei Mosaici merita di più!!
L’appello che noi cittadini-elettori lanciamo ai politici di oggi è quello con il quale il Gen. Cascino sul Monte Santo incitò i suoi valorosi soldati: “ Siate la valanga che sale!”

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo