venerdì 12 giugno 2009

Accordo Diocesi-Comune per garantire apertura chiese?

“Il tempo delle discussioni si è esaurito, bisogna che le istituzioni si presentino a un tavolo decisionale per permettere l’apertura delle più importanti chiese, almeno nel periodo aprile-ottobre, consentendone la visita ai turisti”. Con queste parole il responsabile comunale del settore Promozione turistica, Francesco Galati, ha scritto al vescovo Michele Pennisi, all’indomani di un nuovo caso di “città d’arte chiusa a chiave”. Quello di una scolaresca giunta nel centro storico per visitare la cattedrale e trovatasi di fronte al portone chiuso per circa un’ora, tanto da dover rinunciare alla fruizione della chiesa più importante della diocesi. “Il giorno dopo questi uffici hanno avuto contezza che la scolaresca proveniva da Palermo e attraverso telefonate hanno mostrato la loro profonda delusione e il loro disappunto, significando molto probabilmente che non sarebbero più tornati a visitare la nostra città”, scrive Galati, secondo il quale “occorre dire basta” ad episodi simili. Il dirigente comunale lancia a monsignor Pennisi una proposta. “Una convenzione stipulata tra le parti per garantire l’apertura dei principali siti, la quale, oltretutto, permetterebbe a tanti giovani di poter espletare in modo stagionale un’attività lavorativa con una ricaduta d’immagine e d economica per tutta la città”. La Diocesi, attraverso ad esempio alcune proprie associazioni di riferimento, garantirebbe mattina e pomeriggio, per almeno sei mesi, l’apertura delle più importanti chiese della città dei mosaici, mentre le casse comunali si impegnerebbero a tirare fuori un sostanzioso contributo annuale a favore dell’iniziativa. Consentendo di fatto anche la creazione di alcuni posti di lavoro stagionali. Non senza escludere la possibilità anche di introdurre dei tickets simbolici e molto modici da far pagare ai turisti. Non è la prima volta che gruppi turistici si trovano costretti a non poter visitare la cattedrale. Il settore Promozione turistica, tra l’altro, conferma come episodi simili a quelli capitati alla scolaresca di Palermo “si ripetono frequentemente, viste le continue lamentele e rimostranze che giungono a questi uffici”. Anche le guide turistiche hanno affermato di essersi trovate più di una volta in difficoltà ed imbarazzo proprio per la mancata apertura si alcuni siti culturali del centro storico. “Il fatto grave è che i piccoli studenti della scolaresca serberanno un momento di anticultura e sfiducia nei confronti di chi ha l’obbligo morale di far conoscere loro ciò che artisti di grande valore hanno realizzato per i posteri”, aggiunge il settore Promozione turistica. Nei giorni scorsi l’ufficio si era messo in contatto con padre Giuseppe Paci, responsabile del settore Beni culturali della Curia piazzese, proprio per metterlo a corrente dell’episodio e della proposta da inviare a monsignor Pennisi. Tra l’altro proprio don Paci era stato raggiunto dalla telefonata di una guida turistica che gli aveva manifestato tutto il proprio disagio per la cattedrale trovata chiusa all’arrivo della scolaresca. La nota del dirigente comunale Galati è stata inviata per conoscenza, oltre che al sindaco Carmelo Nigrelli, anche al presidente della commissione consiliare Beni culturali, Riccardo Calamaio, il quale porterà la vicenda in discussione in seno all’organo consultivo consiliare. La commissione potrebbe votare una proposta da presentare in consiglio comunale, con la quale invitare il sindaco Carmelo Nigrelli, il vescovo Michele Pennisi ed alcune associazioni di volontariato a sedersi attorno ad un tavolo per definire un percorso comune di messa in rete dei beni culturali ed ecclesiastici locali. Insomma per fare entrare finalmente i gruppi turistici nelle chiese più importanti della città ed evitare ulteriori danni d’immagine.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo