giovedì 22 ottobre 2009

Piazza Armerina. Villa Romana del Casale. L'assessore regionale ai Beni culturali, Nicola Leanza: "Siamo in alto mare"

“Va bene parlare di chiusura della Villa Romana del Casale per le esigenze del cantiere, ma solo dopo un tavolo tecnico operativo da cui esca una scadenza dei lavori assolutamente certa e finisca questa telenovela”. L’assessore regionale ai Beni culturali, Nicola Leanza, dopo la nuova richiesta di chiusura del sito archeologico, stizzito per i vecchi e nuovi ritardi del cantiere, ha deciso di convocare per la prossima settimana un incontro urgente con tutte le parti coinvolte nella gestione dell’area archeologica e nell’esecuzione dei lavori. “Ormai è diventata una telenovela incredibile, era un lavoro che doveva finire entro il 31 dicembre del 2008, un impegno che si erano assunti tutti”, dice. In una nota di qualche giorno fa l’architetto Guido Meli, progettista e direttore dei lavori da 18 milioni di euro in corso all’interno del sito archeologico, ha chiesto all’amministrazione regionale quattro mesi di chiusura della Villa, dal 2 novembre al 28 febbraio, per ragioni di sicurezza legate al grosso dei lavori di sostituzione di passerelle e coperture. “Siamo alla fine del 2009 e siamo ancora in alto mare, addirittura si parla di un altro anno di lavoro, se qui non si fa subito un incontro operativo vero non ne usciamo più”, aggiunge Leanza, secondo il quale è giunto il momento “che ognuno, mettendo nero su bianco, si assuma delle responsabilità ben precise”. L’assessore vuole sentire tutti. “Solo dopo il tavolo tecnico deciderò cosa fare, certo lavorare con una gru che cammina sulla testa delle persone ovviamente non ha aiutato e non aiuta, e poi oggi come oggi in materia di sicurezza nessuno si assume rischi”, spiega. La gru si trova all’interno del “peristilio”, il cuore della Villa, ed il suo braccio dovrà trasportare materiali da una parte all’altra del cantiere. Le passerelle vecchie, poi, dovranno essere smontate. Interventi ritenuti da Meli e dalla ditta che esegue i lavori incompatibili con la fruizione del sito da parte dei turisti. “Chiederò tempi assolutamente certi, non si può andare avanti così, stiamo parlando del secondo sito più visitato dell’isola, e se necessario tutti devono fare un passo indietro, dalla Regione ai commercianti”, aggiunge. In pratica se la chiusura è proprio necessaria ci sarà e l’assessore Leanza con molta probabilità la concederà, ma sul rispetto dei tempi non saranno concessi altri slittamenti. (Giornale di Sicilia - Edizione del 21 ottobre)

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

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In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

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Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo