venerdì 12 dicembre 2008

Il verbale della seduta del 18 dicembre con gli interventi in aula sul caso Margiotta

Discussione di una domanda di autorizzazione ad eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Margiotta (Doc. IV, n. 3-A) (19,50).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame di una domanda di autorizzazionePag. 97a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Salvatore Margiotta (Doc. IV, n. 3-A).L'organizzazione dei tempi di esame è in distribuzione e sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
(Esame - Doc. IV, n. 3-A)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulla relazione della Giunta, che propone di negare l'autorizzazione.Ha facoltà parlare il relatore, presidente della Giunta per le autorizzazioni, onorevole Castagnetti.
PIERLUIGI CASTAGNETTI, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'inchiesta nell'ambito della quale la domanda è stata avanzata dal GIP di Potenza riguarda il settore dell'estrazione petrolifera in Basilicata. Stipulato un protocollo di intesa con la regione Basilicata e altre due compagnie petrolifere, la Total Italia, filiale italiana della francese Total SA, ha bandito (con avviso pubblicato sulla Gazzetta ufficiale) la gara d'appalto per la realizzazione di un centro di raccolta e stoccaggio di oli minerali, il centro oli «Tempa Rossa».Secondo l'autorità giudiziaria, i dirigenti della Total Italia avrebbero alterato illecitamente i risultati della gara in favore di un'associazione temporanea di imprese chiamata «Impresa Ferrara», facente capo a tale Francesco Rocco Ferrara. L'alterazione sarebbe avvenuta mediante lo scambio materiale delle buste con le varie offerte, in modo tale da far risultare quella dell'ATI Ferrara vincitrice in danno degli altri concorrenti. In pratica, l'amministratore di Total Italia, il signor Levha, avrebbe dato disposizioni ai suoi collaboratori di verificare in un luogo appartato, e in un momento anteriore alla loro formale legittima apertura, il contenuto delle buste dell'offerta.Secondo gli inquirenti - si arriva, così, agli aspetti di più stretta competenza della Camera - il Ferrara si avvaleva, nell'esercizio delle sue attività imprenditoriali, di contratti e frequentazioni anche con il deputato Margiotta. Questi avrebbe incontrato il Ferrara in un'occasione, il 16 dicembre 2007, intrattenendo con lui una conversazione in strada di poco meno di un quarto d'ora. Tale incontro sarebbe stato chiesto e concordato tra il Margiotta e il Ferrara attraverso Donato Antonio Bochicchio.Quest'ultimo risulterebbe aver parlato con Ferrara almeno due volte il 15 dicembre 2007, senza però mai fare esplicitamente il nome di Salvatore Margiotta, limitandosi a fare cenno a un comune amico che era a Roma. Altro elemento che la pubblica accusa adduce a carico di Margiotta è il riferimento a lui fatto in una conversazione del 21 dicembre 2007, intercettata tra il Ferrara e tale Elena Zippo, nel corso della quale il Ferrara non solo espone alla sua interlocutrice le modalità concrete dello svolgimento alterato della gara, ma le spiega anche che egli intende dare al Margiotta 200 mila euro. Per quanto riguarda le esigenze cautelari, il GIP di Potenza ritiene che il deputato Margiotta possa inquinare le prove. In particolare, il fatto che egli, secondo l'ipotesi accusatoria, sappia adoperare cautele e accortezze nell'uso del telefono e nell'organizzazione degli incontri sarebbe indice della capacità di alterazione del quadro probatorio (pagine 442 e 444 dello stampato). In definitiva, secondo l'autorità giudiziaria, questi elementi (definiti «triangolazioni telefoniche»), unitamente alle relazioni con amici e conoscenti, attesterebbero l'esistenza di un network che il Margiotta potrebbe usare per danneggiare la genuinità delle prove.Il deputato Margiotta è stato sentito dalla Giunta nella seduta del 17 dicembre 2008. Egli ha sostanzialmente respinto l'addebito per cui l'impresa Ferrara gli avrebbe promesso denaro e ha sottolineato come lo spazio per l'intervento che lui avrebbe dovuto esperire sui soggetti che governavano la procedura (soggetti che appartenevano alla società Total, non ad un ente pubblico) fosse di meno di un mese (16 dicembre 2007-14 gennaio 2008)Pag. 98e che in parte di quel tempo egli era in vacanza all'estero. Egli ha anche sottolineato che, a suo avviso, sarebbe incongruo disporre e chiedere l'esecuzione di una misura cautelare solo sulla base di elementi raccolti de relato. Il dibattito presso la Giunta è poi proseguito e si è concluso nella seduta del 18 dicembre 2008, questa mattina.L'oggetto della proposta della Giunta all'Assemblea concerne unicamente, come diversamente non potrebbe