sabato 23 agosto 2014

Piazza. San Giuseppe, commissione d'indagine: "Deficit non per colpa degli amministratori"


Ammontano a 2 milioni e 200 mila euro i debiti della casa di riposo San Giuseppe. Il dato emerge dalla relazione conclusiva della commissione d’indagine sull’istituto di Piano Sant’Ippolito, messa nero su bianco dalla IV commissione Politiche sociali, presieduta dal consigliere Concetto Arancio. I componenti della commissione, oltre il presidente i consiglieri Laura Saffila, Lillo Cimino, Filippo Vitali e Ivana Terranova, hanno acquisito e visionato verbali, documenti e procedure contrattuali, facendo il quadro della situazione deficitaria dell’istituto. Si passa dai 130 mila euro di debito nei confronti dell’Eni per la fornitura di metano da riscaldamento e da cucina, ai 234 mila euro dovuti per il servizio di ristorazione effettuato da una ditta tra il 2010 e il 2012, per il quale è stato già emesso un decreto ingiuntivo di pagamento. Ci sono anche 9 mila euro per le prestazioni del medico del lavoro, anche qui con decreto ingiuntivo, e diffide e decreti ingiuntivi in attesa di essere emessi per altri 40 mila euro dovuti ad avvocati e altre ditte. Poi c’è il grosso del deficit, quello dovuto agli stipendi non pagati ai dipendenti supplenti e a quelli di ruolo. I decreti ingiuntivi non ancora esecutivi ammontano...
a 380 mila euro da parte del personale di ruolo, supplente e infermieristico. Gli atti di pignoramento in corso, derivanti da decreti ingiuntivi resi esecutivi, ammontano a 725 mila euro, proveniente sempre dallo stesso personale. Altri 398 mila euro sono i precetti in attesa di atti di pignoramento derivanti da decreti ingiuntivi resi esecutivi, mentre ammontano a 228 mila euro le altre diffide ad adempiere in attesa di decreti ingiuntivi presentati dal personale di ruolo e supplente. Attualmente le somme già accreditate ai lavoratori, quindi materialmente finite in tasca ai dipendenti dopo i pignoramenti,  liquidati dalla banca, ammontano a 70 mila euro. Il solo personale di ruolo, 9 dipendenti, vanta ben 60 mensilità arretrate secondo i conteggi della commissione. Il personale supplente, che viene assunto per alcuni mesi l’anno e ruota sulla base di una graduatoria, vanta altre decine e decine di buste paga arretrate. “Dalla visione di tutti gli atti contabili attestante la situazione economica finanziaria dell’ente e di tutte le procedure contrattuali, risulta evidente che la grave situazione deficitaria di cassa non può essere attribuita ai vari amministratori che si sono succeduti, ma alla diminuzione del numero degli assistiti e alla sostanziale diminuzione dei contributi regionali, più del 60 per cento sulla spesa del personale”, spiega la IV commissione nelle conclusioni finali alla relazione. La relazione è stata depositata al consiglio comunale che potrebbe adottare un atto di indirizzo alla giunta per indicare eventuali, tuttora difficili, soluzioni da adottare. Proprio nelle ultime settimane pare che alcuni atti giudiziari legati al recupero delle buste paga arretrate siano arrivati direttamente agli stessi comuni che ancora devono pagare le rette per gli anziani assistiti a carico. Insomma un quadro di gravissimo deficit che sembra non dare troppe speranze al futuro dell’istituto che dallo scorso giugno è stato commissariato dall’assessorato regionale della Famiglia.(Dal Giornale di Sicilia - 19 agosto)

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