lunedì 29 giugno 2009
Randagismo. Mattia: "Se qualcuno resta ferito il responsabile sarà il sindaco". Nigrelli: "Facile fare demagogia"
Si moltiplicano i casi di branchi di randagi che manifestano segnali di nervosismo nei confronti di pedoni e cittadini impegnati nelle ordinarie attività quotidiane. E sono ormai centinaia i quattro zampe senza fissa dimora in giro per la città, soprattutto nelle periferie. E con la situazione di stallo in atto, con le sterilizzazioni che non partono e le operazioni di accalappiamento che possono essere attivate solo in sporadici casi, monta anche la polemica politica. “Se qualcuno dovesse rimanere ferito o malato a causa del contatto ravvicinato con un randagio, o peggio lasciarci la pelle, come capitato in altre parti della Sicilia, riterrò direttamente responsabile il sindaco Carmelo Nigrelli e la sua giunta e procederò a denunciarli”, spiega Giuseppe Mattia, segretario dell’Mpa, il quale chiede un intervento immediato. “I branchi di randagi sono dappertutto, spetta all’amministrazione fare qualcosa fin da subito, venga emessa un’ordinanza d’emergenza per far partire un gran numero di accalappiamenti, non mi si può dire che è un problema di soldi”, aggiunge, ricordando come “latrati, sporcizia con la spazzatura trasportata per le strade dagli animali, maggiore diffusione di zecche ed altri parassiti, creano una situazione insopportabile rispetto alla quale bisogna fare in fretta”. “Fare demagogia non costa nulla”, replica il sindaco Carmelo Nigrelli. “I cani tecnicamente si possono accalappiare uno per volta, accalappiamenti di massa non si possono fare, non è un problema che si risolve dall’oggi al domani”, replica il sindaco Nigrelli, il quale sottolinea come “si sta lavorando a far partire le sterilizzazioni per eliminare il fenomeno nel tempo”. “Il problema c’è, e pur senza volerlo minimizzare, devo dire che i fatti successi nel ragusano hanno creato un clima di maggior paura tra la gente”, aggiunge, spiegando come “la Regione Siciliana non può scaricare sugli enti locali un problema di carattere regionale”. Ma nella città dei mosaici il fenomeno appare da troppo tempo incontrollato. Qualche settimana fa si era anche registrato il caso, confermato dal pronto soccorso dell’ospedale Chiello, di un uomo morso ad una gamba da un randagio in pieno centro abitato, per fortuna in modo lieve, mentre i casi di randagi femmine in attesa di nuove cucciolate sono all’ordine del giorno. Giornale di Sicilia - Edizione del 25 giugno