Giuseppe Capizzi, portavoce degli autonomisti del Pd:
Polemizzare a mezzo stampa è già il segno della nostra sconfitta politica. Una sconfitta politica che investe in prima persona il sindaco. Un sindaco che piuttosto che stemperare gli animi e cercare adeguate soluzioni rilancia sul piano della polemica e degli attacchi personali. Ma noi piuttosto che ribadire e puntualizzare quando affermato dal nostro primo cittadino, ci teniamo ad affermare con forza alcuni aspetti politici di rilievo. In primo luogo i cinque consiglieri che vengono additati come impertinenti sobillatori, sono tra i pochi che hanno rinnovato la loro iscrizione al Pd. Per quanto riguarda le accuse esplicite di movimenti finalizzati a logiche congressuali, le accuse vanno riferite ad altri. A coloro che, con tatticismi da Prima Repubblica, non hanno ancora rinnovato la loro adesione al Partito Democratico in attesa degli eventi.
Per quanto riguarda la nostra presa di posizione sul bilancio ribadiamo che avevamo avvertito per tempo che il bilancio che ci era stato sottoposto non rispondeva alle nostre aspettative. Un vizio non solo di forma ma anche di sostanza visto l’eccessivo costo dei servizi sociali e tenuto conto che nella programmazione non si proponeva nessuna innovazione sulla gestione degli stessi da noi fortemente voluta e base del nuovo regolamento sui servizi che noi abbiamo presentato in consiglio e che verrà discusso.
Noi riteniamo che debba passare la logica degli accreditamenti, così come tra l’altro inserito nel programma di mandato elettorale, che considera perno del sistema chi usufruisce del servizio e non chi lo effettua eliminando così tutti i condizionamenti su chi gestisce.
Questo problema lo avevamo sollevato già in fase di stesura del documento programmatico. Dunque nessuno può accusarci di imboscate, è questo un criterio legittimo di condivisione politica. Nessuno di noi è più disposto a sopportare e subire logiche piramidali e impositive. Nessuno si sogni di continuare a classificarci come dipendenti che con solerzia aziendale approvano e subiscono. Avevamo segnalato delle direttive di intervento che riteniamo vitali per l’economia cittadina. Il riferimento è al turismo, alla viabilità, al verde pubblico e soprattutto alla risoluzione del problema del personale precario che non ha trovato nessuna attenzione in sede di predisposizione della programmazione pluriennale.
Politicamente vorremmo chiedere al primo cittadino Cosa dire adesso di un governo che si fa votare dall’opposizione il suo bilancio di previsione? Cosa dire dell’opposizione che prima ha avuto l’appoggio per l’approvazione di emendamenti , che in riunioni di gruppo erano stati etichettati come demagogici, e poi rimane in aula per dare sostegno alla “presunta” maggioranza astenendosi?
Ma il nostro intento non è quello di affollare le cronache dei giornali estivi. La nostra proposta politica, solo politica, non personale, è quella di operare un giusto correttivo di dare ampio spazio al dibattito politico nelle giuste sedi e aprire un confronto anche se duro democratico e leale.
Al sindaco chiediamo di procedere ad un’attenta analisi della situazione politica. Migliaia di concittadini ci hanno dato il loro consenso operando una sorta di investimento politico. La città ci ha conferito un mandato esplicito, quello di operare fuori dalle vecchie logiche di spartizione, che purtroppo hanno guidato la scelta degli assessori, e quello di agire secondo legalità correttezza e trasparenza.