essere, la posizione del deputato Margiotta. Non si vuole qui disconoscere la gravità dei fatti imputati ad altri indagati né la meritoria attività delle forze dell'ordine e della magistratura nella repressione di episodi di preoccupante corruttela, avvenuti attorno alle attività estrattive in Basilicata, strategiche per lo sviluppo economico di tale regione e di tutto il Mezzogiorno.Circa il collega Margiotta, mi rimetto alla relazione scritta per maggiore completezza, senza omettere di rilevare che quasi tutti i componenti hanno osservato che gli elementi a suo carico sono assai flebili e contraddittori. Il principale elemento su cui si basa la domanda è costituito da una conversazione tra il Ferrara e una tale Elena Zippo, in cui l'imputato dice all'interlocutrice che avrebbe intenzione di dare al deputato Margiotta 200 mila euro. Non vi sono altri elementi circostanziati. Quanto al profilo delle esigenze cautelari, il prevalente avviso della Giunta è che la sola osservazione che Salvatore Margiotta abbia adottato delle cautele telefoniche e sia stato molto prudente nell'organizzazione dei contatti con il Ferrara medesimo non consente il radicarsi di una convinzione circa il pericolo effettivo che la mancata limitazione della sua libertà personale possa incidere negativamente sul quadro indiziario e probatorio. In definitiva e in conclusione, onorevoli colleghi, l'indagine a carico del deputato Salvatore Margiotta sembra allo stato in una fase del tutto congetturale e ipotetica.Occorre anche sottolineare con forza che la carenza degli indizi per le esigenze cautelari non rileva per attivare una forma di privilegio in favore di un parlamentare, ma per l'esigenza - questo è stato rilevato dalla Giunta stamattina - di affermare il principio che nessun cittadino - non parlo dei parlamentari - dovrebbe essere privato della libertà personale sulla base di elementi privi della consistenza necessaria (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Lega Nord Padania, Unione di Centro, Misto-Movimento per l'Autonomia, Misto-Minoranze linguistiche e Misto-Liberal Democratici-Repubblicani).Per questi motivi, con un solo voto contrario, la Giunta propone all'Assemblea di negare l'autorizzazione richiesta (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Lega Nord Padania, Unione di Centro, Misto-Movimento per l'Autonomia, Misto-Minoranze linguistiche, Misto-Liberal Democratici-Repubblicani).
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.
ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, come abbiamo sentito dal relatore, l'inchiesta della procura di Potenza non è affatto futile, ma è necessaria, ed è stata condotta - sono parole del relatore e della relazione approvata dalla Giunta - con una meritoria attività della magistratura e delle forze dell'ordine; questo è il dato di fatto.Stiamo parlando cioè di un fatto per cui sta indagando un'autorità giudiziaria a cui questa Assemblea, nel riconoscere e nell'approvare la relazione del relatore, riconosce meritoria attività e ringrazia anche per ciò che sta facendo. Ebbene, quella procura di Potenza sta indagando su un gravissimo giro corruttivo in danno delle popolazioni locali. Voglio ricordare che il petrolio della Basilicata è il petrolio di tutto il Meridione, e anche dell'intera Italia, e che attorno alla sua estrazione si sono verificate, e si stiano verificando,Pag. 99episodi di inqualificabile mercimonio di funzioni pubbliche e private. Questo credo debba destare la preoccupazione di tutti, sia di noi in questa sede, sia di tutti coloro che hanno a cuore la legalità.L'alterazione di cui stiamo parlando, ovvero la turbativa d'asta, per stessa ammissione del relatore e della relazione che ci accingiamo ad approvare, sarebbe avvenuta mediante lo scambio materiale delle buste con le varie offerte, in modo tale da far risultare quella della ATI di Ferrara vincitrice in danno di altri concorrenti; questo è il fatto.Rispetto a questi fatti, si tratta di vedere non quali elementi di prova ci sono a carico dell'uno, o dell'altro, perché questo spetta alla magistratura, non spetta a noi. Se dovessimo accettare questo principio, l'affermazione fatta poc'anzi - nessun cittadino deve essere privato della libertà personale -, un principio sacrosanto, noi, oggi, per questa ragione, staremmo praticando una disparità di trattamento. Quel cittadino che è in mezzo a noi, può e non deve essere privato della libertà personale. Per gli stessi fatti, altri cittadini, su questa stessa inchiesta, vengono privati della libertà personale da una magistratura che voi stessi avete detto che sta conducendo, in questa indagine, una meritoria attività di cui gli va dato atto.
ANTONINO LO PRESTI. Ma che stai dicendo?
ANTONIO DI PIETRO. Innanzitutto, vorrei ricordare che, al di là della prassi di comodo che questo Parlamento sta portando avanti da diversi anni, l'articolo 68, secondo comma, della Costituzione, riserva la possibilità di non concedere l'autorizzazione alla limitazione della libertà personale solo quando vi è un fumus persecutionis, un intento persecutorio che va accertato, va dichiarato, va provato.È difficile davvero individuare in questa relazione un'attività persecutoria della magistratura, se quella stessa magistratura viene chiamata, per questo stesso fatto, una magistratura che sta portando avanti una meritoria attività, essa e le forze dell'ordine.La verità è molto semplice, signori colleghi, ed è che questo Parlamento, con riferimento ad alcuni cittadini italiani, sta applicando un principio diverso, vale a dire: per i parlamentari le valutazioni sugli elementi di prova non le fa soltanto il giudice ma le fa il Parlamento.
GIUSEPPE CONSOLO. C'è la Costituzione!
ANTONIO DI PIETRO. Vorrei ricordare che esiste un sistema endoprocessuale per far valere le proprie ragioni (il tribunale del riesame, il ricorso per Cassazione e quant'altro) e che in quella sede noi ci auguriamo che le istanze del deputato Margiotta possano essere prese in considerazione in modo positivo. Noi non dubitiamo che egli saprà difendere sé e il suo onore nelle sedi debite e competenti. Non accettiamo la regola per cui una sede diversa, soltanto perché un cittadino è parlamentare, possa stabilire una giurisprudenza diversa.Non accettiamo il principio per cui gli elementi di prova, così come descritti nella relazione, possano essere e debbano essere valutati da questa Aula, perché questo non lo dice la Costituzione, perché la Costituzione invece dice che dobbiamo valutare soltanto gli elementi persecutori. Per questa ragione crediamo che in questo momento noi ci stiamo ponendo di fronte al Paese, ancora una volta, come una casta che vuole difendere se stessa (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).Noi non prendiamo a cuor leggero la decisione di votare per la concessione degli arresti domiciliari del collega. Sappiamo quali sono le prerogative del parlamentare, ma sappiamo che è ora di mettere un punto fermo a questo principio, a questa prassi, a questa brutta abitudine che questo Parlamento ha preso da molti anni, tanto è vero che, nonostante molte volte siano state avanzate richieste di misure cautelari, questo Parlamento, ad eccezione di quattro volte, non le ha mai concessePag. 100alimentando così quel principio di disparità di trattamento, di possibilità di eludere il corso della giustizia. Noi crediamo che sia giunto il tempo di riflettere in modo pacato ma responsabile su quale sia il ruolo del parlamentare, e su quale sia il limite delle sue guarentigie. Io non credo che questo Parlamento debba continuare a valutare le prove, e a valutarle una volta come conviene ad una coalizione, un'altra volta come conviene all'altra coalizione, e poi trovare un incontro perché quel che succede ad una parte può succedere un domani all'altra parte.
ELIO VITTORIO BELCASTRO. Anche a te può succedere!
ANTONIO DI PIETRO. È giusto che, in caso dovesse succedere ad ognuno di noi, si corra dal giudice a far valere le proprie ragioni. Crediamo che sia il tempo di assumersi le proprie responsabilità di fronte alla legge e di fronte al Paese, e di interrompere questo metodo che finisce per togliere ogni credibilità alla nostra azione, al nostro ruolo e alla nostra funzione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 20,10)
ANTONIO DI PIETRO. Per questo, onorevoli colleghi, il gruppo dell'Italia dei Valori voterà per la concessione degli arresti domiciliari al deputato Margiotta (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paniz. Ne ha facoltà.
MAURIZIO PANIZ. Signor Presidente, caro onorevole Di Pietro, nessuno di noi, nessuno dei parlamentari del Popolo della Libertà si sogna di affermare che la magistratura non costituisca nel nostro Paese una realtà importante, una realtà da considerare, un ruolo assolutamente decisivo nella vita dei cittadini italiani.Ma per noi, prima di tutto, vengono i principi che la Costituzione indica. Questa è la nostra «stella polare» (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del Partito Democratico). Fintanto che il popolo italiano non manderà in questa sede parlamentare o al Senato tanti parlamentari che possano cambiare la Carta costituzionale, a questa e soltanto a questa noi ispiriamo le nostre decisioni. È nella Carta costituzionale che c'è scritto in termini molto chiari quali sono i limiti attraverso i quali si deve passare per poter privare della libertà personale un parlamentare della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).La libertà non è un problema che riguarda l'una o l'altra forza politica. Se oggi si discutesse di un parlamentare dell'Italia dei Valori, noi la penseremmo nello stesso identico modo (Una voce: non è vero!). Io la penserei nello stesso identico modo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Infatti ritengo che il valore della libertà prescinda dall'appartenenza all'una o all'altra forza politica ed è quello che ci ha ispirato nella decisione che abbiamo assunto con riferimento alla richiesta di arresto dell'onorevole Margiotta.Mi sarebbe molto facile ricordare a quest'Aula le richieste che il dottor Woodcock ha già inoltrato in tempi molto recenti. Nel 2002 ha chiesto l'arresto dei parlamentari Luongo e Sanza e tutti noi sappiamo come è finita quell'inchiesta: nel nulla. Ha chiesto nel 2004 l'arresto dell'onorevole Blasi e tutti noi sappiamo com'è finita quell'inchiesta. Le persone non si arrestano per verificare se dall'arresto deriva una qualche eventuale responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Unione di Centro e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Lega Nord Padania). Le persone si arrestano solo quando negli atti esistono già le prove che possono far sì che quella persona sia privata della libertà personale.Pag. 101A noi non compete in questa sede valutare il merito della vicenda. In questo concordiamo perfettamente. A noi compete però vedere se si possa ipotizzare un fumus persecutionis e la valutazione di questo passa certamente attraverso i due parametri fondamentali attraverso i quali la libertà può essere sottratta ad un individuo: pericolo di fuga o il pericolo di inquinamento delle prove.Da questo punto di vista la richiesta pervenuta a questa Camera non contiene alcun elemento, neanche il più banale, neanche il più piccolo ma sarebbe troppo facile ricordare che siamo di fronte a fatti lontani nel tempo ormai circa un anno, rispetto ai quali le esigenze cautelari, proprio per il decorso del tempo, dovrebbero essere provate in maniera assolutamente precisa.Il relatore ha ricordato, volendo entrare nel merito, quanto labili appaiano a prima vista gli indizi - sottolineo gli indizi - non le prove della colpevolezza. Ma la labilità degli indizi rimane comunque un elemento ultroneo rispetto ai due parametri fondamentali di riferimento. Oggi noi non abbiamo alcun elemento per dire che l'onorevole Margiotta possa violare il principio di rimanere in questo Paese e sottrarsi alle indagini giudiziarie o possa in qualche modo inquinare le prove, perché non è certo la disponibilità di un telefono, che tutti noi abbiamo, a costituire il punto di riferimento per valutare se una persona stia o non stia inquinando le prove.Potrei andare anche oltre nella valutazione del merito, discutere subito se siamo di fronte ad un'asta fatta da soggetti pubblici o da soggetti privati, perché vi è una grande differenza, quand'anche i valori siano importanti, nel considerare se la Total sia o non sia un soggetto privato o pubblico. La risposta è troppo scontata per essere commentata. Non è questo il tema sul quale mi voglio trattenere. Il tema, invece, è quello che ho affrontato all'inizio: la libertà si toglie solo quando vi sono prove che possono confermare che è opportuno privare il cittadino della libertà e da questo punto di vista la valutazione attenta che ha fatto la Giunta per le autorizzazioni, l'approfondimento nella valutazione di tutte le carte che sono arrivate, le cinquecento pagine circa che ci sono state mandate, non ci porta da nessuna parte, non c'è nulla.Allora, non si tratta di difendere un privilegio, non si tratta di decidere per proteggere una casta: si tratta di applicare un principio costituzionale e di rispettare una persona, un parlamentare, che è prima di tutto un cittadino e che ha diritto di vedere applicati nei suoi confronti i principi che un cittadino ha il diritto di reclamare ad alta voce.È giusto che l'onorevole Margiotta difenda la sua posizione in quella sede, ma è altrettanto giusto che noi parlamentari valutiamo se vi è stata o non vi è stata una violazione dei principi che la Carta costituzionale indica. I principi che in questo caso ci dà sono tutti assolutamente univoci: non c'è nessuna ragione per la quale possa essere disposto l'arresto dell'onorevole Margiotta.In questo senso, il Popolo della Libertà voterà convintamente a favore della decisione che la Giunta per le autorizzazioni ha già preso (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati dei gruppi partito Democratico, Lega Nord Padania e Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Minniti. Ne ha facoltà.
MARCO MINNITI. Signor Presidente, devo manifestare la mia convinta condivisione della relazione che qui ha fatto il presidente Castagnetti. Penso anche che su vicende così delicate il Parlamento non debba avere né una posizione di chiusura pregiudiziale, né tantomeno quella di un'automatica ed acritica accettazione delle richieste che vengono fatte. È in questa posizione intelligente del Parlamento che deve fare riferimento lo spirito e la lettera dell'articolo 68 della Costituzione. A me dispiace sinceramente che l'onorevole Di Pietro abbia oggi, questa sera, manifestato una conoscenza approssimativa della nostra Costituzione (ApplausiPag. 102dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà e Unione di Centro).Mi si consenta brevemente di leggerne il testo, come rinovellato, che tra l'altro è molto breve: «I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza di reato».Nulla di tutto questo ha riferimento con le cose che lei ha detto: onorevole Di Pietro, quando lei avrà la maggioranza per cambiare la Costituzione in questo Parlamento la potrà cambiare. Oggi noi abbiamo il dovere di applicarla (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà e Unione di Centro).Quando si fa una discussione di questo tipo, mi aspetto sempre che vi sia anche una valutazione molto attenta, perché parliamo delle libertà personali e, quindi, di persone in carne ed ossa. Penso che sia dovere del Parlamento lavorare e guardare con attenzione le carte che giungono dagli uffici giudiziari. Ritengo giusto che la Commissione ed il relatore abbiano detto con chiarezza che non vi è un problema che riguarda l'impianto complessivo delle indagini: si tratta di un impianto significativo che, sicuramente, è il risultato di un lavoro apprezzabile svolto dalle forze di polizia e dalla magistratura. Nessuno intende metterlo in discussione.In questa sede, siamo chiamati a pronunciarci su una questione specifica e sulla posizione personale dell'onorevole Salvatore Margiotta. È su questo che dobbiamo discutere.Penso che dobbiamo dirci con grande chiarezza, che il quadro accusatorio che emerge dalle carte trasmesse a questo Parlamento è fragilissimo. Direi, quasi, inesistente. E su questo il Parlamento non può e non deve discutere, onorevole Di Pietro, deve far finta di nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà)? Possiamo pensare veramente che il Parlamento sia soltanto il passacarte di ciò che viene mandato delle procure? Discutiamo, entriamo nel merito.Mi si consenta di dire, con grande chiarezza, che tutto questo va affrontato con grande intelligenza e attenzione.Onorevoli colleghi, signor Presidente, tutto ruota su un incontro della durata di tredici minuti, avvenuto per strada, ai contenuti del quale non vi è alcun riferimento, né a ciò che avrebbe detto il signor Ferrara, né a ciò che avrebbe detto l'onorevole Margiotta. Vi è soltanto un presunto riscontro, in una successiva conversazione telefonica, che avviene tra altre persone, tra il signor Ferrara ed un'altra persona. Inoltre, lì l'individuazione del soggetto è abbastanza vaga: non si parla mai dell'onorevole Margiotta, si parla di tale «Salvatò». E noi pensiamo che «Salvatò» possa identificare l'onorevole Salvatore Margiotta? Stiamo parlando di cose serie, stiamo parlando della libertà individuale di un cittadino italiano.Mi si consenta anche di dire che si parla di passaggio e di impegno per una dazione di denaro. In quella telefonata si dice: «a Salvatò ho promesso che darò 200 mila euro». Bene, di quel passaggio di denaro non vi è alcuna traccia, nonostante l'appalto sia stato aggiudicato il 14 gennaio 2008 e la stipula della convenzione sia del 13 maggio 2008.Passano otto mesi e, nonostante le persone indagate siano attentamente controllate (al punto tale che vengono, finanche, pedinate), non vi è traccia, nemmeno lontana, di un passaggio di denaro. Questa è una prova? Posso permettermi di chiedervi, colleghi dell'Italia dei Valori: questo è un indizio? Lo dico con fraternità. In questa sede, dobbiamo parlare di cose serie e non fare propaganda tra di noi.Mi sarei aspettato che da parte vostra, su questi temi, non vi fosse solidarietàPag. 103astratta, ma la voglia di guardarsi le carte, non rifugiandosi dietro un principio astratto e, peraltro, non vero (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà e Unione di Centro)!Se, poi, guardo alla ragione per la quale vengono richiesti gli arresti domiciliari, rimango assolutamente sbigottito. Penso che abbia fatto bene la Commissione, nella figura del presidente Castagnetti, a ricordarla testualmente.Vorrei qui ripeterla, perché mi ha molto colpito: saper adoperare anche per i suoi studi (è ingegnere) cautele ed accortezze nell'uso del telefono. Rimango senza parole!
OSVALDO NAPOLI. Anche noi!
MARCO MINNITI. Rimango sinceramente senza parole, e vorrei chiedere perché anche voi non vi interrogate su queste carte.Penso sinceramente e in tutta coscienza che un cittadino non può essere privato della libertà personale per queste motivazioni, e aggiungo un'altra cosa: non è vero, come si è detto in qualche dichiarazione fuori da qui (perché forse qui non si è avuto il coraggio di dirlo), che questo eventuale voto del Parlamento bloccherebbe le indagini: non si blocca nulla! Come voi sapete, colleghi dell'Italia dei Valori, le indagini possono e devono andare avanti. Qui si dà un parere negativo sulla limitazione della libertà personale, a meno che non si pensi che l'arresto sia uno strumento per fare le indagini, ma questo è fuori della civiltà giuridica del nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà, Unione di Centro, Misto-Movimento per l'Autonomia e di deputati della Lega Nord Padania).Non si tratta di ribadire un privilegio, non si tratta di concedere alcun privilegio, ma di fare in questa sede una valutazione elementare e mirata di giustizia. Ecco perché, onorevoli colleghi, in tutta consapevolezza e con la coscienza serena voterò contro le richieste della procura di Potenza e a favore della proposta che è stata avanzata dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.Ha chiesto di parlare l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.
SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, colleghi deputati, avrei tante cose da dire, da osservare, da eccepire. Vorrei entrare nel merito della vicenda, provare a dimostrarvi inoppugnabilmente la mia totale innocenza ed estraneità, oltre che esprimervi la mia sorpresa per esservi stato coinvolto. Non lo farò: l'Aula non è un tribunale. Sarà quella la sede in cui, spero in tempi brevissimi, otterrò piena giustizia. Voglio qui dire soltanto una cosa: sono in quest'Aula dall'aprile 2006. Ho cercato di farmi apprezzare per impegno e competenza; vorrei che non dubitiate della mia correttezza e della mia onestà.Quando su un uomo pubblico si abbatte un fulmine come questo, la preoccupazione, se si ha la coscienza a posto, non è sull'esito finale della vicenda giudiziaria, che non potrà che essere positivo. Il dolore, la sofferenza sono prodotti dall'onta che si subisce, dal discredito, dal disdoro e dallo sfregio alla propria immagine, che oggi mi appare irrimediabile. Io sono una persona onesta. Non è vero che un imprenditore mi abbia promesso soldi nel caso di vittoria di una gara d'appalto: non è vero, e non ho mai permesso ad alcuno anche solo di ipotizzare cose del genere. Comportamenti di questo tipo sono distanti dal mio modo di intendere la politica e la gestione della cosa pubblica. Mi fermo qui, è l'unica certezza che in questo momento così amaro vorrei riuscire a trasferirvi. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà, Unione di Centro, Misto-Movimento per l'Autonomia e di deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

Dai rovi al museo

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Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

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