mercoledì 14 luglio 2010

Piazza Armerina. "Yes, we can"? No, grazie. "Yes, we go". Cinque "democratici" si dichiarano "autonomi".


Sala delle Luci "fulminate".
Da oggi Nigrelli, quando entrerà alla Sala delle Luci, pigiando l’interruttore, noterà cinque lampadine rimanere spente. Cinque dissidenti del Pd hanno deciso martedì pomeriggio in aula di passare dalla logica dello “Yes, we can” a quella dello “Yes, we go”. Dove andranno è ancora presto per dirlo. Di sicuro si sono allontanati da Sala delle Luci. La stanza del sindaco, adesso, è sicuramente più buia. Democratici si, ma “autonomi”. Così si sono dichiarati, infatti, Luca Failla, Giuseppe Capizzi, Franco Azzolina, Fabio Monasteri e il presidente del consiglio comunale, Calogero Centonze.
Il “Calcio a cinque”
Il capogruppo degli “autonomisti” sarà Giuseppe Capizzi. In realtà si tratta di un portavoce, ma la nascita della corrente di fatto trasforma il capogruppo consiliare ufficiale del partito, Giuseppe Venezia, in un mezzo capogruppo. Fino ad oggi, infatti, il gruppo consiliare “democratico”, dopo le posizioni defilate di Incardona (uscito da Pd e centrosinistra) e Vitali (uscito dal Pd ma non dal centrosinistra), poteva contare su 10 elementi. Da oggi in aula vi saranno i “lealisti” capeggiati da Venezia, e gli “autonomisti” capeggiati da Capizzi. E di fatto spesso finirà che ognuna delle due correnti farà da opposizione all’altra, in un gioco reciproco delle parti in cui la “riconoscibilità” politica sarà inevitabile. In pratica sempre più spesso la via Cavour si trasformerà in un campetto di Calcio a cinque in cui la squadra degli “autonomisti”, guidata dal capitano Capizzi, si scontrerà con quella dei “lealisti”, capitanata da mister Venezia.
“Yes, we can”, ma quando?
Sul bilancio Monasteri, Capizzi e company sono stati in aula molto espliciti. Lo slogan “Yes, we can” assomiglia ad una vecchia insegna arrugginita finita nel sottoscala. Almeno per i cinque “autonomisti”. Nella sostanza hanno detto al primo cittadino: il “possiamo”, di fronte alle nostre proposte, è rimasto sempre da parte dell’amministrazione un “non possiamo”. E dopo due anni di continui “No, we can not” si sono stancati ed hanno deciso di presentare un megaemendamento da 400 mila euro con il quale si assumono la responsabilità di decidere a modo proprio su precariato, servizi sociali e verde pubblico. Ma l’emendamento non è stato ancora approvato. Tutto è in discussione. Si deciderà lunedì sera. Nel frattempo nel Pd rimane solo un triste “Yes, we…”.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

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In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

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Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

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Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo