Lascia il suo ufficio e toglie il disturbo. Si è dimesso meno di mezz'ora fa dall'incarico l'assessore al Bilancio Francesco Restivo. "Il mio ruolo politico svuotato, svilito e mortificato senza alcuna concordia", dice. Fulmine a ciel sereno per il sindaco Nigrelli, il quale sembra non si aspettasse le dimissioni. "Metodologia gestionale di stampo autarchico", dice. E plaude alla scelta "autonomistica" dei cinque consiglieri del Pd che appena martedì scorso si erano dichiarati "autonomi", pur rimanendo dentro il Pd. "A loro è rivolto il mio sostegno e la mia solidarietà", aggiunge.
Sembra che i malumori nella testa dell'assessore si siano presentati fin dai primi mesi del governo Nigrelli e l'intenzione di dimettersi in questi due anni sarebbe stata accarezzata più volte.
I bene informati: "Si sarebbe voluto dimettere già dopo il primo mese...".
Le parole della crisi
Le parole della grave crisi politica dentro il Pd sono sempre le stesse: "Ci volevano fare fare gli yes man, siamo stati sviliti, mortificati, gliamministratori ci trattano come soggetti insignificanti, gruppo consiliare considerato come supporto a comando...e così via". L'analisi psicologica e antropologica, ma soprattutto politica, è chiarissima: nel partito sembrerebbe esserci una componente "vecchia", "volpona" e "conservatrice" la quale vuole farla da padre padrone rispetto alla classe dirigente più giovane. Questa crisi dentro il Pd è la ribellione dei figli verso i padri in qualche modo, dei giovani verso i vecchi, di chi vuole avere più spazio e non lo ottiene.
Un puzzle che perderà altri pezzi?
Un altro assessore starebbe valutando l'ipotesi di lasciare Sala delle Luci?