La tassa di soggiorno compare per qualche ora nel dibattito politico e ne esce di nuovo con le ossa rotte. Non si riesce a capire per quale motivo il tributo sia stato inserito all'ordine del giorno del consiglio comunale di lunedì sera, su richiesta di Sala delle Luci, per essere poi stato ritirato, senza alcuna discussione, dalla stessa amministrazione comunale. Per la seconda volta in sei mesi il regolamento viene rimesso in soffitta. La prima volta era stato bocciato dalla commissione Bilancio, presieduta dal consigliere di maggioranza Andrea Velardita che aveva votato con l'opposizione in quell'occasione. Uno stop alla tassa di soggiorno che continua ad arrivare sempre dall’interno della stessa maggioranza consiliare che sostiene l’amministrazione comunale. Il gruppo consiliare dell’Udc chiede a Sala delle Luci di procedere con i piedi di piombo sulla previsione della nuova imposta, proposta dall’assessore al Bilancio Alessia Di Giorgio. Il capogruppo dell’Udc, Andrea Velardita, predica prudenza: “Si tratta di un tema delicato, si rischia un effetto boomerang sul turismo, occorre valutare...
con calma, per questo è meglio esaminare con molta cautela il provvedimento”. Il gettito previsto da una stima degli uffici comunali dovrebbe essere nell’ordine di 50/60 mila euro l’anno. Una cifra piuttosto bassa, da investire in toto, però, in politiche per il turismo. “Questa imposta permetterà al nostro comune di migliorare l’offerta turistica e culturale, dagli introiti ricavati, infatti, senza appesantire minimamente le tasche dei nostri concittadini, riusciremo a dar vita a un programma serio ma soprattutto concretizzabile sul turismo, migliorando l'immagine della nostra città”, spiega da parte sua l’assessore al Bilancio Di Giorgio. “Le somme derivate da questa tassa, infatti, sono vincolate ad essere spese per il settore turistico”, aggiunge l’amministratore, che già diversi mesi fa aveva tentato di portare in consiglio il relativo regolamento, incontrando, però, un generale clima freddo sulla nuova imposta. L’assessorato ha già ascoltato alcune organizzazioni rappresentative delle strutture ricettive. Ma il tema della tassa di soggiorno si lega in modo evidente da una parte con quello del biglietto unico alla Villa Romana, considerato troppo esoso e vessatorio per i turisti, dall’altro con il numero annuale delle presenze in città, calato dalle circa 40 mila del 2011 alle 33 mila del 2013. Si va verso un rinvio del punto a dopo l’approvazione del Bilancio di Previsione.
Previsti due euro al giorno a persona per i pernottamenti in strutture ricettive a 1, 2 e 3 stelle, tre euro al giorno per le strutture alberghiere e extralberghiere a 3 e 5 stelle. Dopo gli aumenti dei tributi locali e i nuovi rincari sui servizi di Polizia municipale e su quelli dell’ufficio Tecnico, e con i dati della Villa Romana del Casale in calo, da molti viene considerato inopportuno introdurre un balzello per turisti e clienti delle strutture ricettive in un periodo di forte crisi economica. Oltretutto sono di appena qualche giorno fa le nuove polemiche sul costo del biglietto unico del sito Unesco a 14 euro, considerato da tutti troppo caro e ritenuto da molti come la principale causa dei flussi in diminuzione verso i mosaici e verso il centro storico. Nel 2013 gli arrivi nelle strutture ricettive si sono attestati a 21.895, con un decremento del -3,81 per cento rispetto all’anno precedente, mentre le presenze sono state 33.600, -13,81 per cento rispetto al 2012. Il calo si era già manifestato tra il 2011 e il 2012. Nel 2011 gli arrivi erano stati 23.128, mentre le presenze 40.023; nel 2012 il primo dato era sceso a 22.763, mentre il secondo a 39.029. In questo momento l'imposta sono in pochi a digerirla. L'amministrazione comunale lunedì pomeriggio ha chiesto il ritiro del punto. "Delibera parecchio vecchia ma sono convinto che un approfondimento è sempre meglio rispetto ad una superficiale valutazione, ritiriamo il punto e lo diamo alla commissione", ha detto il sindaco Filippo Miroddi. Soltanto che la commissione Bilancio ha già esaminato il regolamento, bocciandolo. Ed il testo arrivato in aula lunedì sera è lo stesso di quello già esaminato dal presidente Velardita e dai componenti della sua commissione. Non ci sono elementi di novità. E allora per quale motivo far scattare un nuovo esame in commissione, con tanto di gettoni di presenza di cinque consiglieri se un primo esame sullo stesso testo è già avvenuto. Non è che forse il regolamento è semplicemente finito in aula per errore, come un allegato al bilancio che in realtà non era necessario portare tra i banchi di via Cavour?
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