UN’OCCASIONE MANCATA: CONSIGLIO SENZA ISPEZIONE
Consiglio ispettivo alla Villa Romana: peccato che a ispezionare sia rimasto un solo consigliere! Un Consiglio Comunale utile e proficuo, quello convocato alla Villa Romana del Casale: per comprendere l’azione di coloro che sarebbero preposti a rappresentare la Città, oltre a cercare il facile plauso, esporre in “perfetto italiano” le proprie incompetenze, sbuffare annoiati mentre fingono di ascoltare la relazione scientifica dell’ “imputato” di turno, il direttore dei lavori, l’architetto Guido Meli, e intervenire in un’orgia autoreferenziale. Certo, qualche eccezione per fortuna c’è stata: in pochi hanno cercato di smorzare i toni a dir poco imbarazzanti di un consesso cominciato male, con la tentata esclusione del pubblico, e finito peggio. Questo, a voler essere gentili, il resoconto di un Consiglio Comunale tanto annunciato e concluso con una figuraccia colossale: quanti erano i consiglieri presenti alla richiesta ispezione al cantiere, dopo gli interventi di rito, demagogici quanto sprovveduti? Uno! Solo il consigliere Lotario ha avvertito l’esigenza di appurare di persona, di comprendere “sul campo”, di “fare domande”. E gli altri? Bisogna comprenderli, incombeva il pranzo. Siamo rimasti in tre: Lotario, in rappresentanza del civico consesso, l’architetto Andrea Ferlita ed io, come rappresentanti del pubblico (la maggioranza!). E gli altri? I giornalisti, i rappresentanti dei commercianti, gli amministratori, che a quanto pare sanno tutto di tutti, si sono volatilizzati in pochi minuti, i consiglieri dopo aver firmato il foglio del gettone di presenza, gli altri per poter dire di aver sentito la “solita solfa” di un professore non avvezzo al pubblico che aveva di fronte. Non si può sorvolare su un gesto di simile gravità. Si è invocato il Consiglio Comunale alla Villa Romana per constatare lo stato dei lavori e poi, nel momento clou, tutti si sono dileguati! La Villa Romana, che riaprirà nel marzo 2011, è un “unicum”, i qualunquisti, invece, sono tanti, troppi ...
Angela Malvina L’Episcopo
Dai rovi al museo

Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.
Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.
"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.
Corrado Augias e Vito Mancuso

Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello
"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo