martedì 16 giugno 2009

"Il fantasma dell'atrio Fundrò"

di Filippo Andrea Di Giorgio

Ad un anno di distanza dalla elezione di Nigrelli, al termine della campagna elettorale più falsata e velenosa di sempre, credo che sia operazione indispensabile al pubblico dibattito la definizione chiara ed organica delle modalità di azione amministrativa dell’attuale Giunta in carica.
Premetto subito che faccio questo genere di riflessioni non per il puro gusto della polemica, come qualche avventato avversario sarà portato a pensare, ma conservando la sottile speranza che i restanti tre anni e mezzo di governo segnino un’inversione di rotta di questo trend decisamente negativo, e magari il recupero di strumenti di amministrazione diretta più efficaci e più corretti.
Sono tuttavia molto pessimista sul fatto che un cambiamento del genere possa avvenire, proprio alla luce della oggettiva considerazione della figura dell’attuale Sindaco, il cui ruolo finora è stato la chiara e disarmante espressione di una profondissima debolezza umana e politica.
Credo, infatti, che non sia sfuggito a nessuno che in questo primo anno di mandato la funzione di Nigrelli è stata semplicemente quella di ratificare decisioni già prese da altri, svolgendo un’attività di controllo quasi notarile rispetto alla altrui manifestazione di volontà.
In realtà, come è noto a tutti coloro che correttamente hanno inquadrato la dinamica dei rapporti fra le parti, le decisioni di Nigrelli sono la risultante delle determinazioni assunte da altri tre operatori politici, che coesistono senza grossi attriti semplicemente perché agiscono in ambiti amministrativi differenti. Questi tre soggetti sono, come è ormai assodato, l’Assessore Ribilotta, l’Assessore Grillo e, non vi sembri esagerato, una dipendente comunale non molto nota al grande pubblico. Gli altri Assessori hanno una inesistente o scarsa incidenza sulle dinamiche delle scelte pubbliche, e perciò non li nomineremo neppure.
Il primo di questi tre soggetti è naturalmente l’Assessore Teodoro Ribilotta (che d’ora in poi ribattezziamo l’ammazzacommercio), il referente Crisafulliano più forte all’interno della Giunta, che sta gestendo la propria delega con tanti onesti propositi e con altrettanti risultati fallimentari.
Il buon Teodoro, malgrado l’insuccesso della lista “Cittadini per la città” e malgrado l’insuccesso personale (appena 120 preferenze, pochissime per un uomo con il suo passato e con diversi incarichi alle spalle), grazie alla sua straordinaria astuzia politica, è riuscito nella incredibile impresa di farsi nominare Vicesindaco e di ritagliarsi una nicchia di controllo assoluto per tutte le attività inerenti la sua delega.
Nel ratificare le decisioni dell’ammazzacommercio in questo delicato Settore, Nigrelli probabilmente non si è nemmeno reso conto degli ingenti danni economici provocati agli operatori commerciali ed alla stessa città, oltre che della continua mortificazione di tutti i sindacati del settore, esclusi dalla concertazione ed umiliati da scelte terrificanti.
Di questi insuccessi amministrativi si sono rivelate emblematiche le vicende legate alla recente istituzione della fiera dell’Artigianato in Piazza Generale Cascino, con scarse o nulle ricadute sull’economia e locale, e, di contro, pesanti ripercussioni sulla viabilità e sulla fruibilità delle arterie principali della città; la concessione, nel mese passato, dell’occupazione del suolo pubblico alle giostre malgrado la mancata richiesta del parere alla commissione provinciale, con ingenti danni agli operatori del Settore; la tassazione esorbitante degli operatori e dei visitatori della Fiera del bestiame di Piazza, ecc..
Accanto all’Assessore ammazzacommercio, esiste tuttavia un’altra figura di completamento e di garanzia di equilibri che è rappresentata dall’Assessore Lina Grillo, un politico sicuramente di maggior spessore che si propone e si impone con autorità all’interno della compagne amministrativa.
Questo Assessore, che ricordiamo è il naturale garante del gruppo politico che faceva parte della defunta margherita (i cui petali si sono persi in mille propaggini), ha probabilmente nei rapporti di forza con il Sindaco il ruolo più importante, anche perché cura gli incerti legami con l’autorità ecclesiale tanto indigesta all’attuale primo cittadino (come dimenticare il post-it al vetriolo di Nigrelli dal titolo “Eguaglianza e solidarietà: quando la Chiesta si occupa d’altro”?).
In cambio, riceve un appoggio incondizionato alle sue politiche di mantenimento dei consensi, come prova l’aumento in bilancio delle poste destinate alla solidarietà sociale, fatto che ci farebbe enorme piacere, se non fosse che gli scopi di quelle somme sono non del tutto riconducibili al fine primario di assicurare agli indigenti una esistenza libera e decorosa.
In realtà, il feroce presenzialismo dell’Assessore Grillo nelle attività compiute dal suo assessorato è la prova del subliminale messaggio di condizionamento politico-elettorale che nei prossimi anni sarà perseguito a dispetto della manzoniana concezione della solidarietà, secondo cui le attività benefiche andavano compiute senza ostentare apertamente ogni forma di carità e di misericordia.
Completa questo trio delle meraviglie una dipendente comunale che, malgrado il ruolo ricoperto e la scarsa visibilità, è parte fondamentale di questo equilibrio politico-amministrativo.
Questa dipendente (che nella vita di tutti i giorni ha delle movenze che la fanno assomigliare a Greta Garbo, e che perciò d’ora in poi chiameremo la DIVINA) è l’esempio più aberrante di come il vuoto di contenuti della politica possa essere riempito da altre categorie di operatori.
Sono sue tutte le scelte in materia di personale ratificate da Nigrelli al termine di un percorso politico non privo di atti abnormi giuridicamente e riprovevoli moralmente. Si pensi al concorso di ragioniere capo, alla istituzione di due nuove ed inutili posizioni organizzative (una delle quali assegnata proprio alla DIVINA), alla vicenda dei ritardi nelle progressioni orizzontali, e così via. Ci sarà pure motivo se nove dipendenti comunali su dieci sono apertamente contro di lei!
La DIVINA è parte di questo equilibrio politico non solo perché si propone e suggerisce le scelte da compiere, ma perché gestisce con logica ferrea anche la stessa rete delle relazioni sindacali, per il tramite dei suoi delfini e con una serie di ripugnanti accordi sotterranei con alcune sigle presenti nella locale delegazione trattante.
La DIVINA, tuttavia, anche negli anni futuri, assolverà un ruolo che và aldilà della sua stessa funzione politica nell’ente, divenendo agli occhi dell’opinione pubblica una cartina tornasole dell’indice di capacità amministrativa dei Sindaci che saranno eletti.
In altri termini, diciamo fin da ora che riconosceremo un Sindaco capace solo in colui che avrà il coraggio di defenestrarla da tutte le decisioni che riguardano il delicato settore delle politiche del personale. Fino a quel momento, se mai arriverà (e ne dubitiamo profondamente), la città saprà di avere come Sindaci dei fantasmi, proprio come quello attuale. Un Sindaco assente, il cui concetto di assenza si sostanzia però nel vuoto della sua presenza politica, e non solo della sua latitanza fisica. Un Sindaco di cui finora conserviamo unicamente il ricordo dei roboanti e fallaci slogan da campagna elettorale. Come quando promise al termine del quinquennio 150 posti di lavoro nell’area artigianale, una viabilità migliore, un’amministrazione più efficiente, ecc.
Staremo a vedere.
Siccome però siamo stati tante volte buoni profeti, viste le deludenti premesse, al termine di questo mandato sarà già tanto se il Comune non sarà sull’orlo del baratro, a meno di imprese eccezionali da realizzare in corso di mandato. Di miracoli compiuti da Nigrelli parlava con molta enfasi il suo portavoce Agostino Sella, secondo cui a questa figura gli unici eventi prodigiosi non riusciti sarebbero stati unicamente la guarigione dei sordi e dei ciechi, mentre gli altri li avrebbe realizzati tutti, trattandosi (come egli lo definì), di un vero “fuoriclasse”.
A noi in effetti fin dalle prime ore della sua attività amministrativa Nigrelli è sembrato un fuoriclasse, nello stesso senso in cui lo era Zavarov prima di arrivare alla Juventus.
Buon anniversario, Nigrelli.

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