PIAZZA
ARMERINA. Le strade colabrodo della città dei mosaici costano caro alle casse
comunali. Il Comune va spesso sotto nelle cause di risarcimento danni intentate
dai cittadini. In alcuni casi si tenta di resistere nominando un legale, in
altri il braccio di ferro è perso in partenza e si percorre la strada della
transazione. L’ultimo caso una sentenza del Giudice di Pace con cui il Comune
viene condannato a 5 mila euro, oltre a 1.860 euro per interessi legali, spese
di giudizio, più la consulenza del perito. Una madre si era rivolta ai giudici
dopo un sinistro occorso al proprio figlioletto. Sala delle Luci ha deciso di
ricorrere in appello e ha impegnato 1500 euro per pagare un proprio legale. Il
prossimo 7 luglio il Comune si dovrà presentare davanti al giudice per un’altra
vicenda: in questo caso è una donna, inciampata su una basola in piazza Garibaldi
e finita a terra riportando alcune lesioni personali, a chiedere 5 mila euro di
risarcimento danni. Anche in questo caso nomina di un legale da parte della
giunta comunale e impegno di spesa di 800 euro per pagare un avvocato. Buche e
trappole in giro per le strade, i cittadini subiscono danni e il Comune paga
con accordi bonari per evitare guai peggiori davanti ai giudici. Chiusi appena
qualche mese fa, ad esempio, cinque accordi di transazione con altrettanti
cittadini per un totale di 5.500 euro, tutti relativi a utenti che erano
incappati...
in cadute o piccoli incidenti stradali a causa delle cattive
condizioni del manto stradale. Dal settore comunale Contenzioso, in una nota,
la spiegazione della scelta: “Per almeno quattro transazioni il solo incarico
ad un legale da parte del Comune costerebbe più del risarcimento danni proposto
a titolo transattivo”. Tutte vicende nelle quali gli uffici consideravano persa
in partenza una causa. Da qui la scelta di accordarsi. Insomma il Comune per un
motivo o l’altro va quasi sempre in perdita in questi casi. Investire di più
nella manutenzione delle strade farebbe finire meno gente all’ospedale,
eviterebbe una certa dose di furbi che non manca e soprattutto sarebbe cosa gradita
per pedoni e automobilisti. La storia comunale è piena di queste vicende. Risarcimenti
danni per 160 mila euro vennero chiesti in giudizio da cittadini piazzesi, ad
esempio, nei primi tre mesi e mezzo del 2011. Processi civili per i quali
l’amministrazione ha dovuto nominare un proprio legale. Anche perché in alcuni
casi le cifre in ballo sono rilevanti. Il Comune in questi anni è dovuto comparire
davanti al tribunale civile di Enna, ad esempio, per una caduta del 2009 in via Muscarà. La
donna in quel caso ha chiesto un risarcimento di 31 mila euro dopo essere
caduta a terra, inciampando su un tombino. In un altro caso la richiesta di
risarcimento ammontava a 25 mila euro. Maxi risarcimento di oltre 100 mila euro,
invece, quello chiesto qualche anno fa alla Corte di Appello di Caltanissetta
da una signora per una caduta con il ciclomotore risalente al 1995. (Giornale di Sicilia - 13 giugno 2015)
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Dai rovi al museo

Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.
Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.
"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.
Corrado Augias e Vito Mancuso

Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello
"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo
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