di Filippo Andrea Di Giorgio - Associazione Emanuele e Leopoldo Notarbartolo
Lo scopo di un Amministratore locale dovrebbe essere quello di vigilare affinché tutti gli atti e provvedimenti amministrativi siano retti dai principi della legalità e dell’efficienza. A maggior ragione, lo scopo di un amministratore locale che ha vinto le elezioni cavalcando come unico argomento la questione morale (non avendone altri!) dovrebbe essere quello di assicurare che la legge sia rispettata non solo nella forma, ma anche nella sostanza. Le recenti vicende legate allo sviluppo del piano triennale delle assunzioni del nostro Comune dimostrano quale cognizione di causa abbia in questa materia il Sindaco Nigrelli, e quanto in realtà la sua azione di vigilanza sull’ente sia evanescente e frammentaria.
Il senso e l’importanza di queste affermazioni riuscirà difficile da comprendere a chi, magari valutando le vicende concorsuali nell’amministrazione pubblica meno rilevanti rispetto a quelle dei servizi (acqua e rifiuti), ovvero a quelle dell’ordine pubblico e della sicurezza amministrativa, ovvero, ancora, a quelle del recupero del nostro patrimonio artistico, ritenga che la promozione di una classe di dipendenti comunali preparati sia surrogabile da una compagine politica sensibile ed accorta.
Tale considerazione non è sostenibile per un duplice ordine di ragioni.
In primo luogo, in quanto è difficile negare che, per motivi vari, non sempre la classe politica è in grado di esercitare la propria attività in maniera consapevole, così come accade con l’attuale giunta armerina, nella quale, a parte gli Assessori Grillo, Guccio e Di Carlo, gli altri (Sindaco compreso) sono naufragati in quanto privi di cognizioni tecniche specialistiche nei settori in cui operano, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Ma se anche fosse possibile eleggere una Giunta composta da elementi in grado di padroneggiare i singoli settori di attività esercitati, non per questo verrebbe meno l’esigenza di promuovere un organico di dipendenti in grado di rispondere alle molteplici sfide che vengono lanciate, ogni giorno, da una realtà amministrativa sempre più mutevole e sempre più complessa, nella quale bisogna agire ed interagire con celerità ed efficienza.
Questa lunga premessa non è fine a se stessa, ma nasce dalla necessità di non far passare sotto silenzio un operato sulle politiche del personale che è eufemistico definire scandaloso.
All’indomani delle elezioni, infatti, e malgrado era evidente il precedente piano triennale delle assunzioni si presentava inadeguato a promuovere un assetto funzionale delle risorse umane, la Giunta Nigrelli, con una celerità di azione non poco sospetta, proseguiva l’iter concorsuale per le progressioni verticali di diversi dipendenti di fascia D.
Mi ero permesso, nel corso della campagna elettorale, di far rilevare che il Comune, più che di tanti (ed incapaci) generali, aveva forse bisogno di tanti (e competenti) soldati, visto e considerato che era nella fascia C, ed in particolare nell’area di vigilanza (Polizia Municipale), che si rappresentava manifestamente l’esigenza di rinfoltire l’organico.
Occorrevano delle scelte più coraggiose, che questa amministrazione non sarebbe stata (come poi si è visto) in grado di operare fin da subito.
Per questa ragione ero stato azzannato da coloro i quali, vedendo attaccate le posizioni di privilegio faticosamente conquistate nel corso di lunghi anni di interessata attività sindacale, avevano invece sempre difeso queste inutili progressioni verticali a scapito dei concorsi esterni per il personale mancante, delle doverose stabilizzazioni dei precari e dell’avvio delle procedure per le figure apicali che davvero necessitano a questo Comune.
Guarda caso, proprio alcuni di coloro che mi avevano ferocemente criticato, palesemente ovvero in forma latente, sono quelli che sono stati promossi nelle posizioni di coordinamento (di che cosa, ancora non è dato sapere!).
Alla fine, lo scempio doveva comunque essere servito, con il risultato che oggi non solo ritroviamo diverse figure apicali scadenti, ma anche diversi dipendenti capaci e preparati inspiegabilmente esclusi da questi processi di verticalizzazione, con motivazioni non condivisibili e con grave danno per il funzionamento dell’Amministrazione comunale nel suo complesso.
Ma a cadavere ancora caldo, la giunta Nigrelli, con un colpo di scena magistrale, ha in questi giorni deciso di bandire il concorso per la figura di ragioniere capo, di cui io stesso, nel corso della campagna elettorale, avevo sollecitato la necessità.
Il fatto, di per sé, sarebbe positivo, se non fosse che nel bando (visionabile sul sito del Comune), fra i requisiti di concorso, l’attuale Amministrazione ha inserito, all’art. 2, comma 1, non solo la necessità del possesso della Laurea in Economia e Commercio e della relativa Abilitazione professionale, ma anche una non meglio precisata “….….esperienza, adeguatamente documentata, di direzione del Servizio Economico Finanziario per un periodo non inferiore a 3 anni, cumulabili, in Amministrazioni Pubbliche…”.
Francamente non si capisce a che cosa possa servire un elemento del genere in relazione alla necessità di selezionare, con criteri meritocratici, il personale amministrativo.
A tal proposito vorrei sottolineare, in primo luogo, che un tale requisito non è reso obbligatorio a pena di nullità da nessuna fonte normativa, e che pertanto sarebbe stato pienamente legittimo anche un bando che non l’avesse affatto previsto.
Ma aldilà di tale considerazione, vorrei evidenziare anche la circostanza che inserire nel bando una simile clausola, in un contesto nel quale sono previsti degli esami di idoneità per l’accesso alla figura professionale, rappresenta un indubbio sviamento della causa tipica del potere esercitato.
Ed infatti, ove si consideri che l’esame di idoneità previsto negli artt. 8 e 9 dello stesso bando è finalizzato proprio ad accertare l’attitudine professionale dei candidati all’esame, è manifestamente assurdo richiedere a priori che questa capacità operativa sia anche documentata da una fantomatica “esperienza di direzione del Servizio Economico e Finanziario”.
La verità è che l’Amministrazione attuale ha di fatto tolto alle decine di giovani in possesso degli altri requisiti la possibilità di partecipare, creando una procedura concorsuale per pochi eletti, rispetto alla quale è difficile che qualcuno possa ricorrere al TAR.
Ed infatti, un ricorso al TAR richiederebbe, a giudizio dello scrivente, un preventivo gravame del bando, “lex specialis” del concorso, a fronte però di un costo elevato dell’impugnazione e a fronte, soprattutto, del rischio di incappare in quella parte della giurisprudenza amministrativa che talora ha avallato un simile operato, con la clausola di stile secondo cui “tutto quanto compiuto rientra nell’ambito della discrezionalità amministrativa…..”.
È da prevedere, pertanto, che saranno in pochi a potere partecipare, non potendo vantare una “ESPERIENZA” quale quella chiesta dal bando di concorso, con conseguente depauperamento della procedura selettiva.
Ma, nella fattispecie, il fatto ancora più singolare non è il richiedere il possesso di una conoscenza operativa maturata sul piano pratico, ma ammettere che la stessa possa anche derivare, eventualmente, da un incarico fiduciario conseguito grazie ad una nomina politica.
Questo fatto è di una gravità senza precedenti, e introduce il principio per cui il privilegio di un incarico derivante da una parte politica si traduce anche nel privilegio di possedere, in via esclusiva o quasi, un requisito di accesso ad una procedura selettiva.
Di qui l’ingiusta discriminazione fra coloro che sono titolari di laurea ed abilitazione e non possiedono coperture politiche, e coloro che invece questi appoggi li hanno avuti, e magari eventualmente li hanno impiegati senza alcun merito amministrativo, lasciando anzi nel disastro economico gli enti pubblici che hanno diretto.
Chissà cosa sarebbe successo, all’epoca in cui il primo cittadino fece il concorso all’ufficio tecnico, se nel relativo bando fosse stata inserita una simile clausola!!!!
Chissà quali potenze dell’inferno avrebbe evocato lo stesso Nigrelli, se ad operare in tal guisa fosse stato qualche altro Amministratore locale!!!
Ma chissà cosa penseranno i tanti miei amici (di sinistra), in possesso di tutti quei requisiti escluso quello dell’ESPERIENZA PROFESSIONALE, che con tanto entusiasmo avevano appoggiato la nomina di Nigrelli durante la campagna elettorale!!!
Che goduria!
Grazie dunque al Sindaco Nigrelli e a tutta la sua giunta. Si, grazie davvero, è proprio giusto che siate voi a reggere questo glorioso ente locale. Quando avrete finito il vostro mandato, il diritto amministrativo italiano sarà completamente rivoluzionato. Verranno i più grandi cultori della materia da tutta Italia, anzi, da tutta Europa, per studiare e decantare “le magnifiche sorti, e progressive” di questa stupenda realtà gestionale.
Via i Giannini, via i Sandulli, via i Caringella, e spazio ad un nuovo trattato di diritto amministrativo, il “Nigrelli – Crisafulli, AA. VV.” di cui ho già prenotato una copia, e che leggerò con grande voracità ed intensa attenzione.
Piazza Armerina, 12/12/2008.